Sulla delibera che vieta l’utilizzo degli immobili per affitti brevi nel centro storico di Firenze è arrivato alla fine lo stop del Tar. La sentenza del Tribunale amministrativo, attesa da settimane, è stata pubblicata nelle ultime ore e, pur non entrando nel merito della questione, dichiara decaduta la norma. Il ricorso contro il provvedimento di Palazzo Vecchio, che era stato presentato dalle associazioni che rappresentano proprietari e gestori degli immobili in affitto, è stato infatti dichiarato “improcedibile” per una motivazione di carattere tecnico: la norma non era stata inserita nel Piano operativo del Comune e, con l’approvazione di quest’ultimo, risulta dunque superata.
Le reazioni
Partita, chiusa, dunque? Parrebbe proprio di no dal momento che la neosindaca di Firenze, Sara Funaro, ha già fatto sapere di voler andare avanti sulla strada intrapresa dal suo predecessore, Dario Nardella, e che è pronta a portare in giunta l’approvazione della variante già nella prima seduta utile per ribadire lo stop del Comune agli affitti brevi nell’area Unesco della città.
Lo stesso Nardella, eletto eurodeputato nelle scorse settimane, ha sottolineato come il Tar non abbia dichiarato illegittima la norma, lasciando di fatto spazio al Comune per riproporla. Nardella ha poi fatto sapere di voler portare la questione in Europa, in accordo con i rappresentanti di altri Paesi, perché sia riconosciuta agli enti locali la possibilità di limitare la concessione delle licenze per gli affitti brevi a livello territoriale.
I gestori
Pronta è arrivata la risposta dei gestori di appartamenti, che hanno festeggiato la decisione del Tar e si sono detti dispiaciuti della posizione della sindaca Funaro, pur ribadendo la disponibilità a interloquire con il Comune, fuori dai tribunali, per arrivare a “nome chiare e condivise”.
Sulla questione si è espressa anche Airbnb, che ha sottolineato come il sistema degli affitti brevi rappresenti “un sostegno per migliaia di italiani: un terzo degli host afferma che il reddito extra li aiuta a mantenere i propri immobili e a contrastare il crescente costo della vita”, pur ribadendo la “disponibilità a collaborare a norme efficaci, anche attraverso un nuovo quadro legislativo”.
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