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Sassello, dov’è nata Venere

Di Anna Goffi, 28 Maggio 2004

A partire da questo numero, proporremo periodicamente un’Italia meno nota che vale la pena di scoprire e valorizzare, presentandone caratteristiche e strutture ricettive. Si tratta di luoghi ancora intatti, con splendidi paesaggi, preziose tradizioni e sapori unici, che vanno rispettati e tutelati. L’ideale per un turismo sostenibile e rispettoso dell’ambiente

Punto di partenza ottimale per escursioni lungo l’Alta via dei Monti Liguri o l’antica Via del sale, a soli 18 chilometri dalle coste della Riviera, Sassello, in provincia di Savona, è il luogo ideale per trascorrere una vacanza tranquilla, all’aria pulita, scrollandosi l’inquinamento e lo stress cittadino. “Qui è nata Venere – dice il sindaco Paolo Badano – perché l’amore e la bellezza possono nascere solo dall’armonia e dalla pace”.
In ogni caso Sassello, coi suoi “100 chilometri quadrati di tenerezza”, risulta essere il primo comune assegnatario della Bandiera arancione, marchio che promuove lo sviluppo di un turismo ecocompatibile e che attesta esempi di territori particolarmente ricchi di attrattive naturali, paesaggistiche e culturali, con radici in tradizioni millenarie, unite alla qualità dell’accoglienza turistica.
A Sassello c’è un solo albergo: l’hotel-ristorante Pian del sole, di proprietà della famiglia Ravera, formata dallo chef di cucina Ivano, da sua moglie Carla Porta e dalla mamma di lui, Rina, oltre che dal piccolo Gabriele di 9 anni che è nato in concomitanza con l’inaugurazione dell’hotel.
L’albergo 3 stelle è aperto tutto l’anno e viene costantemente curato, tanto che dal 2000 detiene il marchio di qualità assegnato dalla Camera di commercio di Savona.
Ritrovo d’elezione per gruppi di ciclisti e motociclisti, soprattutto stranieri, la struttura ha 32 camere per 67 posti-letto, dispone di un centro congressi per 60 persone e di una sala ristorante che può ospitare fino a 150 invitati. Qui si svolgono serate gastronomiche a tema, cerimonie e banchetti.
La cucina di Ivano Ravera, prima di essere apprezzata per la ricchezza di sapori, si gusta con gli occhi perché ogni piatto è presentato in modo invitante. Lo chef, quarantacinquenne, si occupa di cucina da 30 anni. Infatti già a 15 anni, mentre frequentava la Scuola alberghiera di Alassio, faceva l’aiutante cuoco nella stagione estiva. A 22 anni prese in gestione un ristorante pensione di 9 camere, aiutato dalla madre Rina, che in precedenza gestiva un bar e produceva vino e torrone. Al nuovo hotel-ristorante Pian del sole oggi Ivano, parco di parole ma pieno di fantasia, in cucina esprime il meglio di sé, inventando piatti originali con l’utilizzo di profumi e sapori locali dal gusto antico.
Una grande soddisfazione è stata quella di essere scelto nel febbraio 2002 da Casa Italia, insieme ad altri 11 cuochi, per portare la cucina ligure-piemontese in America. Hanno cucinato ogni sera, per due settimane, da duecento a trecento piatti per l’equipaggio italiano che partecipava alle Olimpiadi della neve a Salt Lake City.

La ricetta

Il coccio del bosco

Ingredienti (una porzione)
Due patate, funghi porcini freschi, due fette di filetto di manzo piuttosto sottili, prezzemolo, aglio, sale, olio, un po’ di pasta di pane.

Procedimento
Fare lessare le patate con la buccia. Poi spellarle, tagliarle a fette non troppo sottili e bagnarle con olio d’oliva extravergine. Imburrare una ciotolina di terracotta, alternare a strati nella ciotolina le fette di patate, i funghi porcini crudi a fette piuttosto spesse, il filetto. Salare e condire con un pizzico di aglio e di prezzemolo. Coprire la ciotolina con una sottile pasta di pane e infornare dopo averla spennellata con un rosso d’uovo, sbattuto.
Far cuocere per 15 minuti in forno a 180 gradi e comunque fino a quando non sarà cotta al punto giusto la pasta. Per aprire la pasta, tagliarla tutt’intorno a cerchio e sollevarla in parte.

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