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La Bagnaia Golf Resort, il vero lusso tra tempo e natura

Dalle modalità di recruiting alle specificità del prodotto golf, la proposta di alta gamma della tenuta toscana immersa nel verde

Dalle modalità di recruiting alle specificità del prodotto golf, la proposta di alta gamma della tenuta tos

Di Silvia De Bernardin, 13 Marzo 2023

Recruiting diretto per porsi, già nella fase di selezione, in ascolto diretto del personale e un prodotto basato sulla valorizzazione di ciò che oggi costituisce il “vero lusso”, sempre più ambito dagli ospiti: il tempo e lo spazio – meglio se a stretto contatto con la natura – per rigenerarsi. In occasione dell’ultima edizione di TFP Summit, la job fair del turismo e dell’ospitalità organizzata da “Job in Tourism” lo scorso febbraio, abbiamo incontrato Cinzia Montelli, General Manager di La Bagnaia Golf Resort che, in questa intervista, ci racconta quali sono le principali iniziative in ambito risorse umane della tenuta toscana. Aspettando la Ryder Cup di Roma, evento internazionale che in autunno vedrà puntati i fari del mondo del golf mondiale sull’Italia.

Siamo ai nastri di partenza della stagione in un momento certamente complesso per la ricerca di personale. Come affronta il recruiting una struttura stagionale luxury come la vostra?

Innanzitutto, con una forma di recruiting diretto. Il lavoro di chi si occupa di risorse umane è prezioso, ma in questa fase preferiamo avere noi – io, il direttore generale, il nostro vice direttore e il nostro f&b manager – il contatto diretto coi candidati. Credo sia importante soprattutto ascoltare le persone e il nostro è un modo di farlo diverso: si ascolta rivedendosi qualche anno prima e questo permette di leggere meglio i candidati.

A cosa è dovuta, secondo lei, questa difficoltà a reperire personale?

È una difficoltà vera e seria, che non attribuisco alla banale possibilità di poter usufruire di incentivi come il Reddito di cittadinanza, ma che credo piuttosto sia collegata a una reale perdita di obiettivi e stimoli da parte delle persone. E chiaramente il primo settore a esserne penalizzato è proprio l’ospitalità che, vista senza la conditio sine qua non della passione, diventa evidentemente sacrificante. Probabilmente, poi, anche noi abbiamo sbagliato qualcosa nel proporci: le persone oggi hanno quasi paura ad affrontare questo settore, credono poco nelle aziende che incontrano. Qualcosa sicuramente è sfuggito un po’ a tutti negli ultimi anni.

È un atteggiamento diverso che si riscontra già in fase di colloquio?

Il candidato oggi è meno “smart” rispetto al passato nel senso che non ha problemi a rivelare chiaramente quali sono i motivi per i quali è scontento del proprio lavoro e perché vuole cambiarlo, soprattutto per quanto riguarda la ristorazione.

Un giocare a “carte scoperte” da subito che magari può servire a porre basi più solide per la collaborazione futura, però…

Questo certamente, ma è come se la pandemia avesse rotto qualche meccanismo: i candidati sono oggi molto più chiari nel richiedere posizioni e corrette condizioni in base al proprio profilo, ma è come se prima di qualunque colloquio partissero prevenuti temendo già che queste non verranno loro offerte.

Si parla molto di work-life balance, per esempio.

Noi abbiamo le idee molto chiare su questo. Gli obiettivi da raggiungere sono alti, ma tengono in considerazione sempre, per i nostri collaboratori, che una parte adeguata della giornata e della settimana siano riservati a loro stessi. Noi, poi, siamo una struttura stagionale e richiediamo il trasferimento in zona. Abbiamo bypassato il momento in cui lo offrivamo internamente: per tutti stiamo cercando alloggi esterni in zone strategiche, per rendere più attrattive le offerte, ma soprattutto per garantire una qualità di vita che vada anche oltre il lavoro. Si tratta di un grande sforzo che sta portando avanti l’azienda.

Dal punto di vista, invece, del prodotto offerto agli ospiti, cosa contraddistingue La Bagnaia?

Il tempo e lo spazio che i nostri ospiti possono qui riguadagnarsi. E che oggi sono il vero lusso. Il resto è l’offerta commisurata a quanto è bello il luogo nel quale siamo e ai servizi che esso contiene.

A partire dal golf.

Il nostro campo da golf ha una qualità che hanno in pochi: utilizziamo erba Bermuda in soccorso al Pianeta perché consuma il 65% di acqua in meno di un normale campo. E poi ci autososteniamo perché abbiamo un sistema idrico molto complesso grazie al quale l’estate scorsa, nonostante la siccità, siamo riusciti a non usare acqua dell’acquedotto e a lavorare a pieno regime.

A proposito di golf, il 2023 è l’anno della Ryder Cup a Roma. Crede che questo evento spingerà l’offerta, anche ricettiva, legata al golf in un Paese come il nostro nel quale questo sport non è particolarmente diffuso?

Senza dubbio. In Italia facciamo molta fatica per il retaggio culturale che fa sì che lo sport sia sempre uno solo, il calcio. Il golf, poi, è visto da sempre come un’attività costosa, quando non lo è, e complicata. E, invece, è il contesto a fare la differenza.

In che senso?

È uno sport, per esempio, che richiede uno sforzo fisico importante. Da noi molti clienti vengono proprio per la complessità del campo, un aspetto fondamentale se si ricerca un’azione sportiva. Ma non è solamente questo. Sicuramente la Ryder Cup sarà seguita anche da chi non conosce tanto il golf perché i grandi eventi portano sempre curiosità. Noi abbiamo una proposta pensata proprio per chi è curioso, al quale regaliamo un’esperienza con un maestro di golf nel campo pratica. E posso dire che, in una percentuale molto vicina al 100%, chi prova poi acquista ulteriori lezioni. Questo per dire che il golf è ancora un totale sconosciuto per alcuni, e invece può essere vissuto prima di tutto come una passeggiata a stretto contatto con la natura durante la quale, disponendo di un parco protetto nella tenuta, è possibile ammirare animali e volatili di più specie in libertà, quasi ad accompagnare i giocatori, in un contesto unico a zero inquinamento: una sorta di paese delle meraviglie nel quale diventa tutto molto magico. Per questo chi prova, poi si appassiona facilmente.

Per approfondire: La Bagnaia Golf Resort, il Borgo per ospiti dinamici e competitivi, amanti dello slow life e della cucina di qualità

Immerso nel cuore della campagna toscana, a soli 12 km da Siena, La Bagnaia è entrato nella classifica dei 100 migliori Golf Resort al mondo. Il resort, un borgo medievale convertito risalente a più di 1.000 anni fa, dispone di 72 camere e suite arredate in stile toscano e offre spazi e tempi infiniti, secondo un concetto di lusso moderno, arricchito da esperienze in un ambiente totalmente sostenibile. Dalle aree protette che circondano la tenuta non è difficile, infatti, avvistare cerbiatti, istrici, un’infinita specie di volatili, insieme ad altre specie animali, in totale tranquillità. L’angolo benessere a cielo aperto nel giardino segreto, mercatini di antichi mestieri e sapori e il cinema all’aperto sulla terrazza con vista sul mondo sono alcune delle ulteriori proposte esclusive che arricchiscono l’esperienza degli ospiti, che annoverano anche il trekking guidato all’interno della tenuta, i percorsi per e-bike sulle famose “Strade Bianche” e tre outlet ristorativi caratterizzati, ciascuno, dalla propria personalità e carattere. Inoltre, con due punti di atterraggio per elicotteri privati, La Bagnaia Golf Resort regala anche il tempo per le proprie passioni. I generosi spazi congressuali e la famosa Banquet Hall ne completano l’attrattiva, per momenti di lavoro e cerimonie in esclusiva.
Fiore all’occhiello della struttura è il Royal Golf La Bagnaia, situato sulle dolci colline toscane. Progettato da Robert Trent Jones Jr, dispone di 18 buche, par 71 e offre incredibili viste paesaggistiche, fornendo al contempo un’emozionante prova di golf.

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