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L’immobiliare alberghiero in Italia vale 18 mld di euro

La montagna cerca di migliorarsi per attrarre diversi target, le città lavorano per superare l’impasse e il mare ha bisogno di innovazione: tutti i dati in un report

La montagna cerca di migliorarsi per attrarre diversi target, le città lavorano per superare l’impasse e i

Di Giorgio Bini, 23 Ottobre 2020

Qual è il valore delle strutture ricettive in Italia? A mapparle ci hanno pensato World Capital e PKF hotelexperts, che con il patrocinio di Confindustria Alberghi, RICS e Confindustria Assoimmobiliare, hanno elaborato la nuova edizione del Report Italian Real Estate Hotel Value. Intanto un paio di cifre:
Il cluster mare vale 18,7 mld di euro, mentre la montagna 3,7 mld. Il rapporto, al momento, ha mappato un totale di 266 località in Italia tra mare, montagna e città. L’estate che ci siamo lasciati alle spalle ha registrato un calo dei valori immobiliari della categoria 5 stelle nelle destinazioni mare, con contrazioni più importanti rispetto ai 3 e 4 stelle. Il motivo? La flessione del turismo internazionale. Più contenuto invece il calo in montagna nella fascia medio-alta dell’offerta ricettiva.
Quanto vale l’intero cluster immobiliare italiano? Qualcosa come 18,7 miliardi di euro, ma – spiegano i curatori del report, “Si tratta di un asset che in futuro potrà raggiungere migliori performance se valorizzato con un concept innovativo e con gestori in grado di allungare la stagionalità”.
L’Emilia Romagna, forte di quasi 79.000 camere, conta per circa il 23% del patrimonio totale del segmento mare, seguita da Campania, 12,5% e Sicilia, 10,2%.
Il valore del patrimonio immobiliare alberghiero in montagna, 3,7 miliardi di euro, risulta essere il più contenuto tra le tre fasce d’offerta, ma “sta esplorando un ampliamento dei servizi per rendere le location appetibili a target diversificati, in linea con la tendenza di rigenerazione e ricerca del contatto con la natura”. Il Trentino Alto Adige contribuisce in misura maggiore con circa il 55% del totale, e cresce interesse e valore su Cortina, sotto i riflettori per via delle Olimpiadi Invernali Milano – Cortina in programma nel 2026.

Le città, Roma in testa
Cosa succede nelle città? Sono state, lo sappiamo, fortemente penalizzate dal calo dei flussi internazionali. Il patrimonio immobiliare complessivo del segmento è di 36,8 miliardi di euro, il più alto rispetto a mare e montagna, e “in una fase post pandemica dovrebbe mantenere il suo patrimonio immobiliare anche se con una rivisitazione dei format per garantire maggiore flessibilità nell’utilizzo degli spazi”.
Roma, con 50.263 camere e un patrimonio immobiliare alberghiero di 12,7 mld di euro, detiene il primo posto con una quota del 34,4%. Seguono Milano, 6,8 mld di euro, Venezia, 5,9 mld, e Firenze, 3,4 mld. L’analisi ha preso in considerazione nello specifico anche la fascia alta, nella quale si stima un patrimonio immobiliare alberghiero di poco oltre i 16 miliardi di euro.

Le previsioni: le strutture si dovranno ricapitalizzare
“Il rapporto, tra i suoi obiettivi, ha anche quello di fornire una fotografia chiara della ricchezza che il Bel Paese offre, anche dal punto di vista immobiliare alberghiero. L’analisi è volta a dare un’idea del valore complessivo di un settore che va salvaguardato, soprattutto in questo momento così delicato, fornendo indicazioni utili per chi vuole acquisire, vendere o investire nel mercato dell’ospitalità – dichiara Andrea Faini, ceo di World Capital –. Riceviamo indicazioni dalle ultime rilevazioni che oggi una camera in un hotel di destinazione mare può avere un valore che oscilla dai 71.000 ai 192.000 euro, a seconda della categoria, con la prospettiva che una volta finita la pandemia i valori tornino ad essere quelli registrati in precedenza. Nei prossimi mesi prevediamo un’elevata necessità di ricapitalizzazione delle strutture alberghiere, soprattutto di quelle indipendenti con una conseguente “pulizia” dell’offerta”.

Il mercato resta dinamico con l’interesse degli investitori esteri
Aggiunge Giorgio Bianchi, managing director, PKF hotelexperts: “In merito agli scenari dei prossimi anni, i valori variano da mercato a mercato. In questi mesi ad esempio la montagna è cresciuta e per alcuni aspetti anche il balneare ha registrato un buon trend, mentre chi sta soffrendo sono le città d’arte. Detto questo, l’esperienza fa dire che nel breve e medio termine soffriranno di più le strutture indipendenti, mentre quelle affiliate alle catene mostrano maggiore resilienza. I primi dati dell’estate appena conclusa ci indicano un sensibile decremento del 23% dei valori immobiliari nel cluster montagna nella fascia 3 stelle, mentre le strutture 4 e 5 stelle, in alcune destinazioni di forte appeal, stanno reggendo bene all’impatto Covid. Nonostante il momento, il mercato degli investimenti resta vivo e dinamico, si stanno chiudendo deal importanti e gli investitori internazionali riconfermano il proprio interesse per gli asset italiani”.

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