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La ripartenza del mercato immobiliare alberghiero

Dal Rapporto Castello SGR-Scenari Immobiliari i numeri della ripresa in Italia, con il ritorno ai livelli del 2018 e un fatturato stimato per il 2022 di 3,1 miliardi di euro

Dal Rapporto Castello SGR-Scenari Immobiliari i numeri della ripresa in Italia, con il ritorno ai livelli del

Di Giorgio Bini, 25 Luglio 2022

Nonostante guerra, crisi energetica e inflazione, la ripresa turistica tiene. Con lei, il mercato immobiliare dell’ospitalità che, seppur non abbia ancora raggiunto i livelli record del 2019 – lo farà probabilmente non prima del 2024 – vede in netta ripresa il proprio fatturato, stimato per il 2022 a 3,1 miliardi. Sono i numeri contenuti nel Rapporto 2022 sul mercato immobiliare alberghiero di Hospitality Forum 2022, organizzato da Castello SGR e Scenari Immobiliari, presentato nei giorni scorsi.
A livello mondiale – emerge dal report – gli investimenti nel settore sono più che raddoppiati rispetto al 2020, sfiorando quota 70 miliardi di euro, con interesse disomogeneo per localizzazione relativa, ambiti urbani, luoghi di villeggiatura e livello delle strutture. In Europa, il mercato immobiliare alberghiero ha chiuso il 2021 con un fatturato di 21,2 miliardi di euro e si prevede un rialzo a 26,6 miliardi nel 2022. Trend confermato anche per l’Italia, con un fatturato 2021 di 2,5 miliardi di euro che si prevede in aumento nel 2022 a 3,1 miliardi. Per quanto riguarda in modo particolare il nostro Paese, le transazioni rilevate nel 2021 e nei primi mesi del 2022 confermano l’interesse degli investitori, anche stranieri, per ambiti localizzativi d’eccellenza e spesso iconici. Le operazioni hanno riguardato circa 76 strutture ricettive a tre, quattro e cinque stelle, per un totale complessivo di oltre 11.400 camere.
Flessibilità e versatilità saranno i driver di mercato dell’anno in corso e del prossimo biennio perché – ha spiegato Francesca Zirnstein, Direttore generale di Scenari Immobiliari – “rispondenti alla domanda del ‘nuovo viaggiatore’: lavoratore non organizzato, turista frequente, escursionista destagionalizzato. Un diffuso aumento dei pernottamenti, tassi di occupazione da record per alcuni periodi dell’anno, lo sviluppo del segmento ‘bleisure’, della concomitanza di viaggi di lavoro e piacere, il moltiplicarsi di occasioni di vacanza breve per recuperare parte del tempo perso sono elementi che portano ottimismo”.
Certamente, non mancano gli elementi di criticità che gli operatori individuano principalmente in eventuali nuove ondate di contagi Covid, nell’incremento dell’inflazione, nel costo dell’energia e nell’aumento dei prezzi dei soggiorni, ma anche nella carenza di manodopera e nella lentezza nella ripartenza del turismo delle fiere e dei meeting. Sfide a fronte delle quali, tuttavia, “i fondamentali che rappresentano garanzia di un mercato sicuro e remunerativo rimangono immutati. Le dinamiche sono disturbate, ma – ha evidenziato Zirnstein – il segmento economico e gli asset immobiliari possiedono caratteristiche intrinseche per sostenere la ripresa”. Una ripartenza che – ha commentato anche Giampiero Schiavo, amministratore delegato di Castello SGR – dovrà vedere un impegno rafforzato di tutti i player soprattutto nella direzione della “destagionalizzazione e nel rendere attrattive, anche grazie a un miglioramento dei servizi e delle infrastrutture, non solo le grandi città e i luoghi più iconici, ma tutte le Regioni italiane affinché si instauri un circolo virtuoso”.
Guardando in prospettiva, il Rapporto evidenzia come lo scorso anno il mercato immobiliare alberghiero italiano abbia condiviso con il settore logistico i gradini più alti del podio per gli incrementi degli investimenti, grazie a un fatturato aumentato di oltre il 65% rispetto al 2020. La variazione, che appare più marcata perché si confronta con dodici mesi di importanti difficoltà, riavvicina le performance del comparto al 2019 durante il quale sono stati raggiunti i maggiori livelli di investimento. Per il 2022 si attende una crescita del fatturato significativa, pari al 25%, che porterà l’indicatore ad allinearsi al 2018 mentre per superare i risultati del 2019 sarà invece necessario attendere il 2024.

Uno sguardo all’Europa
Il Rapporto Castello SGR-Scenari Immobiliari ha fatto il punto anche sull’andamento degli investimenti immobiliari alberghieri a livello europeo, che nel corso del 2021 hanno interessato strutture ricettive per un valore immobiliare complessivo di 16,8 miliardi di euro. Le principali transazioni hanno riguardato immobili di differente livello, da due a cinque stelle lusso, con una quota di maggioranza rappresentata dagli hotel quattro stelle. Per l’anno in corso le aspettative sono positive: il fatturato immobiliare europeo chiuderà il 2022 con un incremento di poco inferiore al 30%. “In Europa – è l’analisi contenuta nel Rapporto – i fatturati prodotti dall’industria turistica europea, e in particolare da quella alberghiera, sono dipesi dalla domanda interna che ha sostenuto il settore non solo delle location primarie per le vacanze ma anche di quelle secondarie, considerando parimenti offerta alberghiera e extra alberghiera. L’aspettativa generalizzata di un calo dei prezzi, anche per il patrimonio immobiliare di buona qualità, è stata al momento disattesa e oggi il divario fra la pressione degli investitori opportunistici e il valore del patrimonio è ancora ampio, con una parte dei mercati dell’Europa centrale caratterizzati da scarsa dinamicità derivante dalle resistenze manifestate nei confronti delle nuove richieste della domanda”.

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