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Beni turistici “pay per view”

Di Antonio Caneva, 12 Luglio 2002

Negli ultimi tempi, ricorrentemente, si susseguono notizie di “balzelli” imposti ai turisti per godere delle bellezze naturali o vivere esperienze culturali. Nell’editoriale di alcune settimane orsono facevo alcune riflessioni su recenti situazioni emerse per lucrare sul turismo; ricordavo ad esempio che a Firenze l’amministrazione aveva deciso di portare il costo del posteggio dei pullman a 150 euro. Da quel momento un succedersi incessante di notizie di nuove tasse per l’utilizzo dei beni pubblici; come ricordava il Corriere della Sera di sabato 6 luglio, 3 euro per la visita alla Basilica di Santa Croce, due per la cattedrale di Pisa, 6 per l’accesso a cinque monumenti e chiese di Ravenna, un euro per sbarcare alle isole Tremiti, 7 per ancorarsi nell’arcipelago della Maddalena, aggiungendo: “è aperto il dibattito sulla cultura “pay per view” o magari “on demand”. Questa lista delle zone a pagamento non è certamente esaustiva perché si può aggiungere, ad esempio, la spiaggia di Orosei ( 8 euro), prossimamente le isole Eolie e anche l’estero, dove si stanno prontamente attrezzando: è in atto infatti nelle isole Baleari una polemica tra gli albergatori e l’amministrazione locale, che ha voluto introdurre una tassa che grava sui turisti. In Italia esisteva tempo addietro la tassa di soggiorno che, tra mille polemiche sulla negatività rispetto ad un turismo moderno, è stata finalmente abolita. Sembra però che l’appetito negli ultimi tempi sia cresciuto a dismisura ed ogni piccolo nucleo, località, zona, istituzione culturale, stia studiando un qualche modo di reperire risorse, gravando il visitatore. Dice il giurista Guido Rossi, nell’articolo di Dario Fertilio sul Corriere della Sera, sopra menzionato: “L’idea di una gabella per respirare, godere un dipinto o passeggiare in campagna, è già tradire l’idea di uguaglianza della Costituzione”. E’ veramente pericoloso trasformare il nostro paese, in un luna park, rendendolo oggetto destinato ed essere consumato come bene economico, senza una propria vita autonoma che derivi dal rapporto “normale” con residenti e visitatori.

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