Alexa & co: le potenzialità del voice

Il voice è la nuova frontiera dell’ospitalità? Secondo David Berger, fondatore e ceo di Volara, realtà attiva nel business, ben il 75% degli albergatori e il 45% dei brand turistici globalmente hanno annunciato piani di investimento relativi a questa tecnologia nel corso dell’anno. E’ quanto il manager ha spiegato al sito specializzato Hotel Technology News. I device di big come Amazon o Google stanno “sgomitando” per farsi spazio sui comodini delle camere d’hotel mentre i brand alberghieri e i boutique hotel indipendenti lavorano a braccetto con i provider per trovare nuove modalità di utilizzo di questi “smart speakers”. Obiettivo: coinvolgere gli ospiti, spingere le revenue e migliorare l’efficienza operativa.
Secondo il manager ci sono diversi modi per misurare il ritorno dell’investimento. In primo luogo, questi device permettono di eliminare altri costi relativi all’hardware da implementare in camera, sostituendo vari strumenti con un unico voice assistant (naturalmente è da considerare l’investimento per questo). Nei device, inoltre, si possono integrare anche suggerimenti “promozionali” per acquisti onsite e upselling, da un cocktail speciale offerto nella lobby alla prenotazione al ristorante, spingendo magari proprio quei servizi su cui si ha più necessità di ricavi.
Promuovere l’offerta di un voice assistant può anche permettere all’hotel di diversificarsi ed emergere tra i competitor puntando sulla tecnologia piuttosto che sul pricing, riuscendo dunque anche a spuntare una tariffa media giornaliera più alta.
Un impiego naturalmente può essere anche quello delle comunicazioni interne tra i membri dello staff. Infine, naturalmente, i dati: raccogliere le richieste fatte dagli ospiti ad Alexa & co fornisce informazioni preziose sulle loro esigenze e su come organizzare l’attività futura, dallo schedule al miglioramento dei servizi.