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Le ambizioni di Ryanair

Di Marco Beaqua, 12 Febbraio 2010

«Non credo che l’introduzione dei body scanner potrà apportare sensibili benefici al livello di sicurezza negli aeroporti. Sono misure quasi sempre dal valore più che altro propagandistico. E l’unico effetto reale che ottengono è quello di rendere più costosi e complessi gli spostamenti via aereo. Mi domando, per esempio, che senso abbia avuto vietare alle donne di portare i rossetti a bordo. Non mi pare proprio che possano essere considerati delle armi di distruzione di massa». È il solito Michael O’Leary, l’effervescente e certamente poco convenzionale amministratore delegato di Ryanair, quello che si è presentato recentemente a Milano per raccontare progetti e piani della propria compagnia per il 2010. Un intervento a tutto campo, che non ha risparmiato nessun argomento sensibile per Ryanair: «Il governo Berlusconi ha dichiarato che il turismo è un settore vitale per l’Italia. Noi chiediamo allora che abbassi le tasse negli scali nazionali». Il riferimento è naturalmente all’imminente aumento delle tariffe aeroportuali che il governo ha concesso in cambio di investimenti infrastrutturali: 3 euro sui biglietti per i passeggeri di Roma Fiumicino, Milano Malpensa e Linate, 1 euro in più per i viaggiatori in transito negli altri scali nazionali.
«E ciò mentre in molti altri paesi europei si procede a riduzioni sensibili delle tariffe, per fronteggiare la crisi del trasporto aereo», ha precisato la nuova sales & marketing manager Italy di Ryanair, Melisa Corrigan. Anche la recente querelle con l’Ente nazionale dell’aviazione civile (Enac) in merito ai documenti d’imbarco, che sembrava essersi risolta con l’accettazione, da parte della compagnia low cost irlandese, delle tessere emesse dalla pubblica amministrazione, si è in realtà rivelata capace di rilasciare un velenoso strascico polemico: l’amministratore delegato di Ryanair ha infatti attaccato personalmente il presidente Enac, Vito Riggio, che ha risposto prontamente con una minaccia di querela.
Ma al di là di queste ormai rituali provocazioni, comunque funzionali a far parlare i media della propria compagnia, il management Ryanair ha illustrato anche i propri piani futuri in Italia. Che sono davvero ambiziosi e mirano al sorpasso nei confronti di Alitalia. Ryanair diventerebbe così il principale vettore aereo del nostro paese. I numeri, in effetti, parlano di 20 milioni di passeggeri trasportati in Italia nel 2009 (+35% rispetto all’anno precedente), con una proiezione attorno ai 22 milioni per il 2010. «Ma se riuscissimo ad aggiungere un altro paio di milioni di passeggeri, finiremmo davanti ad Alitalia già quest’anno», ha aggiunto O’Leary, che ha proseguito illustrando gli sforzi compiuti dalla propria compagnia per espandersi nel mercato del nostro paese. «Nella penisola abbiamo investito 1,4 miliardi di dollari nel solo biennio 2009-2010. Un impegno oneroso che ha però garantito anche evidenti ricadute sull’occupazione. Recenti stime dell’International civil aviation organization (Icao) sostengono, infatti, che ogni milione di passeggeri trasportato generi un aumento dell’occupazione, tra assunzioni dirette e indotto, di circa mille unità».
Nei particolari, la campagna d’Italia di Ryanair ha già visto l’apertura di due nuove basi, a Bari e a Brindisi, mentre sono 60 le rotte, di cui dieci interne, che la compagnia mira a inaugurare entro l’anno. La conferenza milanese è stata così l’occasione anche per annunciare ufficialmente l’arrivo di due nuovi Boeing 737-800 a Orio al Serio e il lancio di tre nuove rotte, a partire dai primi di maggio, dall’hub lombardo della compagnia verso Breslavia, Marrakesh e Poznan. Obiettivi ambiziosi, sostenuti, peraltro, dai risultati della compagnia nel 2009, che, in controtendenza rispetto al trend generale dell’industria aerea, ha registrato una crescita di passeggeri del 13% rispetto al 2008. «Durante gran parte del 2010», ha concluso O’Leary, «beneficeremo anche dei nostri accordi per l’acquisto di petrolio a prezzi bloccati, attorno ai 72-73 dollari per barile. Al riparo, così, da ogni possibile fluttuazione di mercato».

Un po’ di numeri

Si è concluso con una perdita di 11 milioni di euro il terzo trimestre del 2009 per Ryanair. Un risultato in rosso, che però segna un netto miglioramento rispetto al dato dello stesso periodo dell’anno precedente, quando i conti della low cost irlandese avevano fatto segnare una perdita di 102 milioni di euro. Sempre tra luglio e settembre 2009 i ricavi della compagnia sono, invece, saliti dell’1% rispetto al medesimo trimestre del 2008, arrivando a quota 612 milioni di euro. Tale aumento è frutto, peraltro, della somma di due effetti contrapposti: nel terzo trimestre la crescita del 14% del traffico passeggeri è stata, infatti, quasi completamente bilanciata dal calo del 12% delle tariffe medie.

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