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In Alta Val Badia premi e cene ladine nei masi

Di Pierpaolo Dutto, 2 Maggio 2003

Molte le novità nel panorama turistico dell’Alta Val Badia. A Roma, durante una serata d’onore presentata da Antonella Clerici, il comprensorio è stato premiato come miglior stazione sciistica italiana, al top della hot list stilata dagli esperti di Condé Nast Traveller The Best che segnala il meglio nelle diverse categorie turistiche.
Il premio ha incoraggiato l’entusiasmo degli operatori turistici che si attivano su diversi fronti. Un’altra iniziativa interessante, difatti, è quella messa in atto da numerosi agricoltori che stanno riattando le vecchie strutture contadine per potervi organizzare simpatiche “cene in fattoria”. Iniziarono una decina d’anni fa Enrico e Maria Nagler di Pedraces, riaprendo con grande successo la vecchia fattoria di Runch, un tipico maso chiuso che risale ai primi dell’Ottocento.
Questo modello di casa rurale è stato introdotto alla fine del Settecento, sotto l’impero di Maria Teresa d’Austria, e identifica una proprietà indivisibile che si trasmette a un figlio solo, generalmente il primogenito, per garantire la sopravvivenza della famiglia.
L’idea vincente dei coniugi Nagler, coadiuvati dai figli, è quella di offire le caratteristiche pietanze ladine nelle autentiche stube che vantano ancora gli antichi forni originali. Mentre Enrico apparecchia i tavoli e serve, Maria confeziona i piatti locali: la paniscia (zuppa d’orzo), le turtres (frittelle), i cajincì t’ega (ravioli), i cajincì arstis (una specie di krapfen sia salati sia dolci), lo stinco di maiale e le costine, e infine le furtaies (dolci fritti che le madri preparano in occasione del matrimonio delle figlie).

la ricetta*
Cajincì arstìs (piccoli krapfen fritti ripieni di spinaci)

Ingredienti
500 gr di farina
500 gr di patate lesse
50 gr di lievito
un cucchiaio di zucchero
1/2 l di latte
2 uova
sale

Procedimento
Sciogliere il lievito nel latte tiepido con lo zucchero e lasciar riposare per 10 minuti in luogo caldo. Aggiungere metà della farina e preparare un impasto. Far riposare ancora mezz’ora.
Passare le patate a puré, incorporare insieme al resto della farina, alle uova, al sale e formare un impasto morbido. Spianare la pasta abbastanza sottile, ritagliare delle rotelline di circa 6 centimetri di diametro, riempirle con ripieno di spinaci cotti, chiudere molto bene i bordi con le dita e far riposare per 40 minuti in luogo caldo. Friggere nell’olio non troppo bollente: se l’olio è troppo bollente, si forma solo la crosta all’esterno e non cuociono bene all’interno. È possibile sostituire il ripieno di spinaci con i semi di papavero pestati.

* La ricetta è tratta dal libro Sapori delle Dolomiti, di Rosmarie Pescosta.

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