Cambiano gli scenari del lavoro

Il panorama del mondo del lavoro sta cambiando velocemente, la generazione “dot”, formata dagli attuali ventenni, si affaccia al mercato e vanno ridisegnate le strategie del rapporto di lavoro sinora cristallizzato nelle proprie caratteristiche; i giovani sono meno disposti dei loro predecessori a impieghi in lunghi turni e saranno anche meno attratti da “un lavoro per la vita”. L’attuale difficoltà nel reperire validi collaboratori nasce probabilmente da questo momento di transizione in cui i professionisti, che per motivi anagrafici si ritirano dall’attività, vengono sostituiti da giovani con caratteristiche ed aspettative decisamente diverse. In un recente convegno sugli scenari che si aprono per le professioni, Lyndall De Marco della Pan Pacific Hotels & Resorts afferma ” le opportunità di impiego nell’industria dell’ospitalità sono ora viste come parte di un viaggio del processo di apprendimento che durerà tutta la vita” mentre aggiunge Alain Schuder dell’Hyatt International “il nostro compito consiste nello sviluppo dei collaboratori basato sulla competenza, offrendo carriere e non impieghi, in un ambiente imperniato sull’apprendimento”. Probabilmente attorno a queste due affermazioni si svilupperà lo scenario futuro delle risorse umane; il tradizionale approccio deve lasciare spazio ad una visione più aperta, traendo vantaggio dalle nuove tecnologie e dalle esperienze professionali esterne; l’industria deve trasformare sia la sua percezione che la sua attitudine nei rapporti con i collaboratori da ” basso costo / basso valore” a: buoni collaboratori per buoni impieghi. I programmi di sviluppo professionale diventano parte integrante dei rapporti di lavoro ed il management, tra le varie incombenze, dovrà porsi, in modo innovativo, anche la questione della misurazione del ritorno sull’investimento nella formazione dei collaboratori.