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Gli arredi nelle camere d’albergo

Di Antonio Caneva, 13 Dicembre 2002

E’ strano talvolta rilevare come operatori, anche qualificati, non si rendano conto del preciso rapporto tra causa ed effetto e sottovalutino la capacità delle persone, potenziali clienti o già clienti, di percepire l’attenzione che si presta ai loro bisogni. Alcuni giorni orsono, soggiornando in un importante albergo dove avevo preso alloggio per partecipare ad un evento, mi sono ricordato di un articolo firmato dal direttore di Rolling Pin, pubblicazione austriaca del settore, che avevo letto un paio di anni prima. Parlava del suo soggiorno a Chicago in un albergo della catena Sheraton, documentato con fotografie, in una camera dove l’umidita aveva creato delle grosse macchie nella parete facendo staccare la carta da parati ed in cui i mobili avevano problemi di manutenzione. Una camera sicuramente non all’altezza della situazione che non si sarebbe dovuto affittare. Questo articolo mi era venuto in mente perchè la camera assegnatami aveva una caratteristica assolutamente unica: non aveva né armadi né cassetti per riporre la biancheria; si era sopperito con un appendiabiti su ruote, del genere abitualmente utilizzato per appendere i mantelli nelle manifestazioni. I vestiti potevano così essere appesi, anche se aperti alla polvere, mentre la biancheria doveva restare nella valigia, che veniva ad avere la funzione di cassettiera.

Poco male, il soggiorno di una notte e poi via, ma il quesito che mi pongo è come può aver pensato, chi ha ideato questo arredo, che l’utilizzatore della camera sarebbe ripartito con un buon ricordo, con la sensazione di aver vissuto un’esperienza positiva, tale da indurlo a ritornare?

Su questo quesito cui, sono certo, i lettori essendo più bravi di me saranno in grado di dare una risposta, termino l’ultimo editoriale dell’anno; anno difficile per tutti, che per noi, pur faticosamente, ha voluto comunque dire una crescita in termini sia di riconoscibilità sia di attenzione da parte dei lettori. Possiamo guardare al 2003 con maggiorre serenità rispetto all’anno precedente, in cui si è verificato l’attentato a New York, consci però delle forti interdipendenze del sistema nel quale operiamo, che si presenta con molti chiaroscuri.

Auguri di cuore a tutti.

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