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Il 2013 si apre in negativo

I dati Federalberghi su gennaio danno in calo la domanda italiana e quella internazionale

I dati Federalberghi su gennaio danno in calo la domanda italiana e quella internazionale

Di Marco Beaqua, 21 Febbraio 2013

Inizia male il 2013 per il comparto alberghiero. Anzi, forse non è mai andato così a fondo. Almeno stando a quanto dichiara Federalberghi, annunciando i dati di gennaio del suo tradizionale monitoraggio mensile sulle performance dell’ospitalità italiana: un vero crollo di presenze italiane, diminuite del 9,6% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, a cui si è accompagnato un decremento sensibile anche di quelle internazionali (-1,1%), che questa volta non sono riuscite a controbilanciare le perdite del turismo domestico, come avevano invece fatto, almeno parzialmente, nel recente passato. Nel corso del 2012, infatti, pur registrando complessivamente il comparto un calo di presenze del 2,5% rispetto all’anno precedente, la componente straniera era aumentata dell’1%, a fronte di una diminuzione del 5,4% della domanda nazionale. I circa 7 milioni di pernottamenti alberghieri perduti nel 2012 avrebbero peraltro provocato, secondo le prime stime di Federalberghi, un calo del giro d’affari di 3 miliardi di euro, corrispondente a un decremento del 10% dei fatturati delle imprese ricettive.

Ma c’è anche chi non conosce la parola crisi: Starwood chiude un anno da record

Nonostante una leggera frenata registrata nell’ultimo trimestre, si chiude decisamente bene l’anno per Starwood, tanto da far dire al ceo Frits van Paasschen che «il nostro bilancio non è masi stato così forte nella storia della compagnia». Lo dimostrerebbe, secondo lo stesso van Paasschen, anche la recente emissione di obbligazioni senior notes a dieci anni, a un tasso del 3,125%, «che credo rappresenti l’interesse più basso mai ottenuto da un gruppo ricettivo Usa per questo tipo di strumento finanziario». Ma veniamo ai numeri: l’ultimo quarto 2012 è terminato, per il gruppo americano, con i ricavi operativi a quota 65 milioni di dollari, contro i 158 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente. Ciononostante, tra ottobre e dicembre 2012, il ricavo medio per camera disponibile delle strutture Starwood, a livello globale, è salito del 4,1% (su base comparabile e a dollari costanti) rispetto al medesimo trimestre 2011. Persino migliore risulta peraltro il dato annuale del revpar, che nel corso dell’intero 2012 è aumentato del 5% (su base comparabile e a dollari costanti). Durante l’anno appena terminato i profitti Starwood sarebbero cosi ammontati a 562 milioni di dollari, per un incremento del 14,9% rispetto al 2011. «E il 2013 si presenta ancora migliore», conclude van Paasschen. «L’incertezza registrata nelle principali economie globali pare infatti stare lasciando spazio a una sensibile ripresa della domanda». In Nord America e in Europa, secondo il ceo Starwood, insieme al tendenziale incremento della domanda si starebbe, in particolare, già sperimentando una certa carenza di offerta, mentre l’esponenziale crescita economica dei paesi emergenti in Asia, America Latina e Medio Oriente dovrebbe sospingere ulteriormente le performance alberghiere.

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