Dal numero di questa settimana del nostro magazine – l’ultimo prima della pausa estiva, sfogliabile per intero a questo LINK – il racconto dell’estate che stiamo vivendo a partire da alcune parole chiave che da settimane rimbalzano nelle discussioni tra gli addetti ai lavori, ma non solo: una mappa utile a orientarsi, per capire dove siamo oggi e cosa ci lascerà l’alta stagione.
Numeri
Capire che estate sia quella nel suo pieno svolgimento è cosa difficile, se si vuole stare ai numeri, perché sondaggi e rilevazioni sembrano dire tutto il contrario di tutto. Anche se ci sono stime che parlano di un probabile 2024 “da record” – come quella di Confcommercio – più plausibili sembrano le analisi che indicano una sostanziale “tenuta” dell’estate italiana dei viaggi, seppur con molte note a margine. Ovvero: il rallentamento della domanda interna, la contrazione della durata dei soggiorni, anche per effetto dell’aumento dei prezzi, una certa difficoltà delle destinazioni mare – anche di quelle “regine” dell’estate italiana come Rimini – la frenata delle prenotazioni che passano delle agenzie di viaggi. Vista dagli hotel, Federalberghi l’ha riassunta così: “Un’estate più breve, più intensa, più frequente”, fatta cioè di soggiorni di durata ridotta e spezzettati, con circa il 45% degli italiani che, tuttavia, non partirà, nella maggior parte dei casi per mancanza di liquidità.
Prezzi
Sono, infatti, ancora loro, i costi dei servizi turistici, uno degli elementi a influenzare maggiormente la domanda interna. Nonostante la stabilizzazione dell’inflazione, il potere d’acquisto delle famiglie continua a essere ridotto e fatica a star dietro ai prezzi di soggiorni, vacanze e viaggi, che registrano aumenti in tutti i punti della filiera, dai biglietti di aerei e traghetti, alla ricettività fino ad arrivare alle spiagge. Per quanto riguarda, nello specifico, le strutture ricettive, secondo le rilevazioni di Altronconsumo condotte in dieci tra le principali località di villeggiatura italiane, i prezzi dei soggiorni riferiti alla prima settimana di agosto sono aumentati quest’estate, sia in hotel che nei B&B, a doppia cifra, con punte anche del +23% al mare e del +27% in montagna.
Stranieri
Se questo è il quadro domestico, si intuisce perché una voce fondamentale del bilancio a consuntivo dell’estate sarà quella del turismo estero. Già nel 2023 gli arrivi stranieri erano risultati superiori, seppur di poco, rispetto a quelli nazionali. Secondo le stime di inizio estate di Assoturismo, anche quest’anno un turista su due in Italia sarà straniero e la crescita dell’incoming addirittura cinque volte superiore a quella delle presenze italiane. Il Belpaese continua, cioè, a essere meta gettonatissima, sia per mercati incoming tradizionali come Germania e Stati Uniti, che per mercati emergenti, come il Brasile.
Overtourism
È per questo che, anche se noi italiani viaggeremo meno e per meno giorni, quasi certamente non faticheremo a trovare molti turisti come noi, ovunque andremo. Complice la risonanza delle numerose manifestazioni di piazza “contro i turisti” che si sono svolte in diverse località spagnole negli ultimi mesi, quello dell’overtourism è il tema che in queste settimane più sta tenendo campo nel mondo del turismo, e non solo. Un dibattito rispetto al quale si fatica a intravedere soluzioni in grado di alleggerire davvero la pressione sulle destinazioni turistiche più note, anche a fronte della mancanza di decisioni istituzionali capaci di andare concretamente in questa direzione. Un esempio? Venezia, che ha ultimato la sperimentazione sul ticket di ingresso e non esclude di raddoppiarlo il prossimo anno fino a 10 euro, facendo sorgere la domanda legittima: in che modo questo ulteriore gettito dovrebbe contribuire a regolare il turismo “over”? E poi c’è Firenze, dove Comune e proprietari di case in affitto breve continuano a sfidarsi a suon di carte bollate in Tribunale. In mezzo, il Ministero del Turismo, che ha avviato la Banca Dati nazionale delle Strutture Ricettive introducendo l’obbligatorietà del cosiddetto CIN (Codice Identificativo Nazionale) per tutte le tipologie di strutture, ma ancora non ha di fatto messo mano alla spinosissima questione della regolamentazione delle locazioni a uso turistico a livello nazionale.
Balneari
Esattamente come per un’altra delle “storie infinite” del turismo italiano, quella dei balneari, giunta a una nuova estate senza un nulla di fatto e, anzi, con un aggravio della confusione in materia in mancanza di indicazioni del Governo sui bandi che dovranno obbligatoriamente mettere a gare le concessioni, come previsto dalle normative UE da ormai molti anni, e sugli eventuali indennizzi per gli attuali concessionari. Una situazione che lede i diritti di tutti i cittadini – dal momento che si parla di suolo demaniale – e interessa 300mila lavoratori del settore.
Coolcation e leasness
Ovvero, due parole “nuove”, di quelle che ogni tanto compaiono nei discorsi sul turismo per spiegare presunte nuove tendenze. Nello specifico, la prima indica lo spostamento dei flussi turistici verso località dal clima meno torrido e più mite – il Nord Europa a scapito del Mediterraneo, la montagna a favore del mare, per esempio – la seconda una versione aggiornata del famigerato bleisure nel quale, però, non è la vacanza di piacere ad affiancarsi al viaggio di lavoro quanto piuttosto il soggiorno leisure a essere interrotto da momenti di lavoro. Al di là della nota di colore linguistica, funzionale forse più al marketing che alla descrizione oggettiva di come il turismo stia evolvendo, non si può negare né che gli effetti della crisi climatica stiano iniziando ad agire sulla domanda turistica (persino su quella scolastica, come raccontiamo sempre sul numero di questa settimana del magazine), né che la commistione tra leisure e business stia portando operatori e strutture ricettive a riflettere su come adattare servizi e strutture per andare incontro alle nuove esigenze degli ospiti.
Open air
Un caso è quello del turismo open air, che dalla pandemia in poi non ha smesso di crescere e che pure sta cambiando forma, con l’aumento della domanda estera che interessa soprattutto i mesi della primavera e dell’autunno proprio in ragione delle temperature troppo alte dell’estate.
Nuovo contratto
Come raccontavamo nel numero scorso del giornale, questa sarà l’estate nella quale gli addetti dell’ospitalità lavoreranno con il nuovo contratto, che è finalmente stato sottoscritto da Federalberghi e Faita con i sindacati a inizio luglio, dopo quattro anni di trattative. Le novità sono molte e interessano sia i salari che il riconoscimento delle professioni che le misure per la parità di genere. Bisognerà attendere, però, per capire se e in che misura potranno agire da leva per rendere nuovamente attrattive professioni che oggi lo sono sempre meno.
Recruiting
Anche quest’estate, infatti, il settore è alle prese con una certa difficoltà a reperire personale, anche se il recruiting partito con largo anticipato e le strategie di retention messe in atto dalle singole aziende ricettive e del turismo ne stanno arginando in parte gli effetti negativi. Eppure, proprio quella del personale – e della sua qualificazione professionale attraverso la formazione – continua a essere una delle grandi questioni che rimarranno aperte sul tavolo del turismo, anche una volta che, tra qualche settimana, questa alta stagione estiva sarà stata archiviata.
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