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Dalla Cina alla Sardegna: investimenti immobiliari nel turismo

Di Job in Tourism, 20 Gennaio 2006

Due nuovi hotel al Beijing Capital International Airport
Il China Daily ha diffuso la notizia che il Beijing Capital International Airport ha invitato investitori nazionali e stranieri a presentare le proprie offerte d’appalto per la costruzione di un complesso alberghiero di 600 milioni di yuan (74 milioni di dollari americani). Una grande novità: mai prima, difatti, risulta che un gigante statale abbia chiesto a investitori privati di partecipare a un importante progetto come questo. Liu Guixian, general manager della Beijing Capital Airport Tourism Co. Ltd, ha dichiarato che il complesso sarà costituito da due hotel, uno di categoria quattro stelle e l’altro più economico, e da un palazzo di uffici per le linee aeree interne e internazionali. Il complesso alberghiero, che sarà situato accanto al terminal 3, che è in fase di costruzione e dovrebbe essere completato entro il 2007, sarà realizzato nell’arco di venti mesi. L’iniziativa è parte di un’operazione di restyling del valore di 30 miliardi di yuan (3,7 milioni di dollari) del principale aeroporto internazionale della Cina. Attualmente 35 milioni di passeggeri transitano ogni anno per questo aeroporto e vengono trasportate 790.000 tonnellate di merce. Dopo la ristrutturazione, queste cifre aumenteranno: sono previsti 72 milioni di passeggeri e 2-3 milioni di tonnellate di merci, volumi che porranno il Beijing Capital International Airport fra i primi 10 al mondo.

Attenzione a Tom Barrack
Chi è il più forte investitore immobiliare al mondo? Si dice che sia Tom Barrack, che possiede un portafoglio di trofei immobiliari di 25 miliardi di dollari, dalla catena alberghiera Raffles in Asia all’ex resort dell’Aga Khan in Sardegna, ai Resorts International, la più grande società di gioco d’azzardo privata degli Stati Uniti. Il Colony Capital di Tom Barrack a Los Angeles, una delle maggiori società a capitale azionario privato che si occupa esclusivamente di patrimonio immobiliare, ha aumentato gli utili del 21% ogni anno dal 1990, rimettendo agli investitori – principalmente fondi pensionistici e donazioni universitarie – il 17% al netto di tutte le commissioni. Non si contano i personaggi con cui Barrack ha fatto affari: principi sauditi, petrolieri texani, un dittatore dei Caraibi, perfino Donald Trump. Ha comprato il Fukuoka Dome, lo Yankee Stadium giapponese, ha comprato e venduto il Plaza Hotel di New York City, ricavandone un profitto di160 milioni di dollari, e la catena Savoy di Londra, con un profitto netto di altri 260 milioni di dollari. Secondo Donald Trump «Tom ha un’incredibile intuizione del futuro, una capacità di vedere quello che succederà che nessuno riesce ad eguagliare». Nel mondo degli investitori immobiliari di maggior peso, Barrack viene considerato una star, anche se al di fuori di quella cerchia esclusiva pochi lo conoscono.

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