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Turismo: un’attività fragile

Di Antonio Caneva, 23 Aprile 2010

È inutile negarlo: il turismo, attività complessa come poche che per essere di successo necessita di organizzazioni strutturate (quindi razionali) e che nel contempo vive e trasferisce emozioni (perciò opera nell’irrazionale), è anche un’attività fragile come poche. Un soffio di vento che trasporti particelle generate in Islanda (non parlo dei crediti verso quel paese, di difficile recupero, bensì dei risultati del risveglio del vulcano) condiziona l’economia di un intero continente.
Dal generale al particolare: Milano ha vissuto una settimana di grande afflusso; il salone e il fuori salone del mobile hanno trasformato la città, ultimamente piuttosto sonnacchiosa, in un luogo vitale come non si ricordava da prima della crisi economica. Visitatori provenienti da tutto il mondo hanno colorato la città che, per l’occasione, si è scrollata di dosso le preoccupazioni ed è sembrata rinata. Le attività legate ai trasporti e all’ospitalità ne hanno tratto beneficio, anche se, in taluni casi, sollevando qualche accenno polemico: alberghi modesti che praticano tariffe di 400 euro a notte, da molti sono ritenuti troppo cari.
Tutto bene quindi: un salone di successo, un’affluenza di visitatori record, le attività in pieno fermento. È bastato però un maligno vulcano in Islanda, per cambiare il quadro di riferimento: le polveri hanno creato problemi al traffico aereo con conseguente cancellazione di voli e quindi annullamento di prenotazioni. A quel punto, le camere di cui sopra, con una domanda ridotta, valevano ancora 400 euro?
Le cronache degli ultimi anni sono piene di esempi negativi, che vanno da ritorsioni della natura (le alghe dell’Adriatico) all’incuria per il territorio (le immondizie a Napoli), al terrorismo (le torri gemelle a New York), alle manovre di cattiva finanza (i mutui subprime). E ogni evento, vicino o lontano che sia, si è riversato sul turismo, condizionandone lo sviluppo e mettendo a dura prova le aziende.
Ora, come non mai, per gestire attività turistiche sono necessari lungimiranza e nervi saldi ed è indispensabile mettere in preventivo situazioni di difficile individuabilità, che però si presentano sempre più frequentemente.
Le cose comunque vanno viste anche con un po’ di ottimismo, perché da ogni difficoltà possono nascere opportunità; per esempio, se consideriamo i mancati ricavi relativi ai viaggiatori non giunti a Milano, causa la cancellazione dei voli, dobbiamo considerare (e di questo in genere non si parla) che molti non sono riusciti a partire e quindi hanno prolungato il soggiorno in città.
Turismo fragile certamente, ma sempre vitale e, in prospettiva, settore in significativa crescita.

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