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La ripresa comincia dal turismo

Confesercenti: disarmanti i dati 2014 su aperture e chiusure ma il futuro sembra più roseo

Confesercenti: disarmanti i dati 2014 su aperture e chiusure ma il futuro sembra più roseo

Di Marco Beaqua, 15 Gennaio 2015

Per il commercio e il turismo, il 2014 è stato un altro anno di crisi. Secondo le stime Confesercenti, nei due settori, tra gennaio e dicembre, avrebbe chiuso qualcosa come 91.975 imprese, a fronte di 56.677 nuove aperture, per un saldo finale negativo di 35.298 attività. E tutto ciò mentre le aziende che aprono hanno una vita sempre più breve: la percentuale di quelle che cessano l’attività dopo tre anni è infatti ormai sopra il 40%, mentre nel 2000 era sotto il 30%. Nonostante l’ennesimo bilancio negativo, si cominciano però a intravedere segnali di miglioramento, tanto che, a partire dal prossimo anno, si dovrebbe assistere a un’inversione di tendenza e a un lento ripopolamento del tessuto imprenditoriale. Tra il 2015 ed il 2017, sempre secondo le proiezioni Confesercenti, elaborate sulla base dello storico degli andamenti bimestrali, il numero di imprese attive di commercio e turismo dovrebbe così tornare ad aumentare, con un incremento di 32.543 unità. Ma il quadro complessivo sarà profondamente mutato rispetto a quello precedente alla crisi, visto che la crescita delle nuove imprese sarà concentrata soprattutto nel comparto del turismo (+27.765).
Il settore che riunisce le attività dell’alloggio, della ristorazione e del servizio bar pare infatti essere decisamente il cavallo sui cui puntare. Dopo un 2014 da dimenticare, per un comparto che ha perso complessivamente 11.789 imprese, risultato di quasi 17 mila nuove aperture e oltre 28 mila chiusure, le prospettive appaiono oggi positive non solo per la somministrazione, sia in termini assoluti (+25 mila unità) sia relativi (+2,2%), ma anche per la ricettività: +2.700 unità per un incremento ipotizzabile dell’1,8%.
«Nonostante i rischi di ricaduta», spiega il segretario generale di Confesercenti, Mauro Bussoni, «la fase peggiore della crisi dovrebbe essere superata. Le nostre previsioni, elaborate sulla base dell’analisi degli andamenti recenti, suggeriscono per i prossimi due anni uno scenario di progressivo, seppur lento, ripopolamento delle imprese. A sopravvivere, però, saranno solo le realtà che sapranno cogliere i mutamenti del mercato interno. L’influenza dei progressi tecnologici sui nostri settori, ormai, non può più essere negata».

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