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Corsi internazionali agli istituti Ritz

Di Antonio Caneva, 1 Giugno 2001

La sede dell’istituto alberghiero César Ritz di Le Bouveret, affacciato sul lago Lemano, è un bel edificio che lascia immediatamente percepire la sua origine di albergo tradizionale, trasformato nel 1986 nell’attuale struttura. Arrivo in una mattinata di sole, giusto in tempo per conoscere e salutare il fondatore e Presidente del Consiglio d’amministrazione del gruppo Wolfgang D. Petri, l’attuale Presidente , nonché presidente dell’associazione svizzera delle scuole alberghiere Martin Kisseleff, familiarizzare con Marga Cretton, direttrice delle pubbliche relazioni e ammissioni del gruppo e partecipare alla foto d’insieme con gli ex allievi, arrivati da ogni parte del mondo. Il gruppo César Ritz è composto dall’istituto di Le Bouveret, dall’International College of Hospitality Administration – University Center “Cesar Ritz” a Briga nel cantone del Vallese, dall’International College of Hospitality Management “César Ritz” di Washington Connecticut (U.S.A.) e dall’International College of Tourism & Hotel Management “Cèsar Ritz” di Sydney (Australia). La caratteristica peculiare è che il corso di studi, che si divide in due moduli di due anni (con il secondo modulo si ottiene un diploma di laurea), prevede che il primo ciclo possa essere svolto al primo anno a Le Bouveret e al secondo, a scelta, negli U.S.A. od in Australia; la lingua non è un problema dato che il linguaggio ufficiale delle scuole è l’inglese. Sarà probabilmente la bella giornata ma non si ha l’impressione di essere in una scuola, attorniati dal clima elettrizzante del rincontrarsi di tante persone che hanno condiviso gli studi ed ora sono distribuite ai quattro angoli del mondo, vivendo esperienze diverse. Dopo colazione è stato organizzato un incontro tra gli attuali studenti ed ex allievi di diverse nazionalità. Quelli che siedono al tavolo della presidenza attualmente lavorano in Turchia, al Four seasons in Giappone, al Burger King in Germania, per Fidelio in Svizzera ed ad Hong Kong come marketing manager. E’ veramente interessante vivere l’incontro di esperienze ed aspettative tra gli anziani ed i nuovi. Le domande poste tradiscono la trepidazione dei giovani che guardano al proprio futuro, con le aspettative ed incognite di una vita da costruire; esse vertono tra l’altro sull’utilità di un diploma svizzero per la crescita professionale, le opportunità per le donne nel business dell’ospitalità, il futuro per l’industria alberghiera in Asia (molti studenti sono asiatici), sul miglior consiglio che si può dare. A questa ultima domanda c’è stata una risposta interessante: “prendete il vostro diploma e fatene una barca e con questa andate lontano, però ricordatevi che sarete voi che dovrete governarla”. La mattina successiva con una breve corsa sull’autostrada (rispettando rigorosamente il limite, siamo in Svizzera!) vado con Andrea Mastellone, ex allievo ed attuale direttore del Park Hotel Casimiro di San Felice del Benaco sul Garda, a Briga, dove l’architettura dell’University Center è molto diversa. La bella costruzione in cemento armato è del 1991 ed è stata fortemente voluta dal Cantone del Vallese per far tornare l’Istituto nella cittadina dove aveva iniziato la sua attività nel 1982 e che aveva dovuto lasciare nel 1986, per la forte crescita del numero di allievi. Viene fatta una breve proiezione di diapositive e raccontata la storia del rapporto con César Ritz, svizzero di origine e precursore ed innovatore dell’ospitalità dell’epoca. L utilizzo del nome Ritz è stata loro concesso dalla fondazione Ritz per il riconoscimento delle medesime finalità di Ritz: modernità ed innovazione con attenzione alla tradizione. Una visita alla mostra di pittura di Roland Durr studente al centro di Briga e già conosciuto pittore, dal sintomatico titolo: “Artist & hotellier”, una visita alla struttura dove si incontrano giovani assorti sui computer nella grande sala, un passaggio dalla fornitissima biblioteca e siamo nuovamente in machina per arrivare in un attimo al di là del passo del Sempione, a casa. Abbiamo lasciato un ambiente stimolante, dove la coscienza dell’importanza del compito svolto viene vissuta con lievità e, cosa non da poco, le persone che operano o studiano, malgrado i rigorosi programmi, sono sorridenti.

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