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Hotel per nuovi nomadi

Di Valentina Borron, 18 Marzo 2005

Pubblichiamo la prima parte di un articolo dell’architetto Valentina Borroni dello Studio Marco Piva, sulle trasformazioni degli hotel contemporanei. Il seguito nel prossimo numero.

Nel mondo globale il viaggio e il turismo rappresentano temi di estrema attualità. Durante gli anni ’90 si è sgretolato il comportamento regolato da uno specifico stile di vita.
Lo stesso individuo, cioè, si dimostra un po’ pioniere e un po’ arcaico; non esiste solo il turista avventuroso, il turista culturale o il turista in cerca di assoluto relax.
Ciascun individuo alterna diverse interpretazioni dell’essere turista in base ai bisogni, agli stati d’animo, a situazioni particolari e in costante evoluzione.
Il tema della domesticità, d’altro canto, è stato influenzato dal vorticoso aumento delle opzioni possibili nelle scelte del vivere quotidiano e dall’accelerazione costante dei ritmi, che ha accresciuto un sentimento di spaesamento da parte dell’individuo.
Sentimento che viene ulteriormente acutizzato dal fatto che la rivoluzione dell’info-tech (informazione più tecnologia) viaggia a una velocità di gran lunga superiore alla capacità individuale di recepirla.
La risposta sempre più frequente è quella della ricerca di domesticità in tutte le esperienze del vivere quotidiano: l’individuo ha bisogno di punti di riferimento, di segni rassicuranti.
Molti servizi e prodotti nell’ambito contract si stanno adeguando a questo trend, mostrando di capire quanto il concetto di domesticità sia maturato negli ultimi anni.
Aspetto predominante, inoltre, assume il rapporto tra locale e globale che nasce da due tendenze apparentemente opposte: la ricerca di memoria, di radici e di tradizioni locali (locale) e lo sviluppo di culture cosmopolite (globale), mix che influenza sempre più la nostra cultura.
Il fenomeno dei collegamenti tramite reti telematiche come internet da un lato allarga gli orizzonti spaziali, dall’altro sta diventando un veicolo importante per tutte le reti civiche e le informazioni di carattere locale.
Alla base di tutto questo, gli spazi destinati all’ospitalità devono saper creare un senso di luogo, tramite una realtà che può assumere diverse tematiche da presentare al viaggiatore più consapevole.
L’hotel, inoltre, rappresenta una miscellanea sociale e culturale, ospitando clienti di diversa provenienza ed estrazione sociale, che rappresentano i nuovi nomadi dell’era contemporanea.
Il nuovo nomade, lontano da casa, può assumere identità diverse in uno spazio, quello dell’hotel, che deve consentire all’ospite la rappresentazione di sé stesso.
Muoversi in spazi neutri e universali può creare un senso di assenza di luogo, gli hotel contemporanei devono confrontarsi con questo senso di assenza, nel tentativo di inventare un luogo.
A ciò si aggiunga la complessità dell’innovazione tecnologica all’interno della cultura progettuale alberghiera e le richieste di numerose prestazioni e servizi offerti da parte di target sempre più specifici e differenziati e la proliferazione di attività che vengono svolte all’interno dell’albergo, non soltanto in rapporto alla permanenza-pernottamento degli ospiti ma in relazione al contesto circostante
Il lavoro, ad esempio, è da tempo uscito dall’ambito ufficio attraverso l’uso di computer palmari e di telefonini, i confini vengono così superati virtualmente, rendendo possibile un nomadismo generato dai nuovi mezzi di comunicazione in grado di rendere possibili attività lavorative a distanza.
Le persone che comunicano in modo virtuale, poi, s’incontrano in strutture che devono essere in grado di offrire loro molteplici servizi.
Oggi le strutture alberghiere devono necessariamente relazionarsi a 360 gradi alle esigenze del cliente, rispondendo a requisiti di benessere e di comfort fisico e psichico e offrendo locali aperti all time. sempre più polifunzionali.

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