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Sfruttare l’evoluzione di Olbia

Di Stefano Lombardini, 9 Ottobre 2009

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Anche un territorio caratterizzato da una domanda turistica fortemente stagionale può rivelarsi un’area dalla buone potenzialità di sviluppo alberghiero. A patto di concentrarsi su più target di clientela contemporaneamente. È questo, per esempio, il caso di Olbia, le cui opportunità d’investimento nel ricettivo sono state analizzate dal ricercatore per la società di consulenza Teamwork di Rimini, Stefano Lombardini.

Nell’attuale scenario di mercato, la Sardegna, soprattutto nelle province dove sono presenti i tre aeroporti dell’isola, rappresenta una location di grande interesse per un investimento immobiliare nel comparto dell’ospitalità. Olbia, in particolare, nell’ottica del piano strategico di cui si è recentemente dotata e grazie a una serie di finanziamenti pubblici, sta vivendo una discreta evoluzione dello stile della propria offerta ricettiva, che sta portando la città a essere sempre più percepita quale porta di ingresso alla Sardegna.
La località, con il suo bacino portuale e aeroportuale, ha registrato, a partire dal 2000, un forte incremento di flussi. Un fenomeno che ha imposto alla città una riqualificazione della viabilità e dell’arredo urbano, nonché, seppur timidamente, dell’offerta alberghiera. Complessivamente il sistema delle infrastrutture (porto turistico e aeroporto internazionale Olbia Costa Smeralda) ha poi svolto un’intensa attività di marketing e di politiche commerciali, che ha generato ricadute positive sui flussi di turismo business e leisure. I nuovi piani di sviluppo della mobilità stradale cittadina hanno inoltre reso più fluido e funzionale lo scorrimento dei viaggiatori da e verso le infrastrutture strategiche del territorio. Un’evoluzione, quest’ultima, che ha contribuito a qualificare l’immagine di Olbia quale grande hub del nord dell’isola.
In questi stessi anni l’hôtellerie locale non ha, tuttavia, ancora registrato trasformazioni radicali. È però prevedibile che il processo di ammodernamento investirà anche il settore ricettivo, con nuove aperture guidate da catene internazionali e riqualificazioni delle strutture alberghiere più dinamiche. La domanda di lodging facility a Olbia, in particolare, è prevalentemente orientata (circa due terzi) sul versante leisure-villeggiatura, con una consistente presenza di clientela straniera. Al medesimo tempo appare molto marcata la sua stagionalità. Ne consegue che i tassi di occupazione delle strutture di Olbia sono generalmente inferiori a quelli della media nazionale, mentre i picchi di tutto esaurito sono generati solo dai turisti di Ferragosto.
Volendo progettare in loco un investimento immobiliare, devono perciò essere fatte salve alcune condizioni, tra cui la localizzazione del nuovo albergo in prossimità di porto e aeroporto, la sua accessibilità stradale e l’affiliazione a un brand internazionale. Particolare importanza riveste pure la scelta riguardante il dimensionamento della struttura, che dovrà essere abbastanza grande da assicurare economie di scala, ma non così tanto da subire eccessivamente le conseguenze della contrazione della domanda fuori dalla stagione balneare. Per garantire redditività non va, inoltre, trascurato il comparto ristorativo e il banqueting.
Il giro d’affari può essere così sostenuto rivolgendosi anche ai potenziali target posti al di fuori dei confini del tradizionale turismo balneare. Tra questi può risultare profittevole rivolgersi soprattutto alla clientela business che gravita attorno a Olbia per attività commerciali. È poi possibile anche l’acquisizione di utenti congressuali, con preferenza per i meeting aziendali rispetto ai congressi scientifici, concentrati in prevalenza a Sassari. Si può inoltre offrire riprotezione a equipaggi e passeggeri sia dell’aeroporto sia dello scalo marittimo, così come potrebbe rivelarsi utile ospitare i gruppi e le comitive del turismo organizzato. Da guardare con interesse, infine, è anche la domanda di lodging facility espressa dalla clientela leisure individuale, che fa tappa a Olbia per poi visitare il resto dell’isola.

Il punto di riferimento per l’ospitalità dell’area

Il principale benchmark dell’area è il Sol Melià Olbia: un resort inserito all’interno del campus sportivo-ricreativo cittadino denominato Geovillage. La struttura è caratterizzata essenzialmente dalla sua location protetta dal traffico cittadino, nonché da uno sviluppo orizzontale dell’edificio, dal suo centro benessere Mességué, da un parco esterno, da una piscina all’aperto e da alcuni campi da tennis: tutti elementi che posizionano il resort all’interno del mercato incentive e soggiorni leisure, con una domanda veicolata sostanzialmente dai canali di commercializzazione interni alla catena Sol Melià.

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