Mentre questa settimana è scattata la prima protesta dei balneari, che hanno appeso 10mila manifesti negli stabilimenti delle spiagge italiane per spiegare il gran pasticcio delle concessioni che l’Italia, come richiesto dall’Europa da diversi anni, dovrà mettere a gara entro quest’anno, Altroconsumo ha pubblicato l’inchiesta che fa il punto su quanto costeranno ombrelloni e lettini quest’estate. A emergere è un rincaro medio dei prezzi del 4%, con differenze però tra le varie località italiane.
Gli aumenti
L’inchiesta di Altroconsumo raccoglie le tariffe di 211 stabilimenti balneari in 10 città dalle quali emergono le variazioni al rialzo dei listini, “che sono diventate ormai una lenta e costante tendenza e si stratificano su aumenti più consistenti verificatisi negli anni passati (il 5% medio del 2023 e il 10% nel 2022)”, sottolinea Altroconsumo.
Mediamente la prima fila di ombrelloni in spiaggia costa 226 euro a settimana, tariffa che si riduce a mano a mano si vanno a scegliere le file successive: in seconda il costo medio è di 210 euro, 199 euro in terza, 186 dalla quarta in poi. Dal confronto con i prezzi dello scorso anno, emerge come in alcune località non ci siano stati aumenti, come a Lignano, Taormina e Giardini Naxos. Qualche rialzo invece c’è stato ad Alghero e Gallipoli (2%), Alassio, Anzio e Palinuro (3%), Rimini (4%) e Viareggio (5%). Più elevato, ma in linea con l’inflazione, l’aumento rilevato a Senigallia (8%), che resta comunque la località meno cara dell’inchiesta. Qui, infatti, la prima fila costerà 155 euro contro i 392 che si devono sborsare ad Alassio, la località più cara. Prezzi più alti della media anche a Gallipoli (289 euro per la prima fila) e Alghero (239 euro).
“Più concorrenza”
“Perché le vacanze siano un po’ più economiche servirebbe più concorrenza. In questi giorni – sottolinea l’associazione dei consumatori – si dibatte molto sulla questione delle concessioni balneari. Il sistema di rilascio dei permessi per gli stabilimenti balneari privati deve essere riorganizzato in tempi stretti, attraverso nuovi bandi di gara. Nell’attesa che ciò avvenga a pagare sono i consumatori, perché questa situazione di stallo, con le concessioni che restano in mano agli stessi operatori, si ripercuote sul prezzo di lettini e ombrelloni, ogni anno più costosi ed elitari. È importante quindi arrivare presto a una riforma del settore ‘spiagge'”.
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