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Estate, il grande ritorno degli alberghi

Passata, in parte, la paura del Covid gli italiani tornano a preferire gli hotel. Ma sull’estate pesano ancora incertezza e caro-bollette

Passata, in parte, la paura del Covid gli italiani tornano a preferire gli hotel. Ma sull’estate pesano anc

Di Job in Tourism, 31 Maggio 2022

Sarà l’estate del sorpasso degli alberghi sulle case vacanze, quella alle porte. Archiviati – in parte – i timori da Covid, gli italiani tornano a preferire il soggiorno in hotel. È quanto emerge dall’Osservatorio di Confturismo, che a fine aprile ha fatto il punto sulla prossima stagione estiva.
Se ad aprile di un anno fa – ha rilevato l’Osservatorio – per la vacanza estiva principale, il 34% degli intervistati optava per l’affitto di una casa, mentre il 26% sceglieva un albergo, oggi è l’esatto contrario: il 31% andrà in una struttura alberghiera e il 21% in case in affitto. Superato, quindi, il timore di trascorre molto tempo in un contesto frequentato da altre persone che non si conoscono, tornano rilevanti, come fattori di scelta per la sistemazione, aspetti come l’attenzione per la comodità e il servizio, di norma al centro dell’offerta delle strutture turistico-ricettive.
Quel che certo – evidenzia Confturismo – è che la propensione al viaggio è tornata forte, anche se pesano ancora sulle prenotazioni le incertezze dovute all’inflazione e al caro energia. L’indice di propensione al viaggio torna, infatti, allo stesso livello pre-pandemia a 67 punti (su una scala da 0 a 100) e 23 milioni di italiani tra i 18 e i 74 sono intenzionati a partire nel periodo estivo, anche se in uno scenario caratterizzato da una certa “volatilità”. Infatti, di questi 23 milioni solo 4 su 10 hanno già prenotato un viaggio, mentre per i restanti rimane per ora solo l’intenzione, che probabilmente si tradurrà in prenotazione tardiva, se non addirittura last minute.
In cima alla classifica delle preferenze di vacanza c’è, come da tradizione, il mare, seguito dalla montagna e dall’esperienza culturale, in città e luoghi d’arte, che includono i piccoli borghi. In aumento è anche il “raggio degli spostamenti”, che di norma è indice di una maggiore propensione alla spesa: l’85% degli italiani sceglierà mete nazionali, in 6 casi su 10 al di fuori della propria regione, mentre il restante 15% programma un viaggio all’estero che, per più di due terzi, sarà in Europa. Per la vacanza principale, quella di 7 giorni o più a destinazione, gli intervistati dichiarano che spenderanno in media 1.080 euro, che si riducono a poco più di 600 euro per i break di durata inferiore, da 3 a 7 giorni. “Dopo due anni di profonda crisi, il turismo sta tornando ai livelli pre-Covid. Le prospettive per l’estate – ha commentato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli – sono positive anche se guerra, inflazione e caro energia preoccupano ancora fortemente. Per questo, le nuove misure di sostegno sono fondamentali anche per le imprese del turismo che è il settore da cui davvero può ripartire tutto il nostro sistema economico”.

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