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Fare le vacanze all´estero?

Di Antonio Caneva, 30 Luglio 2010

Attualmente viene trasmesso uno spot in cui, mentre scorrono immagini del Bel paese, la voce del nostro presidente del consiglio suggerisce ai nostri connazionali di visitare l’Italia.
In una lettera aperta al ministro Brambilla, Roberto Corbella, presidente Astoi (Associazione tour operator italiani) afferma, tra l’altro: «L’invito a scegliere l’Italia in sostituzione di altri paesi è, invece, a mio avviso non opportuno, perché rischia di essere percepito come suggerimento autarchico, oltre a suonare come un’accusa nei confronti di tutte quelle imprese italiane con decine di migliaia di persone che lavorano con serietà per offrire un valido prodotto, in linea con quanto il mercato richiede». E più avanti: «Siamo parte dell’Europa e proprio Lei si è fatta promotrice di un’azione coordinata con paesi come Francia e Spagna, che allo stesso tempo sono destinazioni importanti per i nostri turisti e sorgente di traffico verso l’Italia. Come potremmo spiegare loro questa nostra chiusura e non rischiare reazioni critiche?».
Non sono sciovinista, né un particolare ammiratore del nostro ministro del turismo, mi domando però chi dovrebbe mettere in evidenza le nostre eccellenze; forse i nostri competitor? Mi riesce difficile pensare a quei maestri della comunicazione, che sono i francesi, suggerire di passare le vacanze in Italia, né agli spagnoli, in piena crisi turistica, presentare le nostre coste come il paradiso della villeggiatura.
Ci si lamenta continuamente delle scarse azioni concrete e quando, finalmente, si è dinnanzi a una, si protesta; se una critica dovesse essere fatta è piuttosto che «la stalla è stata chiusa quando i buoi sono scappati», cioè lo spot è uscito troppo tardi, quando ormai gran parte dei prossimi turisti hanno già deciso e prenotato le vacanze.
Questo sul lato dell’incentivo al turismo. Uno spot però dovrebbe essere speso anche per sensibilizzare alcuni operatori turistici e far capire loro che il turismo non è un dono divino, ma che bisogna seguirlo con impegno e serietà. Ho telefonato, venerdì, alla Servizi marittimi del Tigullio, per chiedere se il giorno dopo ci sarebbe stata la corsa programmata da Rapallo alle Cinque Terre (mi sembrava logico, dovendo venire da Milano a prendere un battello alle 9 del mattino) e ho avuto la seguente risposta, seccata, da una emula di Rossella O’Hara: «Che ne so? Domani è un altro giorno».
Sabato allora, tranquillamente, ho preso il treno delle Ferrovie Nord per Como; ho fatto un bellissimo giro sul lago su un battello di linea, facendo varie tappe: qui a bere il caffè, lì l’aperitivo e fermandomi a mangiare in un piacevole ristorante a Bellano, la Pesa Veja.
Certo, a fine anno, non mancheranno alla Liguria i 200 euro che avrei complessivamente speso; ma, con questo atteggiamento, quanti 200 euro mancheranno all’appello? E allora ci si lamenterà nuovamente che «gli affari non girano»?
Uno spot su questo argomento non farebbe proprio male e con questa riflessione auguro a tutti i lettori un buon agosto; noi saremo nuovamente presenti con il numero del 27 agosto.

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