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Novità nel segmento upscale

Di Emilio De Risi, 23 Aprile 2010

Un negozio di generi alimentari all’interno di uno storico palazzo del 1300 che, dopo anni di lavori, diventa un hotel di pregio. Potrebbe suonare come una battuta se non fosse la storia di Palazzo Caracciolo, oggi albergo partenopeo appartenente al nuovo brand Mgallery del gruppo Accor hospitality, che proprio in questa pregevole cornice, nel centro di Napoli, ha deciso di lanciare ufficialmente in Italia il suo marchio più recente: una selezione di alberghi di alto profilo, capaci di affiancare alla qualità una forte personalità derivata da un approccio non standardizzato. Presentato per la prima volta nel settembre 2008 a Lione con otto alberghi, Mgallery è giunto a fine 2009 alla soglia delle 30 strutture e pare ambisca a raggiungere il ragguardevole numero di 100 alberghi entro la fine del 2012.
Allo stato dell’arte, in particolare, questo label conta in Italia cinque strutture: è presente a Firenze con l’hotel Cerretani, a Venezia con l’hotel Papadopoli, a Castagneto Carducci, in provincia di Livorno, con il Tombolo Talasso resort, a Milano con Villa Torretta e a Napoli proprio con Palazzo Caracciolo. Il progetto di sviluppo nel nostro paese, come nel resto del mondo, prevede la crescita della rete attraverso contratti di management e di franchising.
In Italia, quindi, gioca un nuovo player nel segmento upscale. Sicuramente una sfida non tra le più semplici, dal momento che questa nicchia di mercato è ben presidiata sia da gruppi sia da alberghi indipendenti. Tra le carte a favore del label francese nella lotta alle quote di mercato, però, ci saranno sicuramente la forte personalità e la personalizzazione del prodotto. Caratteristiche, queste ultime, che potrebbero renderlo interlocutore privilegiato per quei viaggiatori interessati a provare un’esperienza alberghiera differente, pur rimanendo il brand saldamente ancorato al modello di ospitalità proprio della multinazionale francese. Altro dardo che probabilmente potrà giovare a Mgallery è poi la sua voglia di strizzare sobriamente l’occhio al mercato del lusso.
Sarà perciò interessante vedere come evolverà la crescita del brand in Italia in termini sia di risultati sia di nuove aperture, soprattutto sul versante del franchising. Anche perché un marchio così poco standardizzato, paradossalmente, potrebbe richiedere delle specifiche d’ingresso impegnative da rispettare.

Ritratto di Palazzo Caracciolo

Un esempio di design interessante, fatto di modernità ben integrata con la storicità della struttura. Basta guardare alle scale che partono dal cortile abbellito dalla limonaia, su cui la pietra originaria si armonizza perfettamente con le piastrelle moderne. Un arredo contemporaneo, insomma, con pezzi che, pur osando, sono ben integrati con il resto dell’architettura: un moderno, in altre parole, che non vuole strafare e non mette a disagio.
L’albergo, in particolare, sorge all’interno di un edificio originario del tredicesimo secolo nel quale risiedette, tra gli altri, anche il re di Napoli, nonché cognato di Napoleone, Gioacchino Murat. La struttura può contare su 143 camere e su un ristorante, a proposito del quale c’è da segnalare un divertente esempio, che denota di certo il carattere del brand: la sala, infatti, è caratterizzata da una cucina laccata in rosso dai tratti decisamente casalinghi; una cucina nella quale gli ospiti, a colazione, possono tirar fuori i bicchieri dalla dispensa o aprire il frigorifero per prendere da bere. Un’idea per far sentire il cliente a casa o per farlo lavorare col sorriso sulle labbra?

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