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A Trieste rivive la Belle epoque

Di Massimiliano Sarti, 17 Luglio 2009

Per i viaggiatori di oggi, come per quelli di un secolo fa, il fascino degli alberghi è uno degli elementi fondamentali che concorrono a definire l’appeal di una destinazione. A partire da questa convinzione Starhotels ha recentemente portato a termine, con il consenso e l’appoggio delle istituzioni locali e della sovrintendenza alle belle arti, l’ambiziosa operazione di restauro del triestino Savoia Excelsior Palace, finalizzata al recupero dell’edificio monumentale nel rispetto del design originale del 1911. Con il suo maestoso, raffinato e scenografico stile da grand hotel fin de siècle, il Savoia intende così tornare a essere «il più importante e lussuoso hotel dell’Austria Ungheria», come lo definivano le cronache dell’epoca in cui fu inaugurato. «Finalmente, e spero definitivamente, sembra tramontato il minimalismo scabro degli anni 90, che aveva spazzato via ogni espressione di creatività e di emozionalità nella concezione dell’interior design. Oggi si torna a parlare il linguaggio delle atmosfere, di ambienti realizzati soprattutto grazie a una cura meticolosa dei dettagli», spiega l’amministratore delegato di Starhotels, Elisabetta Fabri. «Avere perciò a disposizione un monumento all’ospitalità quale il Savoia, progettato come il prototipo del grand hotel, l’albergo ideale, e ora arricchito dalle più moderne funzionalità, ci dà un forte vantaggio competitivo».
L’obiettivo è quello di raggiungere i 7 milioni di euro di fatturato nei prossimi tre anni, grazie anche alla presente vitalità di Trieste e del suo territorio. «Il capoluogo giuliano è al centro di un articolato sistema di paesi, alcuni dei quali hanno registrato, negli ultimi anni, una crescita economica a doppia cifra percentuale. Di questi territori, Trieste è il porto di riferimento e il nostro albergo mira a riappropriarsi del proprio ruolo storico di salotto buono della città, di luogo privilegiato della vita sociale», prosegue Fabri. «Come recita un nostro slogan, vorremmo insomma tornare a essere il cuore della città. Di una città, però, che è anche il cuore d’Europa: il recente incontro dei ministri degli esteri del G8 nel capoluogo giuliano ha infatti riacceso i riflettori su questo centro dal fascino scontroso ma intatto. Il numero di collegamenti aerei tra l’aeroporto di Ronchi dei Legionari e le grandi capitali europee, inoltre, è in forte incremento. Il movimento crocieristico, infine, potrebbe privilegiare il porto di Trieste, quale alternativa a un ormai saturo scalo veneziano. Sono, questi, tutti elementi di ottimismo sul futuro dei flussi turistici verso la città giuliana. Mentre il Savoia si propone anche quale location privilegiata per meeting ed eventi, grazie al proprio centro congressi dotato di nove sale riunioni, della capienza complessiva di 650 persone».
L’arte dell’hôtellerie, però, non si traduce solamente nel fascino delle strutture. Essa si manifesta necessariamente anche nella qualità del servizio e dell’accoglienza. A tal fine, Starhotels ha selezionato e continua a cercare personale in grado di garantire pure alla struttura triestina il livello degli standard e delle procedure proprie di tutto il gruppo alberghiero. «In particolare», conclude Fabri, «data la location del Savoia, abbiamo ritenuto necessaria un’ottima conoscenza delle lingue straniere da parte di tutte le risorse coinvolte in questo progetto. Inoltre, al fine di dare continuità professionale all’albergo dopo la chiusura biennale per i lavori di ristrutturazione, abbiamo preparato una squadra di collaboratori interni a Starhotels, che rimarrà a Trieste per almeno quattro mesi (da maggio a settembre), proprio per garantire la qualità del servizio e formare il nuovo personale sugli standard delle nostre procedure. Nel frattempo abbiamo anche avviato un’intensa campagna di ricerca di personale, basata principalmente sui criteri della professionalità, delle competenze, della flessibilità e della continuità».

I criteri della ristrutturazione

Preservare l’autenticità dell’edificio: questo l’obiettivo del progetto di restauro biennale del Savoia Excelsior Palace, recentemente concluso da parte di Starhotels. «Sono occorsi mesi di ricerche filologiche per recuperare le linee stilistiche originali e riportare alla luce gli elementi distintivi del progetto del 1911», racconta Elisabetta Fabbri. «E in ciò siamo stati accompagnati, passo dopo passo, dai tecnici della sovrintendenza di Trieste. Nella ristrutturazione, in particolare, abbiamo tenuto conto dell’esigenza di ripristinare a un uso contemporaneo strutture, spazi e manufatti d’epoca, al contempo garantendo la modernità di servizi eco-compatibili. Grande attenzione è stata infatti posta verso la eco-sostenibilità. Trattandosi di una struttura alberghiera, dove il consumo d’acqua è uno dei parametri più sensibili, i progettisti hanno così prima di tutto pensato a un sistema che consentisse di recuperare interamente l’acqua grigia, trasformandola in acqua igienicamente pulita e sicura. Ma pure gli altri impianti sono stati progettati per garantire risparmio ed efficienza energetica: mi vengono in mente, per esempio, i cogeneratori a basso impatto ambientale, le centraline per il trattamento dell’aria a inverter (capaci di contenere i consumi in funzione dell’effettivo utilizzo), le tecnologie a led per l’illuminazione e una centrale termica a elevatissimo rendimento, nonché a bassa emissione di gas e a limitato impatto acustico».

Una storia leggendaria

Realizzato nel 1911 su progetto dall’architetto austriaco Ladislaus Fiedler, che nella costruzione utilizzò tecniche allora ultramoderne come il cemento armato, il Savoia richiama i palazzi mitteleuropei dell’epoca: proprio la cifra stilistica che informa di sé buona parte dell’architettura di Trieste. Pensato come l’albergo ideale, concepito secondo gli schemi del grand hotel, fu considerato da subito un albergo modello. Tra i suoi ospiti, in quasi un secolo di storia, famiglie blasonate, artisti, diplomatici e tutta un’elite turistica internazionale che arrivava a Trieste via mare o via terra, nei tour da e per il Nord Europa. Ma il Savoia vanta soprattutto una frequentazione davvero d’eccellenza: quella dell’imperatore Francesco Giuseppe, che apprezzava particolarmente i propri soggiorni triestini. E ancora oggi l’hotel giuliano conserva, al proprio interno, l’appartamento e il bagno privato del sovrano austro-ungarico: un vero gioiello di architettura d’interni.

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