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La solidità dell’industria alberghiera attrae gli investitori

Negli hotel italiani crescono ADR e livelli di occupazione e, nonostante il costo del debito continui a frenare le operazioni anche in questo settore, la solidità del comparto incentiva gli investimenti, soprattutto nelle destinazioni top leisure e sul segmento lusso

Negli hotel italiani crescono ADR e livelli di occupazione e, nonostante il costo del debito continui a frena

Di Job in Tourism, 7 Novembre 2023

È ben riposta la fiducia degli albergatori italiani rispetto all’andamento del comparto, soprattutto se si guarda al target lusso e alle destinazioni top leisure. La conferma arriva dalle analisi di CBRE Research sulla base dei dati STR Global che, per il primo semestre dell’anno, evidenziano una crescita dei ricavi camere in Europa pari al 20%.  A guidare il trend è proprio l’Italia, insieme a Francia e Spagna, ovvero Paesi supportati da una forte domanda statunitense.

I dati italiani

In Italia, in particolare – è l’analisi – “nei principali mercati urbani si registra un progressivo allineamento ai livelli di occupancy pre-pandemici, accompagnati da un’ulteriore crescita a livello di avarage daily rate (ADR) rispetto allo stesso periodo del 2022, anche se in rallentamento rispetto al trend 2022-2019. Nel segmento dei resort di lusso la crescita attesa per il 2023 si attesta nell’ordine almeno del +20%, mentre nel midscale e upscale, in alcuni casi, il consolidamento è proseguito anche se con situazioni differenziate”. Numeri positivi guidati “dalla flessibilità lavorativa, dal forte desiderio di viaggiare degli americani in particolare in Europa oltre che dalla riapertura della Cina e del Giappone. Per la seconda parte dell’anno e per il 2024 – evidenza CBRE Research – ci si aspetta un rallentamento della crescita anche alla luce del trend particolarmente positivo registrato nei primi sei mesi dell’anno”.

Gli investimenti immobiliari

La forza dell’industry di riferimento alimenta anche la pipeline dei nuovi sviluppi alberghieri e di conseguenza degli investimenti con un orizzonte di breve-medio termine. Sebbene l’elevato costo del debito continui a frenare anche le operazioni nel settore alberghiero, infatti, “i fondamentali dell’industria alberghiera italiana rimangono solidi e continuano ad attrarre gli investitori, con iniziative a value-add nelle città d’arte con vocazione leisure, sia tramite il riposizionamento di asset esistenti sia ricercando opportunità di conversione di immobili con diversa destinazione d’uso”.

Come evidenzia ancora CBRE Research, “continua la grande attrattività di quattro macro-mercati domestici (Milano, Roma, Firenze e Venezia) al pari delle destinazioni top leisure come ad esempio Cortina, Taormina, la Puglia e la Costa Smeralda, ovvero destinazioni oggetto ancora di forte sviluppo attraverso rebranding di hotel esistenti”.

Tra le principali operazione in pipeline, l’arrivo a Cortina di Mandarin Oriental (nella foto), Soho House, Falkensteiner, Tribute ed Egnazia, in Puglia di Four Seasons e altri brand che proseguiranno nel consolidamento della destinazione tra i viaggiatori del segmento lusso e ultra-lusso, in Costa Smeralda il rebranding di hotel iconici come Romazzino e Pitrizza apriranno la strada al pieno posizionamento nel segmento lusso anche di altri hotel in corso di conversione, come Le Ginestre e Le Palme. Infine – conclude il report – nel segmento leisure registriamo un crescente interesse per forme di ospitalità alternativa e green, ben rappresentata dalle offerte “open air” in tutte le sue declinazioni (camping tradizionali, glamping, mobile hotel, eco lodge).

 

 

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