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Expo e turismo, tra promesse e criticità

Di Antonio Caneva, 3 Luglio 2014

Parlavo qualche giorno fa con un albergatore milanese circa l’Expo, cercando di capire come si stanno sviluppando le prenotazioni.
La risposta mi ha sorpreso, anche se, riflettendo, non fosse così strana: «Al momento, l’unica certezza è che abbiamo perso occupazione per quel periodo (1 maggio – 30 ottobre 2014). Difatti, chi normalmente programma riunioni o eventi si guarda bene dal considerare tale momento, nel timore che i prezzi siano troppo alti o che ci sia troppa confusione, o quant’altro».
A proposito di prezzi che, nella logica dello yield, per l’Expo saliranno, nel corso di un evento organizzato da Gp Dati, Enzo Carella, amministratore di Uvet Itn Travel Network, ricordava che, se i prezzi supereranno la logica della ragionevolezza (sempre possibile), il sistema turismo nel nostro paese ne subirà i danni per i successivi tre anni; studi hanno evidenziato, su eventi analoghi, che negli utenti la percezioni di negatività rimane poi per un lungo periodo dopo il termine della manifestazione.
Continuava Carella ricordando l’importanza che l’evento diventi una vetrina per il nostro paese, non tanto per quanto riguarda l’attrattività, quanto piuttosto per ciò che concerne l’organizzazione, la sicurezza, la politica, i trasporti…; infatti, nella sensibilità del viaggiatore straniero, l’Italia è “Top of the mind”, mentre poi la percezione positiva non si traduce concretamente come scelta di destinazione, per i motivi succitati.
Nel corso del convegno, Antonella Fiorelli, ricercatrice Isnart, presentava una documentazione che conferma che, in un mondo in cui il turismo è in forte crescita, i ricavi della spesa, dei turisti in Italia, sono diminuiti dal 2008 al 2013 da miliardi euro 77,432 a 73,004.
In un’altra slide poi Fiorelli presentava la spesa dei viaggiatori stranieri nelle varie regioni italiane, dividendola per incrementi e decrementi tra il 2010 e il 2013: in testa la regione Sicilia, che in questa classifica percentuale (quindi non come valore assoluto) è risultata prima con un incremento del 35,8%, mentre ultima la regione Molise, che in questo lasso di tempo ha vissuto un decremento del 21,2%.
C’è da meravigliarsi? Non direi proprio: esiste un processo di causa ed effetto; mi ricordo che alcuni anni addietro, volendo soggiornare a Campobasso e Termoli, avevo chiesto all’ente di soggiorno il preziario delle strutture ricettive: mi hanno mandato un povero prospetto dell’anno precedente con i prezzi dell’anno corretti a penna. Poi ci si stupisce?

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