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Progettazione: la dimensione uomo nell’ambiente camera

Di Federico Bergamo e Vittorio Pedrotti, 13 Luglio 2007

L’antropometria è la scienza che studia le misure del corpo umano ed è alla base di ogni progettazione. Naturalmente non basta un’approfondita conoscenza del dimensionamento umano ai fini di una corretta progettazione. Altri fattori di fondamentale importanza vi convergono in modo interrelazionale (psicologici, socioeconomici). In questa puntata della nostra rubrica ci occupiamo esclusivamente di quelli collegati alla natura fisiodimensionale dell’uomo.
Nel campo specifico della progettazione di una camera d’albergo, si può affermare che l’antropometria costituisce certamente la base principale e il punto di partenza più sicuro. Se poi si pensa all’importanza di un corretto e preciso dimensionamento degli spazi ai fini economici nella progettazione alberghiera, ci si rende subito conto della necessità di un attento e accurato studio antropometrico per determinare i parametri minimi di uno standard ottimale applicabile a una camera d’albergo tipo. Le dimensioni delle camere, che oggi sono standardizzate in funzione della categoria dell’albergo con i minimi normativi, sottintendono quindi uno studio approfondito di antropometria e di ergonomia degli spazi, che a titolo indicativo cercheremo ora di illustrare.
L’ambiente camera, in una visione generale non prettamente alberghiera, è il luogo dove l’uomo principalmente dorme o riposa e dove passa una gran parte della vita (circa il 30%). Nel corso dei secoli questo locale ha subito notevoli cambiamenti influenzati da innumerevoli fattori di carattere socioeconomico e di costume, che sarebbe molto interessante analizzare, ma che ci porterebbero molto lontano rispetto agli assunti del presente articolo.
Oggi, rimanendo nell’ambito di una moderna progettazione alberghiera, basata su chiari e irrinunciabili principi di funzionalità, la camera d’albergo presenta requisiti minimi codificati e verificati a livello internazionale. L’uomo, sia come utente sia come personale addetto al servizio, ne costituisce l’unità di misura.
Elemento principale, il letto, singolo o doppio, sul piano della dimensione presenta una configurazione ben precisa sia per quanto riguarda la lunghezza (oggi si utilizzano letti standard di 2 metri di lunghezza), sia per quanto riguarda la larghezza che si può definire ottimale intorno al metro per il singolo e intorno a 1,80 per il matrimoniale (2×2 nel caso vengano accostati due letti singoli per ottenere il letto denominato King).
L’altezza del letto da terra è generalmente di circa 60 centimetri: una maggiore altezza, anche di pochi centimetri, ne facilita l’uso, in particolare da parte delle persone anziane, mentre misure inferiori alla media producono un effetto estetico migliore, dando anche l’impressione che il locale sia più ampio, ma rendono più faticoso il lavoro di rifacimento.
Dal punto di vista del servizio, risulta comodo e igienicamente consigliabile uno spazio libero sotto il letto, minimo di 20 centimetri. Attorno al letto vi dovrebbe essere uno spazio di movimento (sia per l’utente sia per il servizio) non inferiore a 70-80 centimetri. Questo spazio può essere ulteriormente ridotto fino ad arrivare a 45 centimetri, a scapito di un agevole lavoro del personale di servizio. I sommier, naturalmente, possono essere spostati con l’applicazione di ruote ai piedini contro la testata letto ma, se possibile, è bene ridurre le movimentazioni. Questa misura andrà aumentata nel caso vi sia interferenza con altri mobili o altri arredi (armadi, cassettiere, tavoli).
L’elemento tavolo-scrittoio, tradizionalmente collegato con il ripiano portavaligie e il frigo-bar, ora è spesso un elemento indipendente e la tv a cristalli liquidi è applicata a parete. Il classico armadio alberghiero è spesso sostituito, specialmente negli Stati Uniti e nei paesi di cultura anglosassone, da una comoda e funzionale cabina-armadio.
Le dimensioni dell’armadio e della cabina saranno proporzionate sia ai dati antropometrici, sia ai parametri relativi alla durata media del soggiorno dell’utente, per cui gli alberghi di passaggio avranno capacità di guardaroba notevolmente inferiore a quelli di soggiorno.
Il comodino a fianco del letto deve costituire un piano d’appoggio di dimensioni utili, preferibilmente non inferiori a 35×45 centimetri, e trovarsi a un’altezza da terra non inferiore a quella del materasso.
Certamente questa schematica esposizione è solo un’introduzione al vastissimo campo del dimensionamento architettonico e di arredo legato all’antropometria, anche perché i fattori fisici ed ergonomici (l’ergonomia è la disciplina che affronta i rapporti che intercorrono tra l’uomo e l’ambiente in cui vive e lavora) non sono per loro natura statici, ma evolvono parallelamente all’evoluzione fisica e socioeconomica dell’elemento uomo.
Con questo articolo pensiamo di aver dato indicazioni utili agli operatori del settore alberghiero per analizzare attentamente gli spazi, in relazione alla fruibilità da parte degli ospiti e alle esigenze operative del personale di servizio.

Bibliografia
J. Panero, M. Zelnik, Spazi a misura d’uomo, Be-Ma editrice.
E. Grandjean, Ergonomics of the home, Taylor & Francio ltd, London.
W.E. Woodson, D.W. Conover, Human engineering guide, University of California press, Los Angeles.

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