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Mezzo secolo di hôtellerie

Bruno Fabiano, gm del calabrese Parco dei Principi, racconta come è cambiata l'ospitalità in 50 anni

Bruno Fabiano, gm del calabrese Parco dei Principi, racconta come è cambiata l'ospitalità in 50 anni

Di Massimiliano Sarti, 10 Gennaio 2013

«Mio padre mi diceva sempre che non aveva clienti, ma solo amici. E anche se alla fine era costretto a presentare il conto, gli ospiti erano contenti di pagarlo, perché avevano trascorso una bella vacanza». Proveniente da una famiglia di albergatori, una vita trascorsa nell’hôtellerie, Bruno Fabiano ricorda le parole del padre per spiegare come «una volta fossero i clienti a cercare gli alberghi, a tornare per anni nello stesso posto perché si erano trovati bene. Ora, invece, sono gli hotel che devono trovare i propri ospiti». Il direttore generale del calabrese Parco dei Principi vanta un’esperienza ultra-cinquantennale, che lo ha condotto a lavorare non solo in varie destinazioni italiane e internazionali, ma anche per strutture dalla vocazione profondamente differente: dal Royal Garden di Londra all’Hotel Lac Salin Spa & Mountain Resort di Livigno, passando, tra gli altri, per l’InterContinental di Ginevra, l’Excelsior di Honk Kong e l’Aerohotel di Milano, nonché per il Palumbalza Sporting Hotel e Residence di Porto Rotondo, le cosentine Terme Luigiane e il Marina Club di Baia Domizia. Nonostante tutti questi cambiamenti, o forse proprio per questo, Fabiano è però convinto che le basi della gestione di un albergo siano sempre le stesse: «Budget e sistemi di controllo sono la vera spina dorsale di una buona conduzione: era vero un tempo, è vero anche ora; ovunque ci si trovi».
Domanda. Eppure programmi e sistemi informatici hanno rivoluzionato il mondo dell’hôtellerie.
Risposta. Certo, adesso è tutto più facile e più analitico. Ma un budget, per essere tale, deve sempre comprendere un’analisi dell’anno precedente, di quello in corso e di quello che verrà. Oggi come ieri, in altre parole, non si può prevedere un incremento di fatturato soltanto perché si pensa di aumentare il piano tariffario: occorre considerare l’andamento del mercato. E a volte bisogna persino fare dei passi indietro: avere il coraggio di essere realisti. Se si prevede che nei futuri 12 mesi si registreranno meno eventi, se la congiuntura è recessiva, allora bisogna avere la capacità di operare con intelligenza sui costi.
D. Non una cosa facile…
R. Vero: occorre molta competenza, altrimenti si rischia di impoverire il prodotto. I risparmi intelligenti sono solo quelli che alla fine pagano; quelli sbagliati producono più danni che vantaggi.
D. Tra le tecniche che hanno subito maggiori mutamenti in questi anni, c’è poi sicuramente la gestione delle tariffe…
R. In effetti, una volta i prezzi delle camere cambiavano tre o quattro volta all’anno, in concomitanza con la bassa, la media, l’alta e l’altissima stagione. Oggi, invece, c’è il revenue management e le tariffe possono variare anche giornalmente: il prezzo non lo si fa più sul prodotto, ma sul mercato. Una tecnica che, se gestita bene, porta sicuramente dei risultati.
D. Cambiando prospettiva: cosa cercano gli ospiti oggi in un’offerta ricettiva?
R. Soprattutto qualità e value for money: il rapporto qualità-prezzo è importante. Il numeratore di tale frazione, però, non è determinato solo dagli arredi e dalle attrezzature di un albergo, ma anche, se non soprattutto, dal livello del personale. Il vero valore di un hotel, infatti, è rappresentato dalla qualità del proprio staff, dalla sua professionalità, dalla passione che il team sa esprimere per questo tipo di mestiere e per la maniera di svolgerlo. Perché lavorare in hotel non può significare solamente ottenere un impiego; deve altresì comprendere il desiderio di far parte di un mondo, quello del turismo, che non ha pari: che ti permette di girare il mondo, di fare grandi esperienze, di imparare le lingue e di crescere professionalmente.
D. A proposito di personale, anche i professionisti dell’hôtellerie non saranno più gli stessi di un tempo…
R. Una volta le risorse umane non esistevano: esisteva la passione e la voglia di arrivare; ci si impegnava con l’ansia del risultato. Ma era un’ansia positiva, stimolante, capace di farti crescere nel lavoro e nei rapporti umani. Per contro, adesso le tecniche di formazione sono molto più sviluppate, supportate da strumenti e metodologie che si sono evolute nel corso degli anni e che una volta non c’erano.
D. Quello che a volte manca oggi, allora, è la motivazione?
R. Forse. Ciò di cui sono sicuro, però, è che la mia è una direzione partecipativa, basata sulla conoscenza dei problemi dei vari reparti e sull’ascolto dei collaboratori. È la squadra, per me, la vera formula vincente: per impostare una grande direzione, l’ingrediente giusto è la presenza di un team affiatato di persone che collaborano tra di loro in maniera organizzata. E questo è un minimo comune denominatore per tutti i tipi di alberghi: di oggi o di ieri, leisure o business che siano.

Rilanciare il turismo della regione

Valorizzare e trasformare le risorse della regione, per sviluppare il turismo e attrarre il maggior numero di visitatori possibile. È questa la ricetta di Bruno Fabiano per rilanciare l’industria dei viaggi e dell’ospitalità in Calabria: «Una destinazione straordinaria, con risorse naturali uniche, beni culturali di grandissimo valore e un’offerta che non è solamente balneare ma che comprende anche la montagna, il turismo religioso e quello termale. A fronte di tutto ciò, la regione è però fortemente penalizzata dalle vie di comunicazione: basti pensare alla famosa Salerno-Reggio Calabria che non è stata ancora ultimata, anche se ora sembra finalmente in dirittura d’arrivo. Così dovesse essere, sarebbe un passo importante per la ripresa della destinazione».
Il richiamo di Fabiano è soprattutto per le istituzioni, che dovrebbero impegnarsi al fine di agevolare e incrementare i flussi turistici: «Le strutture alberghiere calabresi fanno di tutto per accrescere la loro competitività e vendere il loro prodotto, ma da sole non possono farcela. Occorre una promozione intelligente, che dia risultati concreti. Sul modello di quanto per esempio fece proprio la stessa regione qualche anno fa, quando decise di contribuire alle spese di trasporto dei viaggiatori, offrendo gratuitamente il trasferimento in treno. Fu un progetto che diede davvero risultati eccellenti».
Ma l’importante, per Fabiano, è soprattutto crederci: «E noi qui al Parco dei Principi ci crediamo davvero. Tanto che teniamo aperto anche nel periodo invernale, facendo promozioni sia per noi sia per il territorio, e sviluppando la convegnistica e la banchettistica. Perché, in Calabria, non c’è solo il mare».

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