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Affitti brevi, Firenze fa scuola: stop a nuove locazioni in centro

Il consiglio comunale ha dato il via libera alla delibera che vieta gli affitti brevi nell'area Unesco. Il sindaco Nardella: "Proviamo a fare breccia nell'inerzia del Paese"

Il consiglio comunale ha dato il via libera alla delibera che vieta gli affitti brevi nell'area Unesco. Il si

Di Job in Tourism, 4 Ottobre 2023

Alla fine è arrivato il via libera del consiglio comunale: con un voto a maggioranza (e non senza spaccature) Firenze ha approvato la delibera che mette un freno alle locazioni turistiche brevi nel centro cittadino. Si tratta del primo provvedimento in tal senso adottato da un singolo Comune in attesa della regolamentazione a livello nazionale, della quale si discute da tempo e per la quale esiste già una bozza di disegno di legge elaborato dal Ministero del Turismo che attende di arrivare in Parlamento.

La delibera fiorentina

La delibera votata dal consiglio comunale di Firenze prevede il divieto, non retroattivo, di utilizzo degli immobili con destinazione residenziale per affitti turistici brevi nel centro storico della città, nell’area sottoposta a vincolo Unesco. E’ previsto inoltre un azzeramento dell’Imu sulla seconda casa, per tre anni, in favore di coloro che rinunceranno alle locazioni brevi e torneranno a quelle ordinarie.

“Oggi ci prendiamo la responsabilità di intervenire là dove, finora, Governi e Parlamenti non sono intervenuti”, ha spiegato in aula il sindaco, Dario Nardella, che ha definito “deludenti” le bozze di regolamentazione presentate finora dal Governo, la cui discussione non è ancora stata calendarizzata. “E allora, cosa avremmo dovuto fare? Continuare a sopportare passivamente questa insostenibile inerzia? Nel 2016 – ha comunicato il sindaco – avevamo poco meno di 6mila appartamenti inseriti su Airbnb, oggi ne abbiamo quasi 14.378. In questo lasso di tempo, il costo medio dei canoni mensili per le locazioni ordinarie (residenziali) è aumentato del 42%, passando dai 13,4 euro al mq del 2016 ai 19 euro al mq dello scorso agosto. Solo nell’ultimo anno, l’aumento è stato del 15,1%. Significa pagare, per una singola stanza, almeno 500 euro al mese. Si è poi avuta una escalation dopo il Covid, quando la forza attrattiva delle piattaforme online e l’assenza di regole, unica alla redditività altissima dello sfruttamento turistico dell’alloggio privato, ha portato a questa situazione”.

Da qui – e a fronte della mancanza di un intervento di natura statale – la decisione del Comune di “forzare la mano” con un provvedimento locale, che punta a fare scuola o, quantomeno, a spingere sull’acceleratore per arrivare a una soluzione nazionale. “Questa nostra iniziativa è un passo concreto. Non è una panacea ma – ha detto Nardella – abbiamo la responsabilità di proporre al Consiglio comunale una strada con un significato politico: proviamo a fare breccia in questa situazione di inerzia nel Paese”.

Le reazioni

Al di là delle reazioni politiche locali – con la minoranza di centrodestra che ha già sollevato un problema di competenza sulle questioni turistiche, che spetterebbero alla Regione e non al Comune – subito si sono fatti sentire i property manager. “Riteniamo la delibera anti-Airbnb, votata in Consiglio comunale a Firenze, completamente sbagliata. È una scelta che va contro il liberalismo del mercato, che mostra caratteri anti democratici e anti costituzionali perché impedisce a imprenditori di inserirsi in città”, ha dichiarato Lorenzo Fagnoni, presidente di Property Managers Italia, l’associazione degli imprenditori degli affitti turistici. “Come associazione non ci tiriamo certo indietro: partecipiamo al tavolo del Ministero del Turismo sugli affitti brevi e stiamo lavorando con il Governo nazionale a una legge nazionale, perché le decisioni in questo ambito spetterebbero prima di tutto al Parlamento. Il sindaco Nardella ha invece scelto la scorciatoia localistica e propagandistica che porterà Firenze in un vicolo cieco“.

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