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Just married in Venice

Di Giorgio Bini, 4 Maggio 2007

«Questa ricerca è rivolta agli albergatori, ma anche a tutti gli operatori commerciali: dai fioristi che hanno un ruolo principale nella preparazione scenografica della location, ai gondolieri che portano a spasso gli sposi lungo il Canal Grande, ai fotografi che si occupano dei servizi fotografici, ai trasportatori, ai ristoratori e a chi si occupa di catering e di organizzare il matrimonio dall’a alla zeta». Lo ha spiegato Massimo Salviato, presidente del centro studi dell’Associazione veneziana albergatori (che riunisce oltre 450 alberghi a Venezia, terraferma e provincia), presentando all’hotel Bauer il manuale Just married in Venice, a cura del ricercatore Giovanni Savini, del giornalista Roberto Piccinelli, autore della Guida al piacere e al divertimento, e di Micaela Scapin, giornalista e ufficio stampa Ava.
In jeans e t-shirt, in pantaloncini e maglietta sportiva, in gondola accompagnati da un violinista, in diretta via web di fronte al Canal Grande per rendere partecipi i familiari rimasti a casa, le coppie arrivano dall’America, dalla Francia, dall’Inghilterra e dal Giappone per sposarsi a Venezia.
«In un periodo in cui cadono tanti valori, parlare di matrimoni può sembrare anacronistico», ha detto il direttore dell’Ava, Claudio Scarpa. «Aumentano le famiglie di fatto, vengono proposte nuove formule di convivenza, si parla della fine della famiglia. Leggere questa ricerca può far sorridere, ma può anche stimolare una riflessione molto seria: il numero delle coppie che giungono a Venezia per pronunciare il fatidico sì è in continuo aumento. Merito della bellezza della città, ma anche di una tradizione multiculturale che affonda le sue radici nei primordi della storia cittadina. Il manuale Just married in Venice racchiude, da un lato, l’esperienza degli operatori che supportano le coppie che giungono da ogni paese del mondo per sposarsi in città e, dall’altro, contiene elementi utili per capire il valore del matrimonio in ogni cultura e religione».
Scarpa ha poi sottolineato le motivazioni che hanno spinto il centro studi dell’Ava alla realizzazione della ricerca: «Il manuale è diretto ai direttori d’albergo e a tutti coloro che vorranno operare nell’organizzazione dei matrimoni. Un altro segno volto a sottolineare Venezia come città accogliente e di pace. Ci sono tutti gli elementi perché Venezia diventi un punto d’incontro tra mondi diversi, come è sempre stato nella sua storia. Punto d’incontro, sottolineo, e non di scontro. Venezia, oltre che città multiculturale, è anche città delle religioni, grazie alla presenza di istituzioni della religione cattolica di grande valore, ma anche di comunità fortemente radicate come quella ebraica, valdese, anglicana, luterana e ortodossa».

Tanti modi di sposarsi
Qui di seguito un sintetico estratto da Just Married in Venice, edito dal centro studi Ava, autori Giovanni Savini, Roberto Piccinelli, Micaela Scapin.

Ebrei
Il rito viene celebrato in ebraico o nell’antico aramaico. Lo sposo promette di osservare gli obblighi religiosi; poi, dopo che il rabbino gli ha donato un fazzoletto, può sollevare il velo dal viso della sposa. A questo punto la coppia si avvicina all’happah (un baldacchino ricoperto di fiori, simbolo dell’unità della coppia) e la sposa compie diversi giri intorno allo sposo, entrambi bevono vino da un calice benedetto e infine lo sposo infila l’anello al dito dell’anulare destro della sposa mentre il rabbino legge il contratto matrimoniale.
Ortodossi
La cerimonia è divisa in due parti, fidanzamento e incoronazione. All’ingresso della chiesa i futuri sposi vengono benedetti per tre volte dal sacerdote, che consegna loro dei ceri accesi e li accompagna all’altare porgendo gli anelli, d’oro per lui, d’argento per lei. Dopo che il sacerdote ha disegnato tre croci sulla fronte di entrambi, gli anelli vengono scambiati per tre volte. L’incoronazione si svolge accanto al tetrapodion, un piccolo altare sul quale sono poggiati una coppa di vino e due corone che saranno posate sulle teste degli sposi. Al termine di una danza rituale che i due novelli sposi ballano attorno all’altare con mani legate da un fiocco, che simboleggia l’unione, il sacerdote toglie la corona prima allo sposo e poi alla sposa invitandoli a baciarsi.
Giapponesi
Il rituale matrimoniale shintoista è molto suggestivo: gli sposi, con indosso kimoni particolarmente fastosi, bevono ciascuno tre volte da una ciotola che contiene riso e saké. In Giappone i grandi alberghi offrono pacchetti completi di cerimonia e ricevimento, con gli arredi tipici della tradizione scintoista: troni, tempietto e i due kimoni per la sposa, uno bianco per la cerimonia e uno rosso per la festa.
Induisti
Gli sposi vengono introdotti separatamente in un padiglione, dopo di che il padre della sposa consegna sua figlia al giovane. La cerimonia avviene intorno al fuoco dove si depongono le offerte, lo sposo guida la sposa intorno al fuoco annodando le sue vesti con quelle di lei, poi dovranno salire in cima a una macina, compiere sette passi su sette mucchietti di riso, infine gli sposini verranno innaffiati con acqua benedetta.

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