Sono ancora calcoli non definitivi, ma sicuramente danno un’idea di grandezza: il “tesoretto” della tassa di soggiorno dovrebbe raggiungere quest’anno la cifra record di 976 milioni di euro per arrivare – sono le stime – a superare l’asticella del miliardo il prossimo anno.
I calcoli sono quelli dell’Osservatorio Tassa di Soggiorno di Jfc pubblicati dall’agenzia stampa Ansa in anteprima questa settimana. Secondo i numeri di Jfc, al primo posto per incassi dovrebbe svettare il Lazio, con oltre 295 milioni, seguito da Lombardia con 108 milioni 235mila, Toscana con 100 milioni 360mila e Veneto con 98 milioni 9mila. Cifre che – ha commentato Massimo Feruzzi, Ceo di Jfc, all’Ansa – indicano “come la tassa di soggiorno sia considerata dai Comuni uno strumento essenziale per acquisire risorse, la maggior parte delle quali utilizzate per interventi non turistici“.
Le motivazioni dietro gli incassi record
Ferruzzi ha analizzato le motivazioni alla base di questi incassi da record della tassa di soggiorno, ovvero gli incrementi delle tariffe dell’imposta decisi da molti Comuni, l’introduzione della medesima in nuove destinazioni, l’ampliamento dei periodi e della durata di applicazione da un lato e la riduzione delle esenzioni dall’altro, ma soprattutto il positivo andamento dei flussi turistici, in particolare nelle grandi città d’arte italiane. Ecco, dunque, che in molte Regioni si è registrato un aumento notevole degli incassi rispetto al 2023: in Trentino Alto Adige (+40,9%), in Abruzzo (+25,7%), in Puglia +(19,5%), in Lombardia e Liguria (+15%), in Emilia Romagna (+10,3%). A registrare gli aumenti maggiori, però, è anche in questo caso il Lazio, dove gli introiti della tassa di soggiorno sarebbero aumentati addirittura del 55,6%.
Le previsioni per il 2025 (e il solito problema della destinazione del gettito)
Jfc stima che l’incremento continuerà anche il prossimo anno, quando il gettito derivante dall’imposta dovrebbe salire ancora del +7,8% del gettito, arrivando a toccare quota 1 miliardo 52 milioni di euro.
A livello nazionale – ha analizzato ancora Ferruzzi all’Ansa – si assiste “a una continua corsa a innalzare le tariffe di tale imposta”: diversi amministratori dichiarano apertamente di aumentare l’imposta di soggiorno in quanto costretti a causa “dei tagli imposti da questa manovra di bilancio”, mentre altri giustificano tale decisione affermando che “l’imposta di soggiorno viene ritoccata al rialzo per fronteggiare le problematiche dell’overtourism”, senza però spiegare quali siano tali misure. “In estrema sintesi, ciò che ancora manca, dopo ormai 15 anni dalla sua re-introduzione, è la chiarezza sull’utilizzo reale di tali fondi perché, come affermano in molti, tali risorse vengono sempre più utilizzate per coprire buchi di bilancio dei Comuni“, conclude Jfc.
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