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Più manager per innovare

Di Claudio Nobbio, 18 Giugno 2010

Le prospettive del ruolo manageriale del direttore d’albergo. Si è parlato anche di questo in occasione della giornata dedicata al Centro studi manageriale Mario Losciale dell’Associazione direttori d’albergo, realizzata in concomitanza con l’ultima assemblea generale Ada di Bologna. «Noi sappiamo bene che la competitività dell’economia italiana si deve basare, anche nel turismo, sempre più sull’innovazione, sulla ricerca della qualità e su di un rinnovato rapporto competitivo tra prezzo e qualità dell’offerta», ha raccontato, in particolare, il presidente nazionale di Manageritalia, Claudio Pasini. «Il modello della piccola impresa turistica italiana ha retto. Tuttavia oggi siamo in una fase per tanti versi cruciale. Dobbiamo sapere perciò cogliere le trasformazioni e saper innovare, ma le competenze non si improvvisano, bensì sono frutto di un’attenzione particolare che riguarda gli uomini e, in particolar modo, i manager». La componente manageriale è, infatti, necessaria per competere con successo anche nel settore turistico. Ma quanti sono i dirigenti del settore attivi a oggi? «Pochi numeri parlano da soli», ha ripreso Pasini. «I manager dell’ospitalità sono oggi 217 contro i 372 del 2008. E anche i quadri sono scesi nello stesso periodo da 199 a 149».
In un contesto caratterizzato contemporaneamente da squilibri e da processi di sviluppo in corso, insomma, la componente manageriale è assolutamente sottodimensionata rispetto alle esigenze di crescita delle imprese e alle opportunità da cogliere sul mercato. «Non è tuttavia sempre facile far capire che la scelta vincente è quella di puntare sulla qualità, sulla valorizzazione del capitale umano: una strategia indispensabile per farci confrontare in maniera vincente con gli altri paesi», ha proseguito Pasini. «L’obiettivo non è tanto quello di esaltare la categoria dirigenziale, quanto quello di cambiare la cultura di un paese troppo poco manageriale nell’economia privata e pubblica e in ogni sua attività. In Italia, infatti, sono meno di 120 mila i dirigenti nelle oltre 220 mila aziende private con dieci o più addetti, per un rapporto totale di mezzo dirigente per azienda. Nel settore alberghiero, in particolare, sono sempre di più i quadri a cui, pur svolgendo di fatto attività dirigenziali, non viene riconosciuta la qualifica di manager per motivi di costo. Noi crediamo, invece, che il direttore d’albergo, soprattutto di medie e grandi strutture, debba necessariamente essere inquadrato come dirigente».
È, infatti, il suo un ruolo particolarmente delicato. «Molte volte si tratta di strutture alberghiere con oltre 50 collaboratori, dipendenti e non, nonché centinaia di ospiti. A far fronte a questa grande responsabilità spesso, però, non c’è una figura dirigenziale. Eppure noi di Manageritalia abbiamo previsto, già dal 2004, la figura di dirigente di prima nomina, con riduzioni contributive sugli istituti previdenziali integrativi contrattuali, proprio per agevolare l’assunzione di giovani manager. La flessibilità del Ccnl dei dirigenti del terziario permette, inoltre, oggi di rispondere al meglio alle esigenze delle aziende, anche di quelle piccole, per esempio consentendo di stipulare contratti a termine o part-time. È crescente, poi, il peso, anche contrattuale, della componente retributiva variabile, legata ai risultati. Ci sono leggi, la 266/97, che incentivano le aziende sotto i 250 dipendenti ad assumere dirigenti disoccupati con importanti sgravi contributivi. Norme contrattuali, infine, agevolano le assunzioni di dirigenti over 50».
Ci sono già, in altre parole, gli strumenti idonei per le imprese che li vogliono attivare. Ciononostante, Manageritalia sta sollecitando ancora il parlamento affinché preveda ulteriori sgravi per l’assunzione di nuovi dirigenti. Le misure, da configurare nell’ambito di politiche welfare to work, cioè di quelle politiche sociali attive che favoriscano il reimpiego dei lavoratori, si possono riassumere sostanzialmente in tre tipologie d’intervento: un premio fiscale, con credito d’imposta, per le aziende che trasformino il contratto di lavoro di un dirigente precario in contratto a tempo indeterminato; un contributo alle imprese che assumino quadri e dirigenti disoccupati; l’ampliamento di applicazione della legge 266 del 1997. «Perché senza un management preparato, motivato e adeguatamente formato», ha concluso Pasini, «l’Italia rischia di ritardare la propria ripresa».

I momenti di svago

Una visita al borgo medievale di Dozza Imolese, al museo Ducati e a quello di Ferruccio Lamborghini. Senza scordare Modena, con il duomo e la sua famosa villa liberty dove sono state girate diverse scene del film Novecento, nonché il tour di Bologna con l’entrata al museo Anatomico della città felsinea. Questo il tema delle giornate ludiche che hanno accompagnato l’assemblea generale Ada. Momento clou dell’aspetto amicale del convegno, come di consueto, la serata di gala: una vera chicca voluta dal comitato organizzatore, svoltasi nel bellissimo salone del Royal hotel Carlton di Bologna.
L’avvio della serata è stato particolarmente innovativo, con il giudice internazionale di ballo, Simone Canè, direttore della scuola «Impariamo a ballare», in veste di showman. Un taglio diverso da altre volte: al centro, una piattaforma in parquet e, tutt’intorno, i tavoli per gli ospiti in completo lino bianco. Un’immagine splendida. Al pianoforte, poi, il maestro Dragan Babich accompagnava la coppia composta dal tenore Renato Bartolini e dal soprano giapponese Ida Yukino. Da segnalare, inoltre, i due ballerini, Michela Natali e Simone Corvini, vicecampioni italiani di ballo latino americano lo scorso anno. Una serata splendida, insomma, con un bel servizio e ottimi piatti di cucina. E alla fine, il tradizionale taglio della torta Ada da parte del presidente nazionale Franco Arabia, coadiuvato, per l’occasione, da Luciano Eumenidi, presidente di Ada Emilia Romagna.

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