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Un binomio inscindibile

Di Alessandro Buono, 29 Marzo 2002

Negli ultimi anni si è assistito a un avvicinamento del mondo della moda nei confronti del turismo. E’ questa la tesi conclusiva che Alessandro Buono ha sostenuto alla fine del Master in hospitality management presso il Cst (Centro italiano di studi superiori sul turismo e sulla promozione turistica) dell’Università di Assisi.

Negli ultimi anni si è assistito a un avvicinamento del mondo della moda nei confronti del turismo. Quest’ultimo prende una forma del tutto particolare, sia che lo si voglia analizzare da un punto di vista organizzativo, sia che si prenda in considerazione il suo aspetto ricettivo. Va poi considerato l’interesse dimostrato da alcune importanti case creatrici di moda nell’investire le proprie risorse nelle attività turistiche. Questi, dunque i tre principali assi lungo i quali si stanno muovendo gli operatori del settore moda in commistione con i fenomeni turistici. E’ necessario porre in risalto la funzione di figure professionali più o meno nuove che, in una posizione di mediatori tra le case di moda e le aziende turistiche, come alberghi o vettori, si occupano della realizzazione di eventi che per pochi giorni catalizzano l’attenzione dei media. Si tratta della settimana della moda a Milano o di Pitti immagine a Firenze o ancora delle giornate organizzate dall’accademia della moda a Roma. È chiaro che per la realizzazione di tali eventi le aziende del settore hanno bisogno di un’elevata professionalità che renda il singolo evento un meccanismo perfetto in cui è necessario accontentare sia operatori del settore (modelle, parrucchieri, truccatori, attrezzisti) sia coloro i quali fungono da tramite con l’opinione pubblica: giornalisti, fotografi e ospiti. Questo tipo di figura professionale richiede spiccate conoscenze in campo turistico poiché deve rispondere a esigenze in tutto e per tutto simili a quelle dei consumatori tradizionali che si rivolgono a un’agenzia di viaggi, che in questo caso prende il nome di tour-organizer, commissionandole un pacchetto che comprenda determinati servizi. È evidente che i servizi richiesti da una maison di moda sono tailored sulle esigenze degli addetti ai lavori, come pure risulta chiaro che spesso queste esigenze sono particolari: si pensi ai problemi connessi con la ricerca di un’adeguata sistemazione presso una struttura alberghiera di una modella o di un vip. Anche lo standard alberghiero deve essere connesso con la tipologia di figura cui ci si rivolge: coloro i quali hanno un’elevata visibilità presso l’opinione pubblica, per lo più modelle e giornalisti, anche per le esigenze connesse con l’immagine che la casa di moda vuol dare di sé, richiedono spesso strutture ricettive di alto livello. Grossi problemi possono sorgere non solo per l’alloggio ma anche per il trasporto di personaggi di un certo calibro. Si pensi infatti, a quanto sono fitte le agende delle suddette modelle o di alcuni ospiti che partecipano a più di una sfilata. La puntualità dei vettori coinvolti, perciò, cui viene affidato il trasporto di tali personalità (dai jet privati al servizio limousine), diviene un elemento di fondamentale importanza. Si può affrontare il secondo aspetto del rapporto moda-turismo che voglio analizzare: quello connesso con la ricettività, nel senso della tendenza seguita da alcune catene alberghiere a segmentare la propria clientela, puntando anche su quello che viene definito come fahion business. In tal senso si sono mosse a livello internazionale la catena W del gruppo Starwood, mentre in Italia se ne sta occupando la catena di hotel indipendenti Charming. Secondo alcuni manager che hanno collaborato all’implementazione di tali strategie nella seconda catena menzionata, non si tratterebbe di una segmentazione in senso classico perché questo tipo di clientela si concentra in pochi periodi dell’anno e per periodi di permanenza piuttosto brevi e per questo sarebbe economicamente improduttivo personalizzare il prodotto camera per il segmento fashion quando poi il ritorno finanziario si manifesterebbe solo limitatamente alla coincidenza con gli eventi connessi alle sfilate. Il dato oggettivo sta in ciò che è stato inserito nel sito della catena (charminghotels.it) “…insieme con le più importanti griffes del made in Italy, potrete far parte di questo affascinante mondo, ricco di idee e di tendenze…” oppure “…i più grandi nomi della haute couture e del prèt-à-porter ci accompagneranno attraverso il programma di sfilate e avvenimenti che avranno come palcoscenico le città di maggior rilievo nell’universo della moda…”. Vi è un chiaro riferimento a un’alta segmentazione della clientela in base al prodotto desiderato, in questo caso connesso con le sfilate o con gli eventi della moda in generale. L’ultimo aspetto considerato si discosta da quelli cui si è fatto riferimento poiché riguarda i grossi investimenti di capitali che alcune maison stanno effettuando nel ramo alberghiero. Si tratta di una diversificazione che nel concreto si è attuata nel caso della Bulgari che ha concluso un accordo di partnership con la catena americana Marriott per la realizzazione della catena Bulgari hotels & resorts. Nei prossimi cinque anni dovrebbero essere realizzate altre strutture localizzate tra Londra, Roma, Parigi, New York, Miami e la California meridionale. Il target della clientela di riferimento, come pure le tariffe applicate, sono certamente di lusso. Lo stile, secondo quanto sostiene il vice-presidente della Marriott International William R Tiefel, rifletterà l’architettura e il design contemporanei italiani per un viaggiatore esigente, cosmopolita e sofisticato. Anche il gruppo Versace ha dato corso alla realizzazione di hotel il cui primo esempio sta sorgendo in questi mesi sulla Gold Coast del Queensland in Australia. Visitando il sito internet (palazzoversace.com.au) è possibile constatare il fatto che la struttura avrà un forte carattere “versace”, non solo sotto il profilo architettonico ma anche dal punto di vista dell’atmosfera che molto probabilmente sarà fashion. Sembra poi che il gruppo Benetton, dopo l’acquisto degli Autogrill voci insistenti, voglia addirittura spostare il suo core business dall’abbigliamento al terziario, puntando fortemente sull’offerta di servizi turistici. Di recente ha sponsorizzato alcune iniziative realizzate da Italiatour, tour operator del gruppo Alitalia. A conclusione di questo breve excursus sulla molteplicità delle sfaccettature che presenta il rapporto tra due fenomeni solo apparentemente lontani e distinti come la moda e il turismo, è possibile affermare che, per quanto inusuale e forse inesplorato, è un legame che sembra avere un futuro non privo di elementi positivi soprattutto in una realtà come quella italiana. Si pensi alle opportunità di lavoro e di sviluppo che può ulteriormente offrire il campo dell’organizzazione degli eventi moda in un paese come l’Italia che può vantare un ruolo di leadership a livello mondiale in questo settore e dove molte potenzialità sono ancora inespresse. In relazione a quanto detto sull’aspetto della ricettività basta avere una minima cognizione della realtà alberghiera italiana, per rendersi conto di quanto spazio per idee imprenditoriali come quella della Charming sia a disposizione.

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