Job In Tourism > News > Professioni > APCI al Governo: “Chiediamo tutela e considerazione”

APCI al Governo: “Chiediamo tutela e considerazione”

L’associazione professionale che riunisce i cuochi italiani condanna la chiusura alle 18 e ribadisce: “I nostri associati hanno investito tanto per adeguarsi e lavorare al meglio”

L’associazione professionale che riunisce i cuochi italiani condanna la chiusura alle 18 e ribadisce: “I

Di Job in Tourism, 1 Novembre 2020

“Un provvedimento che mina, ancora una volta, un comparto già tanto colpito durante la prima fase del lockdown”: così l’APCI, Associazione Professionale Cuochi Italiani, risponde alle misure richieste al settore ristorazione dall’entrata in vigore del nuovo Dpcm del 24 ottobre scorso, e che impone la chiusura alle ore 18 dei locali, e chiede considerazione e tutela del lavoro per la categoria.
L’ente “condanna con forza questa scelta che non permette ai cuochi di vedere nessuna garanzia per il proprio lavoro. Non solo economica, ma anche strutturale. Le chiusure a intermittenza penalizzano fortemente le figure professionali del comparto, che vedono ridursi inevitabilmente le proprie prospettive di mantenimento (e di ricerca) del lavoro”.
Secondo il presidente di APCI, Roberto Carcangiu, mancano “prospettiva e speranza per chi lavora come cuoco e anche per chi è legato al settore ristorazione per la propria professione: strutture turistiche, aziende del settore agroalimentare, distributori, ecc. Un intero mondo che fa da motore del nostro Paese al quale si sta chiedendo di indebitarsi senza concedere una visione di ripresa”.
APCI difende e tutela i lavoratori di questo settore, chiedendo che chi ha lavorato bene venga messo nella condizione di poter vivere del proprio lavoro. “I nostri associati – commenta Sonia Re, direttore generale di APCI – in questi mesi hanno investito molto per capire come muoversi al meglio. Hanno investito per adeguare i locali alle norme di sicurezza richieste, in soluzioni digitali per poter lavorare meglio sull’asporto e il take away, in formazione personale, per comprendere le logiche di un mercato che sta cambiando. Alla base di un ragionevole sostegno alla categoria ci sarebbe il diritto a lasciar lavorare ognuno, nel rispetto delle norme. Se il Governo ritiene che non ci siano le condizioni per farlo, che imponga la chiusura reale, non indotta, assicurando però la dignità di ognuno, con ammortizzatori dedicati”.

Comments are closed

  • Categorie

  • Tag

Articoli Correlati