Il 26 ottobre si è aperto a Torino presso il Centro espositivo del Lingotto fiere la sesta edizione del Salone del gusto, un appuntamento imperdibile di richiamo internazionale che accoglie ogni due anni gli appassionati di enogastronomia. Organizzato da Slow food, dalla Regione Piemonte e per il primo anno dal Comune di Torino, con il contributo di alcuni sponsor, il Salone del gusto, aperto al pubblico dietro pagamento di un biglietto d’ingresso, si pone l’obiettivo di promuovere l’eccellenza del comparto enogastronomico mondiale. L’intento è di far conoscere le produzioni artigianali, quelle su piccola scala e quelle da salvaguardare. Un’idea vincente contro l’omologazione del mercato globalizzato, che penalizza la piccola produzione di qualità, poiché nei cinque giorni della passata edizione, svoltasi nel 2004, c’erano 600 espositori, 80 nazioni rappresentate, 270 postazioni di presìdi italiani ed esteri, ovvero prodotti tutelati da Slow Food come patrimonio di biodiversità da salvare, e 140 mila visitatori.
«In effetti il cibo di qualità rappresenta un forte elemento di attrazione per il turismo internazionale – ha dichiarato Elda Tessore, assessora al post Olimpiadi, turismo e promozione della città di Torino -, penso quindi che lo sviluppo economico della regione passi anche attraverso un lavoro professionale e continuo sulla produzione del cibo».
Nel presentare la rassegna del 2006 (che si conclude il 30 ottobre), il presidente di Slow food Italia Roberto Burdese ha fatto presente che il Salone a dieci anni dalla prima edizione ha saputo ampliare i propri orizzonti perché oggi, grazie a Slow food, ci sono 5 mila produttori contadini del pianeta che parlano tutti la stessa lingua anche senza un idioma in comune. «Le persone informate – ha osservato Burdese – possono fare scelte consapevoli, diventando alleate dei piccoli produttori. Non a caso “Buono, pulito, giusto” è il sottotitolo della manifestazione, tre aggettivi che definiscono come deve essere il cibo per gli eco-gastronomi, buongustai rispettosi dell’ambiente. Buono in quanto le qualità organolettiche del cibo devono procurare piacere; pulito, ovvero prodotto nel rispetto dell’ambiente e degli ecosistemi; giusto cioè tenendo presente il sociale legato agli ambienti di produzione e di commercializzazione».
Con attenzione alle caratteristiche sopra descritte, come già nel 2004, in contemporanea e adiacente al Salone, nei nuovi spazi dell’Oval si svolge “Terra madre”, un meeting internazionale tra le comunità del cibo, riservato esclusivamente agli addetti ai lavori che vede produttori e operatori del settore agroalimentare a confronto sulle più importanti tematiche legate alla produzione sostenibile. Presenti numerosi rappresentanti universitari provenienti da tutto il mondo in cerca di risposte su obiettivi comuni.
Buono, pulito e giusto: così si presenta il Salone del gusto 2006
Di Anna Goffi, 29 Settembre 2006
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