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Perché la gavetta è ancora utile

Ma la formazione teorica è necessaria per elevare le competenze

Ma la formazione teorica è necessaria per elevare le competenze

Di Massimiliano Sarti, 1 Giugno 2012

Da ormai 14 anni direttore d’albergo, Gabriele Fortunato, attualmente alla guida del Move Hotel di Mogliano Veneto, appartiene alla vecchia scuola degli hotelier cresciuti a partire dalla cosiddetta gavetta: già commis di sommelier al Grand Hotel Villa D’Este di Cernobbio e commis di sala al Caledonian Hotel di Edimburgo durante la scuola alberghiera, ha infatti percorso tutti i gradini della scala gerarchica, passando dalla sala al ricevimento, per poi diventare direttore nel 1998. Un percorso tradizionale che Fortunato ritiene ancora valido, «perché permette di capire a fondo ciascun reparto e di valutare meglio le problematiche e le possibilità di miglioramento del servizio. È però altrettanto vero che oggi i ruoli, in ciascuna posizione, si sono profondamente evoluti: sono perciò convinto che la formazione teorica sia più che mai necessaria per elevare le proprie competenze e conoscenze».
Domanda. Ma cosa le ha insegnato, a suo parere, il lavoro a livello operativo, che un percorso di tipo esclusivamente scolastico e accademico non sarebbe mai stato in grado di spiegarle?
Risposta. Mi ha soprattutto permesso di mettere in pratica le conoscenze teoriche acquisite negli anni di studio. E poi mi ha dato modo di scoprire la grande moltitudine di aspetti e di dettagli, che chi lavora nel nostro settore deve sempre tenere in considerazione.
D. Dopo tanti anni di carriera trascorsi a Milano e dintorni, lei si è spostato prima a Rotterdam, poi a Bari e infine a Mogliano Veneto: una semplice coincidenza, a seguito dell’aprirsi di nuove opportunità, oppure una scelta strategica di vita e di lavoro?
R. A dire il vero, il tutto è nato da un semplice affiancamento a un altro direttore, per un’apertura di un hotel del gruppo Domina in Olanda; l’affiancamento, alla fine, non ci fu, poiché il general manager nominato abbandonò l’incarico prima del mio arrivo. Assunsi quindi la piena responsabilità dello start-up dell’hotel. Da lì in avanti, una serie di necessità aziendali e di vita mi ha portato ad approdare tre anni fa a Bari e ora a Mogliano Veneto.
D. Come è cambiato il modo di fare ospitalità negli ultimi 30 anni?
R. L’ingresso delle catene internazionali, e il conseguente innalzamento del livello di competizione sul mercato, ha migliorato la qualità delle strategie dedicate al potenziamento dei servizi al cliente. Ma non solo: ha pure comportato l’inserimento di nuove figure e di nuove competenze e introdotto i cosiddetti standard di catena. Ha stimolato, inoltre, gli investimenti e la creatività di molti albergatori. Con l’avvento delle nuove tecnologie e dei social media, infine, gli ospiti sono ora più attenti alla qualità dell’offerta alberghiera e alla disponibilità di servizi It presso le strutture in cui soggiornano. I viaggiatori business, in particolare, esigono tempistiche sempre più veloci.
D. Parlando ora della sua attuale realtà specifica, come si vendono le camere in un contesto quale quello della provincia trevigiana?
R. Il Move Hotel di Mogliano Veneto è nato con una precisa vocazione congressuale: molti dei servizi che offre, e la sua stessa ubicazione all’incrocio di ben due autostrade, e nelle vicinanze degli aeroporti di Venezia e Treviso, sono improntati a fornire quanto di meglio il mercato meeting possa richiedere. Ma, vista la nostra posizione, ci rivolgiamo anche al mercato leisure e a quello corporate delle molte realtà economiche del territorio.
D. Quali le differenze con Milano?
R. I canali di vendita sono uguali; le differenze si trovano soprattutto nella segmentazione del mercato: qui, in particolare, l’incidenza degli ospiti leisure è nettamente superiore, rispetto a quanto registravo nella metropoli lombarda.
D. Cosa si sentirebbe di consigliare oggi a un giovane che vuole intraprendere questa carriera?
R. Sostanzialmente di coltivare quattro caratteristiche fondamentali: la voglia di imparare, la dedizione, l’umiltà e lo spirito di sacrificio.
D. Cosa vorrebbe fare, infine, lei «da grande»?
R. Continuare a praticare questo bellissimo lavoro, che mi ha permesso di girare tanto, nonché di conoscere tante persone e culture diverse. La professione dell’hotelier, infatti, continua a divertirmi e a darmi moltissime soddisfazioni.

La biografia

Nato ad Andria nel 1958, Gabriele Fortunato inizia giovanissimo la propria esperienza lavorativa nell’ospitalità. Già durante il suo periodo di formazione scolastica presso l’alberghiero di Vieste è infatti commis di sommelier al Grand Hotel Villa D’Este di Cernobbio e commis di sala al Caledonian Hotel di Edimburgo. Rientrato in Italia, lavora quindi per lo storico albergo milanese Grand Hotel et de Milan ed è poi al Century Tower Hotel di Milano del gruppo Bonaparte Hotel, successivamente assorbito da Una Hotels. Nel 1998 diventa direttore dell’Una Hotel Mediterraneo; sei anni dopo passa quindi al Domina Hotel Group, ricoprendo la carica di direttore generale per i Domina Inn Malpensa, Domina Hotel & Conference Rotterdam e Domina Inn Milano Fiera. Dal 2009 al 2011, prima di approdare al Move Hotel di Mogliano Veneto, assume infine la guida del Palace Hotel di Bari, hotel gestito dal gruppo D Hotels, del quale nel 2011 ricopre anche l’incarico di direttore operativo.

L’hotel

Nel comune di Mogliano Veneto, a pochi minuti di distanza dagli aeroporti di Venezia e Treviso, si trova il Move Hotel, nuovissima opera architettonica dall’originale forma semicircolare, firmata dallo studio Dhk di Johannesburg, guidato dall’architetto sudafricano Peter Fehrsen. L’albergo fa parte del gruppo D Hotels, fondato nel 2009 dall’imprenditore François Droulers. In un’atmosfera dinamica e originale, la struttura mira a offrire ai propri ospiti la possibilità di una vacanza, o di un soggiorno di lavoro, all’insegna dell’idea di lusso accessibile in una delle sue 203 camere, di cui 18 suite. Ma la struttura è dotata pure di un centro congressi di dieci sale, per una capacità massima di 800 posti, di un centro benessere con piscina scoperta, sauna, bagno turco, percorso Kneipp, docce sensoriali e sala fitness. A completare l’offerta, un lounge bar, caratterizzato da un grande bancone in pietra, visibile e fruibile anche dalla hall di ingresso, e il ristorante Arco, capace di ospitare fino a 500 persone.

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