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Il valore di uno staff affiatato

Di Marco Bosco, 9 Ottobre 2009

«Sono molto contento di avere portato con me, dalle mie precedenti esperienze, uno staff affiatato e capace di lavorare in sintonia. Tra coloro che hanno deciso di seguirmi c’è, per esempio, il mio assistente, il responsabile meeting e congressi, nonché quelli sales e booking, il capo ricevimento e la governante». È il general manager del Crowne Plaza Milan City, Luciano Pellegrini, a parlare con orgoglio del proprio gruppo di collaboratori. «Chiunque lavori nel comparto dell’ospitalità sa bene quanto la qualità dello staff conti nel definire il successo di una struttura ricettiva. Riuscire a creare un team affiatato, che ami lavorare insieme, significa perciò sia garantirsi un ottimo ambiente di lavoro, sia mettere un’ipoteca sulla qualità di servizi e risultati. Non solo, infatti, tra noi regna una grandissima fiducia, ma ciascuno di noi conosce molto bene i reciproci pregi e difetti ed è quindi sempre in grado di agire per il meglio». I motivi di tale fedeltà lavorativa risiedono, per lo stesso Pellegrini, nella propria propensione a condividere meriti e responsabilità, ma soprattutto a coinvolgere lo staff nelle scelte strategiche. «E poi loro sanno benissimo, che nel caso gli si presentasse una buona occasione di carriera, io sarei il primo a spronarli ad accettare e ad augurare loro la migliore fortuna possibile».
Il Crowne Plaza Milan City è stato recentemente inaugurato in via Melchiorre Gioia, a pochi passi dalla stazione centrale di Milano, ma, in realtà è già operativo da ben un anno e mezzo, «perché», come spiega Pellegrini, «abbiamo preferito attendere la conclusione di tutti i lavori, e in particolare di quelli della facciata, prima di presentare l’hotel in maniera ufficiale». Dopo circa 18 mesi dall’apertura effettiva si può perciò già tracciare un primo bilancio. Da un rapido calcolo risulta così evidente come il management dell’hotel, dopo il tradizionale periodo di start-up, sia incappato in una delle congiunture economiche più difficili che il mondo abbia sperimentato da un secolo a questa parte. Una crisi che, nel comparto alberghiero italiano, si è peraltro abbattuta pesantemente sul segmento del business travel, tradizionale cavallo da tiro dell’ospitalità milanese. «È tutto vero. Ma i tempi stanno cambiando e anche il capoluogo lombardo sta cominciando a ritagliarsi il proprio spazio all’interno delle mete leisure più apprezzate d’Italia», racconta Pellegrini. «Noi, in particolare, grazie a una serie di politiche tariffarie molto aggressive e a una percentuale di clienti leisure pari a circa il 40% del totale dei nostri ospiti, tra aprile e agosto 2009 siamo riusciti a ottenere un tasso di occupazione medio del 70%». Un dato che per una struttura aperta da poco tempo, nella congiuntura critica che tutti conosciamo e per di più in un periodo tradizionalmente considerato di bassa stagione per il capoluogo lombardo, non può che essere considerato di ottimo livello.
«La difficoltà ora», conclude Pellegrini, «sta nel riallineare i nostri prezzi al reale valore del nostro servizio, che per qualità meriterebbe mezza stella in più rispetto alle nostre 4. Oggi è difficile fare previsioni di lungo periodo, ma l’idea è quella di rafforzare la nostra presenza nel mercato corporate, che ancora non presidiamo a un livello sufficiente rispetto alle nostre potenzialità. Non cerchiamo un target di clientela aziendale preciso, perché noi ci proponiamo come una struttura adatta alle esigenze di tutti, ma contiamo di stringere accordi con una serie di clienti, in grado di garantirci una domanda di qualità. E per farlo stiamo approntando un team di due commerciali, che si occuperanno specificamente del comparto corporate. Naturalmente, poi, continueremo ad appoggiarci sugli uffici sales del gruppo e sulle attività di promozione e vendita diretta on-line. Per la prossima stagione invernale pensiamo così di riassestarci su un equilibrio di mercato più tradizionale per la città di Milano, fatto per il 70% di clienti business e per la restante parte di viaggiatori leisure».

Identikit dell’hotel

Un elegante gioco di marmi e legno scuro accoglie gli ospiti del Crowne Plaza Milan City. Situato non lontano dal centro di Milano, a due passi dalla stazione della metropolitana, l’hotel è stato progettato dall’architetto Isabella Franco, mentre del suo design si è occupato Max Minoia. La struttura, disposta su nove piani, vanta 109 camere, tre meeting room con luce naturale, un’area wellness con sauna e bagno turco, nonché un centro fitness con attrezzature Technogym sul tetto panoramico dell’edificio. A completare l’offerta dell’hotel, il ristorante Metropolitan, che propone cucina internazionale.

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