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Il lusso raffinato nel segno di un Bellini (e di un caffè)

Dalle origini palladiane al nome – emblematico – di colui che negli anni Sessanta 
l’ha trasformata nella struttura di charme che è ancora oggi fino all’ultimo capitolo, a firma Zanetti: la storia, gli ospiti, il team dello storico Hotel Villa Cipriani

Dalle origini palladiane al nome – emblematico – di colui che negli anni Sessanta 
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Di Ludovica Mati, 23 Maggio 2023

Una storia di ospitalità fatta di nomi leggendari – dal poeta inglese Robert Browning a lord Guinness, della celebre famiglia irlandese della birra, fino a Giuseppe Cipriani, fondatore dell’iconico Harry’s Bar e inventore del cocktail Bellini – quella che da oltre un secolo si snoda sulle colline di uno dei panorami italiani più dolci, nella campagna veneta di Asolo. La sua protagonista – Villa Cipriani – quest’anno celebra i dieci anni dall’inizio dell’ultimo capitolo di questa storia, quella che nel 2013 – con il passaggio alla famiglia Zanetti, proprietaria del marchio del caffè Segafredo – ne ha sancito l’ingresso ufficiale nell’hôtellerie di lusso a cinque stelle. Un posizionamento ormai consolidato, che ha contribuito a rafforzare nel tempo l’affetto di quegli ospiti che, da generazioni, scelgono l’Hotel Villa Cipriani come “la propria casa di campagna, nella quale farsi coccolare”. Come ci racconta in questa intervista l’Hotel Manager, Azzurra Franci.

L’Hotel Villa Cipriani ha origini palladiane e già ai primi del Novecento era una locanda, l’allora Hotel Belvedere. Qual è oggi l’anima dell’albergo? 

L’ospitalità di Villa Cipriani è fatta di un’eleganza sobria e familiare. Qui si percepisce che ogni spazio è stato vissuto e ha una storia da raccontare. Non a caso, nella sua lunga vicenda ha sempre avuto una clientela habitué che vuole bene all’hotel, come se ne vuole a una persona, come se l’albergo avesse una sua personalità forte, che di fatto ha. Poi, chiaramente ci sono gli investimenti: nel 2013 la Villa è stata acquistata dall’attuale proprietà – la famiglia Zanetti – che nel 2017 l’ha trasformata in cinque stelle. Sono stati fatti lavori importanti, tutti fortemente voluti dalla signora Sigrid Guillion Mangilli Zanetti, come la realizzazione della piscina e del bistrot Rosmarino in quella che era una vecchia rimessa abbandonata. Sono state restaurate tutte le camere, i ristoranti, gli impianti – lavoro di questa stagione è il completo rifacimento della sala ristorante Veranda, prospiciente il giardino. Oggi la Villa è costantemente manutenuta sul piano strutturale, ma anche rispetto a ciò che il cliente ci suggerisce. Abbiamo un libro nel quale segniamo tutto ciò che gli ospiti ci dicono, nel bene e e nel male: ci serve a fine anno per fare un consuntivo, per capire come possiamo migliorare. Qui ogni ospite viene accolto come se fosse nella propria villa di campagna e coccolato dai nostri servizi. 

E chi sono oggi gli ospiti di Villa Cipriani?

Abbiamo un’altissima percentuale di clienti di vecchia data, che ritornano anche due, tre volte all’anno. L’80% sono stranieri, il primo mercato è quello americano, poi ci sono quelli di lingua tedesca – Austria, Germania, Svizzera – e ancora Inghilterra e Scozia. Sono Paesi ai quali è legata la storia di Villa Cipriani, che nel suo passato è stata frequentata da illustri personaggi del mondo anglosassone e del Nord Europa, e che ne hanno influenzato anche lo stile architettonico. Abbiamo anche ospiti da mercati emergenti, come quello australiano e brasiliano. E poi ci sono gli italiani, che spesso rimangono stupiti perché non conoscono la bellezza di Asolo e di queste zone.

Ha notato qualche differenza nelle richieste o nei bisogni degli ospiti dopo la pandemia?

Quello che stiamo percependo ora è sicuramente il gusto per il soggiorno, come se ne avessero avvertito fortemente la mancanza. Apprezzano il valore del ritorno. 

Lord Guinness, Giuseppe Cipriani, oggi la famiglia Zanetti… Verrebbe da dire che la storia dell’hotel si sia sviluppata intorno al beverage. Che ruolo riveste oggi la proposta f&b?

Nel corso degli anni la proposta gastronomica si è evoluta ed è molto cambiata, soprattutto da quando c’è stato il passaggio al cinque stelle. Oggi abbiamo anche un ristorante estivo, il bistrot Rosmarino, che è utilizzato, oltre che dai clienti esterni, anche dagli ospiti dell’hotel che sono in piscina e che desiderano qualcosa, sempre di alto livello, ma di più leggero. Poi c’è il ristorante principale, che è sempre stato un ristorante elegante, molto frequentato dalle famiglie venete. Anche per la ristorazione, abbiamo clienti che frequentano Villa Cipriani da lungo tempo e che la scelgono per celebrare i momenti importanti della propria vita, matrimoni, battesimi, anniversari. Questa parte – che comprende anche eventi aziendali importanti – è sicuramente rilevante per noi. 

Venendo invece al personale, state facendo recruiting?

Contiamo già su uno staff forte e consolidato, che lavora in armonia, e ci piacerebbe ampliarlo. Per completarlo, in questo momento, vorremmo aggiungere un capo-partita in cucina e in sala, un terzo maître referente delle colazioni, uno chef de rang e un commis per le colazioni.

Che profilo bisogna avere per lavorare in una struttura come Villa Cipriani?

Se parliamo della sala e degli chef-de-rang, ci vuole esperienza in strutture lusso, l’avere quell’attenzione che non dà per scontato nulla. Ed è necessario parlare un buon inglese. Per il capo-partita in cucina, invece, serve che abbia esperienza, sappia lavorare autonomamente e che conosca le tecniche. E poi, ci vuole passione per questo lavoro e la voglia di mettersi in gioco perché noi siamo così: abituati a lavorare in team perché sappiamo che vinciamo solamente se siamo una squadra.

A proposito di skills, in questo momento, nel quale si fa fatica a reperire personale, molti dicono che conti più l’atteggiamento che le competenze tecniche. È d’accordo?

È chiaro che, se parliamo di un capo-partita, le competenze che abbiamo visto sono necessarie. Ma quello che oggi fa davvero la differenza è avere un team coeso, che condivida gli stessi valori. E, soprattutto per le figure intermedie, è l’atteggiamento che conta, più che l’esperienza. Per questo, mi piacerebbe trovare dei collaboratori giovani, che abbiano la giusta predisposizione. Chi l’ha detto che un commis non può diventare un barman, se trova l’ambiente giusto, accogliente e stimolante? Villa Cipriani è una realtà nella quale, con impegno e passione, si può crescere. 

In termini di attrattività, molto fa oggi anche ciò che l’azienda offre ai collaboratori. Come vi siete mossi voi?

Negli ultimi due anni abbiamo preso due nuove staff house, dedicate completamente al personale. Oltre a uno stipendio di sicuro interesse commisurato al livello e alla garanzia dei giorni di riposo, offriamo vitto e alloggio, anche durante i giorni di riposo, e una serie di benefit, dalla lavanderia alla mensa aziendale alle consumazioni gratuite per caffè e snack. Proviamo a metterci dalla parte delle persone. I valori all’interno di un’azienda oggi sono cambiati: perché un collaboratore dovrebbe rimanere se non si sente accettato? E l’accettazione passa dalla cura.

Per approfondire: La lunga storia di Villa Cipriani

Costruita in epoca palladiana, la villa che ospita oggi l’hotel fu oggetto delle prime importanti migliorie già nel XVIII secolo. Nel 1889 il poeta inglese Robert Browning ne acquistò la proprietà. Sotto la sua guida, la villa acquistò il nobile aspetto che conserva tutt’ora, in sintonia con il panorama circostante. Fu poi venduta nel 1902 a una ricca famiglia veneziana, che la utilizzò per molti anni come casa di villeggiatura. In seguito, fu affittata e trasformata in locanda, l’Hotel Belvedere. La storia contemporanea di Villa Cipriani inizia nel 1962, quando venne acquisita da Rupert Guinness, secondo conte di Iveagh, della famosa famiglia irlandese produttrice di birra, noto uomo d’affari, politico, filantropo, generoso sostenitore della ricerca scientifica, cancelliere dell’Università di Dublino e poi proprietario terriero anche ad Asolo. Fu Lord Iveagh negli anni Sessanta a incaricare Giuseppe Cipriani – al quale la Villa deve oggi il suo nome – fondatore dell’Harry’s Bar di Venezia, inventore del cocktail Bellini e del carpaccio, di renderla un hotel di charme. Nel 1974 Villa Cipriani entrò a far parte della catena Ciga Hotels, poi nel 1995 del gruppo Sheraton e quindi di Starwood Hotels & Resorts Worldwide. Nel 2012 la proprietà è stata acquistata dall’industriale trevigiano del caffè Massimo Zanetti che, insieme alla moglie, l’ha sottoposta anno dopo anno a costanti restauri conservativi contribuendo a mantenerne l’eleganza, la raffinatezza e il fascino familiare.

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