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Prevale l’incertezza

Di Giorgio Bini, 18 Giugno 2010

Una ripresa a singhiozzo. È quella che sta vivendo il turismo italiano nei primi mesi del 2010. Gabriele Burgio, presidente di Nh hoteles, vede il bicchiere mezzo pieno e fa notare come il contesto negativo in cui il settore si è trovato nel corso del 2009 stia finalmente mostrando segnali di inversione di tendenza. Il ricavo medio per camera disponibile (revpar) del proprio gruppo, in particolare, sarebbe salito, tra gennaio e aprile, del 4,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. E, nelle strutture Nh italiane, l’aumento del revpar sarebbe stato persino superiore alla media (+6,48%), con Roma (+34,9%) e Torino (+56,3%) a dettare il ritmo di crescita, grazie alle buone performance del segmento corporate e dei fine settimana.
I dati del monitoraggio mensile di Federalberghi, riferito all’intero comparto, mostrano invece un andamento più altalenante. A gennaio, infatti, le presenze alberghiere sono calate del 2,1% rispetto allo stesso mese del 2009: segnale di una stagione invernale che non ha del tutto soddisfatto le aspettative del comparto, anche perché la meteorologia non ha aiutato a replicare i risultati dell’inverno precedente. A febbraio, però, il dato si è invertito e i turisti in albergo sono cresciuti, seppure di un solo punto e mezzo percentuale. Ottima, poi, la performance di marzo, che ha fatto registrare un incremento di presenze del 4,4% sul 2009, facendo prevedere una primavera tutta in crescita per il turismo italiano. Improvviso, però, è arrivato lo stop di aprile, con una contrazione dell’1,7% sullo stesso mese dell’anno prima, seguito da un ulteriore -1,4% a maggio, anche se quest’ultimo dato è stato ancora sicuramente influenzato dalle avverse condizioni meteorologiche.
Per Chema Basterrechea, amministratore delegato di Nh hoteles Italia, l’incertezza è ancora il sentiment prevalente sul mercato, pur in presenza di un primo quadrimestre decisamente positivo per la propria compagnia: «Una minima ripresa, ma il segmento business, come quello leisure, si muovono pur sempre con cautela: le prenotazioni individuali seguono il ritmo dei last minute e sul fronte mice, fortemente colpito dalla crisi economica, non arrivano incoraggianti segnali di ripresa. Tuttavia il mercato italiano, a partire dagli ultimi mesi del 2009, ha messo a segno performance meno peggiori rispetto ad altri paesi. Anche se non si può ancora parlare di risultati completamente soddisfacenti, soprattutto perché in Italia i costi operativi e di gestione sono maggiori che altrove».
Decisamente ottimista è, d’altro canto, Vincenzo Presti, presidente di Ora hotels, il giovane gruppo alberghiero italiano che attualmente vanta un portafoglio di 25 strutture: «C’è stata sicuramente una ripresa rispetto all’anno precedente. Buono, in particolare, l’inizio di trimestre nelle città d’arte italiane, ottima la nostra stagione invernale nelle località sciistiche nazionali, mentre i mesi di luglio, agosto e settembre presentano già un buon andamento di prenotazioni in tutte le maggiori destinazioni di mare della penisola».
Ma proprio le previsioni per la prossima estate sono al centro di pareri discordi tra gli operatori. «Molto incerte», secondo Luigi Niccoli, titolare di ristoranti nel Golfo della Spezia, nonché del Santa Caterina Park hotel di Sarzana. «Generalmente in primavera gli operatori turistici della nostra zona dispongono già degli elementi per valutare la successiva stagione estiva. Quest’anno, a causa del cattivo tempo, abbiamo riscontrato una diminuzione delle presenze. Per cui speriamo in un’estate calda e soleggiata che possa incrementare tale numero».
Secondo Norberto Pedranzini, infine, proprietario dello Sport hotel di Santa Caterina Valfurva, in Alta Valtellina, e titolare dell’agenzia Forba viaggi, «è ancora abbastanza prematuro per fare previsioni per l’estate: dipenderà anche dalle situazioni internazionali. Al momento, nelle nostre destinazioni, mi sembra che si stia muovendo qualcosa solo grazie agli stranieri, soprattutto ai tedeschi alla ricerca di soggiorni in mountain bike. C’è anche qualche richiesta di gruppi italiani, ma ancora niente di concreto».

Cosa succede a livello internazionale

All’estero, Betina Welter dell’elvetico Kempinski Grand Hotel des Bains di St. Moritz dice che «la stagione invernale ha avuto alti e bassi, con un febbraio debole e gli altri mesi superiori alle aspettative. È mancata la clientela business e incentive. L’estate si presenta discreta. Molto dipenderà dal tempo, ma sarà difficile ripetere i risultati eccezionali del 2009». Anche per Gianni Biggi del Grand Hotel Park di Gstaad, sempre in Svizzera, «è sempre più difficile fare previsioni: ormai tutti o quasi riservano all’ultimo momento, tenendo d’occhio il tempo su internet». Più ottimista, infine, Paula Fitzherbert, direttore delle relazioni esterne del Maubourne group (ex Savoy group), che comprende hotel di alto livello tipo i londinesi Claridges, Berkeley e Connaught: «La primavera non è stata eccezionale, soprattutto a causa del vulcano islandese. Abbiamo avuto molte cancellazioni. L’estate, però, si presenta migliore, in particolare giugno e luglio».

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