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Esplorando nuovi mondi

Di Emilio De Risi, 9 Novembre 2007

L’uomo è un animale sociale e in quanto tale tende a spendere del tempo con individui che gli somiglino. Mi occupo di marketing e comunicazione e, per scelta o per caso, diversi dei miei conoscenti operano in questo campo. Alcuni giorni fa ho trascorso una serata con un amico che non vedevo da tempo, regista di una nota emittente televisiva. Abbiamo parlato di diversi argomenti fino ad approdare alle passate vacanze estive.
Il regista mi ha parlato del suo viaggio in Salento e del suo soggiorno in un’antica masseria, ristrutturata e predisposta per l’accoglienza turistica. Fin qui nulla di strano, se non per il fatto che la masseria-albergo fosse praticamente vuota il 15 di agosto. Un po’ sorpreso mi sono accertato che non si trattasse di un’apertura last minute e subito dopo ho chiesto alcune informazioni sulla gestione.
Il proprietario è un ristoratore che, dopo aver operato a lungo in Germania, ha deciso di ritornare in Puglia e avviare una nuova impresa. Mentre pensavo che un imprenditore capace, ma attivo in un settore adiacente a quello turistico come la ristorazione, dovrebbe ben ponderare e considerare le diversità tra i due business, sono stato sopraffatto da una frase del mio amico che mai avrei pensato di udire e ancor meno da un comunicatore professionista: «Ho suggerito al proprietario che io e il mio collega esperto di web, con un sito internet e delle azioni di pubbliche relazioni ad hoc, saremmo stati in grado, da Milano, di riempirgli la struttura per la prossima stagione a partire dal mese di marzo».
Sono un fautore della comunicazione, è il mio lavoro, ma sono conscio di quanto il turismo si presti a facili teorie organizzative. Sono, perciò, stupito che un professionista esperto e competente non percepisca difficoltà, tecnicismi e dinamiche dell’industria dei viaggi.
Ignorare questi aspetti, in alcuni casi, può essere anche un bene, perché permette lo sviluppo di idee nuove non vincolate a schemi prestabiliti; non accade però tutti i giorni, ancor meno in settori complessi come il turismo.
Per questa ragione ho dato un consiglio al mio amico, valido anche per quegli esperti di marketing che vogliono comprendere il nostro settore: fermarsi a riflettere quando viaggiano con un tour operator o quando entrano in una stanza d’albergo. Pensare che il turismo è definito un experience good e che, per giocare con le parole, trasformare un’esperienza in un prodotto richiede una macchina organizzativa incredibile. Quindi, ogni volta che si vuole esplorare un nuovo mondo, non sarebbe sbagliato studiarne prima le regole.

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