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Turismo cinese: istruzioni per l’uso

Anche se la pandemia ancora in corso blocca l’incoming, è tempo di studiare un mercato in forte crescita per non farsi superare dai competitor

Anche se la pandemia ancora in corso blocca l’incoming, è tempo di studiare un mercato in forte crescita p

Di Giovanni Angelini, 29 Marzo 2021

Il turismo cinese ha rappresentato sempre un tema attuale e dibattuto per l’incoming in Europa e, a cascata, in Italia. Ma a pandemia ancora in corso e frontiere chiuse ha senso ricominciare a parlarne già oggi? Probabilmente sì, se per esempio qualcuno già si sta muovendo e si tratta di uno dei nostri competitor principali nel Mediterraneo. Secondo quanto riporta Ttg Asia, infatti, l’Ente del turismo spagnolo ha appena stretto una collaborazione, tramite la sua sede di Guangzhou, con il China Outbound Tourism Research Institute (Cotri), nell’ambito del programma Advantage: Tourism per rilanciare il business dalla Repubblica Popolare. “Con il progredire dei test e delle vaccinazioni e l’allentarsi delle restrizioni atteso nei prossimi momenti è importante prepaparsi adesso per avvantaggiarsi nella competizione”, dicono da Cotri.
Ecco dunque che, sì, probabilmente è il caso di riprendere a studiare il mercato e come attrarlo. E ce ne parla un esperto, Giovanni Angelini, ex ceo Shangri-La e manager di spicco di diversi gruppi alberghieri e oggi fondatore e presidente della società di consulenza Angelini Hospitality.

Il mercato cinese outbound è stato caratterizzato da una rapida crescita, ampi volumi e portata, e un potenziale enorme. E visto che il Paese sta compiendo passi costanti in quasi tutti i settori, è essenziale capire che anche sul fronte di preferenze di viaggio, comportamenti e abitudini di spesa si stanno registrando significativi cambiamenti. In primo luogo, tra 2018 e 2019 si è visto che i gruppi numerosi stanno cedendo il passo ai viaggi in famiglia, ai tour self-made e personalizzati, ma anche ai viaggiatori indipendenti.

E l’elemento da sottolineare è che mentre i grandi gruppi, lavorando sui volumi, riescono ad attrarre soprattutto i viaggiatori più attenti al prezzo, i viaggi tailor made e con gruppi più piccoli sono invece più focalizzati sulla qualità e pronti anche a pagare un po’ di più per vivere un’esperienza. Dunque destinazioni e fornitori di servizi, hotel inclusi, devono avere ben chiaro a quale target intendano rivolgersi – volumi o qualità – e sviluppare le proprie strategie in maniera coerente. Questo è molto importante da considerare, perché non si possono attrarre entrambi i segmenti in maniera simultanea.

Per gli operatori del settore è importante segnalare che il mercato cinese outbound sta diventando più maturo, più sofisticato, e porta con sè la richiesta di un’esperienza di ospitalità di alta qualità. Diverse destinazioni ne hanno preso coscienza e stanno investendo in questo mercato.
Un nuovo segmento con forte potenzialità è quello del Mice, che attualmente a livello domestico rappresenta oltre il 40% del business travel cinese e che grazie a un rapido sviluppo economico e una crescente internazionalizzazione potrà diventare anche un’interessante opportunità per il mercato business outbound, quando il mondo tornerà a viaggiare di nuovo.

Un altro mercato potenzialmente interessante per gli hotel sono i circa 700mila studenti cinesi che ogni anno viaggiano all’estero per compiere studi avanzati e universitari. E non solo loro, ma soprattutto i familiari che si recano a visitarli anche regolarmente, e certamente si tratta di viaggiatori con un budget elevato.
Anche se il mondo sta ancora combattendo contro la pandemia e la stessa Cina non ha ancora alleggerito le restrizioni ai viaggi all’estero, dobbiamo pianificare per il futuro, per quando la situazione gradualmente si stabilizzerà.

Gli highlight del mercato
Ecco alcuni elementi chiave sul vasto mercato cinese:

Il potenziale: i viaggi all’estero sono solo all’inizio. Al momento solo il 10% dei cittadini possiede un passaporto che consente loro di viaggiare a livello internazionale. Ma questo numero crescerà grazie all’incremento del reddito e della disponibilità di voli long-haul abbordabili.

Fiducia: secondo un detto locale i cinesi fanno affari solo con persone di cui si fidano, e questo vale anche per il travel. Fiducia nel sistema sanitario, ma anche nelle compagnie aeree, nell’hôtellerie, nel retail e nei brand per lo shopping. Sicurezza e protocolli sono essenziali.

Trend in cambiamento: la domanda sta virando da mete overtourism a destinazioni meno affollate capaci di offrire prodotti e attrazioni di qualità. Le autentiche esperienze locali potrebbero presto rimpiazzare l’importanza posta nello shopping, per esempio. Cresce anche la richiesta di hotel green ed eco-friendly, wellness, tour degustazione, sci e altri sport invernali.

Influencer e prenotazioni: I social media restano i maggiori influencer online, e il 90% delle prenotazioni viene realizzato via Ota (come Trip.com, Qunar, Feizhu, Tunin, Mafemgwo, Meituan). E prima della pandemia stavano crescendo i viaggi long-haul e si stava allungando la durata.

Comunicazione: deve essere essenziale per i fornitori di servizi avere tutti i canali di comunicazione disponibili anche in mandarino, dai siti web alle brochure, dai menù alle escursioni. Si raccomanda anche di avere parte dello staff parlante la lingua.

Focus sul cibo: I viaggiatori cinesi hanno sviluppato capacità di apprezzare il cibo di qualità (come anche il vino), oltre alla loro cucina tipica. E sono pronti a pagare per averli. Tuttavia, allo stesso modo non possono stare più di due o tre giorni senza poter avere accesso ai piatti della loro cucina. E questo è importante per le strutture ricettive che dovrebbero provvedere sia a inserire alcuni prodotti etnici di base per esempio a colazione, sia a consigliare ristoranti di qualità dove i turisti cinesi possano ritrovare i propri sapori.

Pagamenti: oltre a Apple Pay e UnionPay, piattaforme mobile come Alipay e WeChat sono diventate la norma per le transazioni dei viaggiatori cinesi, e dunque sono un servizio che gli operatori non devono mancare di inserire.

In conclusione, l’emergere di una benestante classe media e l’allentarsi delle restrizioni ai viaggi hanno giocato un ruolo di primo piano nello sviluppo del mercato turistico cinese outbound, che crescerà e potrà essere un’importante fonte di business per molti Paesi, destinazioni e hotel nel mondo.

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