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La via europea all’ospitalità

Di Massimiliano Sarti, 16 Luglio 2010

Qualità degli standard, innovazione e cura dei particolari. Sono questi i principi su cui si basa l’offerta delle strutture Falkensteiner. «Noi siamo un gruppo e non una catena», ci tiene a precisare il communication manager, Götz Lachmann. «Ciascuno dei nostri hotel, in altre parole, condivide certamente un unico brand e i vantaggi che un head office di compagnia può garantire in termini di attività promozionali e commerciali. Soddisfatti gli standard minimi richiesti, però, ogni hotel ha poi buoni margini di manovra in cui muoversi per personalizzare il proprio prodotto».
È una sorta di via europea all’ospitalità quella che propone il gruppo alberghiero austriaco: un sistema per garantire agli ospiti elevati standard di servizio in ogni hotel della compagnia, senza tuttavia arrivare ai livelli di omologazione spesso imposti da molte delle grandi compagnie internazionali, soprattutto di matrice anglo-sassone. «Penso che sia un modo d’intendere l’accoglienza più adatto ai gusti degli europei: di viaggiatori, cioè, abituati ad apprezzare la ricchezza di quei particolarismi regionali, che tanto hanno contribuito a plasmare la cultura e il paesaggio dell’Europa. Continente da cui, peraltro, arriva la maggior parte dei nostri clienti», aggiunge Lachmann.
Attualmente l’offerta del gruppo Falkensteiner si declina, in particolare, in 24 hotel divisi nei segmenti city, wellness e family, situati in varie zone dell’Austria, dell’Italia, della Croazia, della Slovacchia e della Repubblica Ceca. «Ciascuno di essi è tenuto a rispettare alcuni canoni specifici, legati alle esigenze del proprio mercato di riferimento», riprende Lachmann. «Così, per esempio, una struttura wellness deve possedere una spa di almeno 2 mila metri quadrati, mentre in un albergo family è prevista sempre la presenza di un’area dedicata esclusivamente ai bambini. Per gli hotel di città, invece, il focus è più spostato verso il front office, che deve essere in grado di fornire informazioni dettagliate sulle attrazioni e sugli eventi della propria destinazione. Grande importanza, inoltre, assumono, in tutte le nostre strutture, i programmi formativi dedicati al personale. Così, per esempio, per far conoscere a tutti i nostri dipendenti le località dove si trovano gli hotel Falkensteiner, organizziamo periodicamente fam trip ad hoc, con visite guidate alle destinazioni che ospitano le strutture della compagnia. In questo modo, mettiamo ogni collaboratore Falkensteiner nelle condizioni migliori per trasferirsi facilmente da un hotel del gruppo a un altro, con le ulteriori possibilità di crescita umana e professionale che ciò generalmente comporta».
Tra le variabili critiche per la definizione di un’offerta ricettiva di successo, il gruppo Falkensteiner ha poi deciso di puntare soprattutto sull’offerta ristorativa e, in particolare, sulle colazioni. «Noi proponiamo una cucina dalle basi mediterranee, contaminata da forti influenze continentali», racconta Lachmann. «Ma è la qualità delle colazioni, secondo noi, a fare davvero la differenza: in particolare negli alberghi di città, dove gli ospiti tendono a rimanere in hotel solo per dormire e, appunto, per fare colazione. Oltre a imporre standard molto elevati, abbiamo perciò ideato una formula breakfast innovativa: tre menu distinti, codificati tramite i colori verde, giallo e rosso, per aiutare i viaggiatori a scegliere l’alimentazione più adatta alle loro attività di giornata. Il tutto naturalmente senza nessun intento pedagogico, ma con l’unico scopo di consigliare i prodotti migliori per una colazione sana, gustosa e nutriente al punto giusto».
Gli hotel del gruppo tendono poi anche a dare ampio spazio ai prodotti freschi provenienti dai fornitori locali. «Perché non possiamo pensare all’hotel come a un’entità astratta, avulsa dal contesto in cui è inserita», precisa ancora Lachmann. «L’industria alberghiera ha delle precise responsabilità nei confronti delle comunità e degli ambienti che la ospitano. Tendiamo perciò a rifornirci frequentemente dai produttori locali: una pratica, per di più, che spesso migliora sensibilmente la qualità della nostra offerta complessiva».
Ecologia e social responsability sono così due temi portanti delle strategie del gruppo, che anzi, in questi come in altri campi, mira a posizionarsi in contesti di assoluta avanguardia. «Come, per esempio, a Katschberg, in Carinzia», conclude Lachmann. «Qui abbiamo due strutture family e siamo attivamente coinvolti nella realizzazione di un progetto davvero ambizioso: far diventare la località alpina, nell’arco dei prossimi due anni, la prima area completamente vietata alla circolazione delle auto di tutta l’Austria. In Italia, invece, abbiamo in previsione di gestire in management il complesso trentino del Lagorai Baite resort. Attualmente in fase di realizzazione da parte della società d’investimento del gruppo Paterno, mira a svilupparsi nelle forme dell’albergo diffuso: uno dei concept di ospitalità più avanzati del momento. Il complesso trentino sarà, in particolare, composto da una serie di tradizionali chalet in legno, armonicamente integrati con il territorio circostante».

La storia
Dietro agli hotel Falkensteiner vi sono oltre 50 anni di storia aziendale. Normalmente un gruppo alberghiero, con una storia così lunga alle spalle, vanta più progenitori, ma nel nostro caso vi sono solo un padre e una madre: i coniugi Maria e Josef Falkensteiner, che nel 1957 aprono una piccola pensione a Casteldarne in Alto Adige, vicino a Brunico. La struttura ben presto passa dalle iniziali sette stanze alle 80 camere del Falkensteiner hotel Lido Ehrenburgerhof: il primo albergo altoatesino a offrire doccia e bagno in camera. Dopo la morte prematura di Josef, la gestione dell’azienda è quindi assunta, insieme alla madre Maria, dai due figli Erich e Andreas Falkensteiner, che già due anni dopo aprono un secondo albergo, a Valles, sempre, in Alto Adige. A questo seguono, poi, altre strutture nella stessa regione, finché, nel 1997, viene acquistato in Austria il primo city hotel del gruppo: l’attuale Falkensteiner hotel Palace di Vienna. Da quel momento inizia una rapida espansione che, con l’entrata del nuovo partner Otmar Michaeler una decina di anni fa, consente in poco tempo alla compagnia di raggiungere gli attuali 24 hotel sparsi in Europa centrale e sud-orientale.

Identikit della compagnia

Il Falkensteiner Michaeler tourism group (Fmtg) comprende una società di consulenza, la Michaeler & partner, una di sviluppi immobiliari, la Fmgt development, e una di gestione alberghiera, la Falkensteiner hotels & residences. Nell’anno finanziario 2009, il gruppo ha raggiunto un fatturato consolidato di 69,6 milioni di euro, con un utile prima degli interessi, delle tasse e degli ammortamenti (ebidta) di 23 milioni di euro. Per quest’anno, l’obiettivo è quello di una crescita del fatturato che si aggira attorno al 10%. Nuovi sviluppi sono previsti, nel triennio 2010-2012, a Belgrado, a Franzensbad, in Repubblica Ceca, a Vienna e a Jesolo. Tre nuovi contratti di gestione di hotel sono inoltre in fase avanzata di definizione in Italia (Palermo, Lagorai e Cesenatico) e uno a Crvena Luka, in Croazia.
«Con il 2010», osserva Götz Lachmann, «abbiamo anche intenzione di dare un’accelerata alla nostra strategia di disinvestimento immobiliare, per concentrarci maggiormente sulla mera attività di gestione alberghiera». In linea con una visione più orientata al mercato, infine, il gruppo Falkensteiner si è recentemente trasformato in una società per azioni, dotandosi della conseguente struttura organizzativa, al fine di attirare capitali freschi, magari anche grazie al coinvolgimento, nel prossimo futuro, di qualche fondo di public o private equity.

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