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Borgo Sant’Andrea, lì dove il design incontra lo stile mediterraneo

Il concept del nuovissimo resort cinque stelle in Costiera, tra lusso contemporaneo e linee anni Cinquanta

Il concept del nuovissimo resort cinque stelle in Costiera, tra lusso contemporaneo e linee anni Cinquanta

Di Job in Tourism, 11 Maggio 2022

Ha aperto lo scorso luglio con un soft-opening di successo – il prima di alta gamma in Costiera amalfitana da quindici anni a questa parte – ed è pronto, quest’anno, ad affrontare la stagione piena all’insegna di un lusso ispirato negli ambienti al lifestyle italiano degli anni Cinquanta, ma completamente contemporaneo nell’approccio al servizio. Affacciato a picco sul mare di Conca dei Marini, Borgo Sant’Andrea – ci racconta il general manager e co-proprietario Maurizio Orlacchio – è frutto di una sfida di due famiglie che ben conoscono il mondo dell’ospitalità e che proveranno a proporre, nella terra del lusso della Costiera, qualcosa che ancora non c’è.

Domanda. Come è nato il progetto di Borgo Sant’Andrea, con quali obiettivi e quali sono stati i riscontri del primo anno di attività?
Risposta. Borgo Sant’Andrea è il risultato di una sfida entusiasmante, un ambizioso progetto di due famiglie di albergatori di Ischia, la mia e la famiglia De Siano, legate da una profonda conoscenza del mondo dell’hospitality che si tramanda da tre generazioni e da un solido rapporto di amicizia che nasce tra i banchi di scuola. Lo scorso anno abbiamo preferito avere un profilo basso, anche in virtù della pandemia, e optato per un soft opening a fine luglio con riscontri molto positivi, che ci ha permesso di prendere nota di alcune dinamiche che dovevamo rivedere dopo quattro anni di lavori di ristrutturazione.

D. Guardano al futuro, invece, quali sono le sfide principali che oggi ha davanti un hotel come Borgo Sant’Andrea, in una location come la Costiera amalfitana?
R. Da sempre la Costiera è tra le destinazioni italiane più ambite per il mix di fascino e posizione strategica, per la sua conformazione unica fatta di borghi antichi, panorami mozzafiato e tanta storia, a partire dalla stessa Amalfi. A questo aggiungiamo che qui ci sono alcune delle strutture di lusso più famose al mondo: a Ravello, Amalfi, Praiano, Positano ci sono alberghi che ogni anno sono nella top ten dei Best Hotels in the World. La sfida è quella di costruire un team affiatato che lavori sapendo che questa clientela ha aspettative elevate: l’obiettivo è offrire un gran servizio che personalmente reputo essere il vero lusso.

D. Ecco, a proposito di lusso. Nelle scelte architettoniche, l’hotel richiama lo stile dagli anni Cinquanta e Sessanta. Ma cosa significa essere un hotel di lusso oggi?
R. La mia personale idea di hotel di lusso è quella che mette insieme un mix di sobrietà ed eleganza, senza dover contare troppi elementi diversi tra loro: è il concetto del less is more, che deve coniugare prodotti di eccellenza che dialogano tra loro.

D. Chi sono i vostri clienti?
R. Non abbiamo ancora uno storico che ci permette al momento di profilare il nostro cliente tipo, ma è chiaro fin da adesso che il primo mercato è rappresentato dagli Stati Uniti, che sono clienti che hanno income elevati e vanno a alla ricerca di esperienze vere, vissute con budget importanti. Una tipologia di clientela per il quale il “vero lusso” è vivere esperienze uniche, organizzate in modo impeccabile e personalizzato, che a casa non potrebbe vivere.

D. Come per esempio?
R. Visitare il laboratorio di Lucio Liguori a Raito, svegliarsi all’alba per una battuta di pesca, una visita personalizzata alla fabbrica Kiton per un ammirare il lavoro di sartoria dietro le quinte e prenotare il proprio abito, osservare Marco Fusco nel suo laboratorio a Maiori, ascoltare i racconti di Gaetano Amato, esperto giardiniere della Costiera da tre generazioni, durante il suo Garden & Lemon Tour. Queste sono emozioni uniche: se riusciamo a emozionare i nostri ospiti vuol dire che abbiamo regalato il “vero lusso”, che per me si traduce in un servizio autentico, impeccabile e mai intrusivo.

D. Una delle difficoltà maggiori per il settore, in questo momento, è la ricerca di personale. È una criticità anche per voi? Come vi siete organizzati?
R. Abbiamo fatto una selezione accurata e speriamo di creare la giusta “chimica”, sebbene il recruitment alberghiero negli ultimi due anni sia stato stravolto dalla pandemia e dal modello assistenzialista del reddito di cittadinanza, che ha un fine nobile ma è stato concepito male perché l’Italia è diversa da altri Paesi, dove il reddito funziona e viene elargito a chi veramente ne ha bisogno, ma soprattutto è tracciabile e non lascia spazio a sotterfugi. Questa è la vera criticità che il mondo del turismo deve affrontare nel breve-medio periodo. Il paradosso è che oggi è più difficile trovare personale che clienti: mi auguro che si affronti questa situazione con una logica costruttiva, ma a un anno dalle elezioni politiche ho paura che dovremmo conviverci a lungo.

D. Quali saranno le principali novità di prodotto per l’alta stagione?
R. Abbiamo completato alcuni lavori previsti nel progetto iniziale, in primis l’apertura di un angolo Spa con vista mare, il nostro beach club è stato impreziosito con piante e vegetazione mediterranea e da giugno avremo il terzo punto ristorante, la classica pizzeria vicino al mare dove l’ospite potrà rilassarsi ammirando il borgo di Conca dei Marini.

D. Che estate sarà per Borgo Sant’Andrea?
R. Il livello di domanda riflette quello che sento dai miei colleghi, qui in Costiera così come nelle città d’arte, dove sono ripresi i flussi da quei mercati che per due anni sono stati fermi, mi riferisco a USA e UK, mentre iniziano le prime richieste da Australia, Brasile ed Europa, con Scandinavia e Francia tra i primi, in attesa dell’Italia, che storicamente si muove molto più sotto data. Al netto della situazione geopolitica, dovremmo avere finalmente una continuità che parte con numeri importanti da metà maggio, sperando che la domanda si consolidi in corso d’opera e la si mantenga fino a ottobre.

Il lusso della divina costiera
Sono serviti quattro anni di lavori per dare nuova vita a quello che un tempo era l’Hotel Saraceno di Conca dei Marini e trasformarlo in Borgo Sant’Andrea, un hotel 5 stelle con 45 tra camere e suite a picco sul mare, 3 ristoranti, 2 bar, 1 pizzeria, spiaggia privata, piscina e wellness center. “Tutto è ispirato all’architettura italiana – spiega Maurizio Orlacchio – da Giò Ponti a Ignazio Gardella e Carlo Mollino, e al design anni ‘50 con il classico stile mediterraneo sintetizzato nelle poche parole Mid-Century design meets mediterrinean style, che è poi diventato il nostro slogan. Durante i nostri primi incontri con il team di architetti e designer, guidati da Rino Gambardella – racconta il general manager – non volevamo dare un’impronta da hotel classico, piuttosto quella di una villa di lusso in Costiera, che è poi la stessa dei nostri vicini che negli anni hanno creato delle vere e proprie destinazioni, ognuna con una propria anima ben precisa. Un soggiorno – prosegue il genaral manager – dove l’ospite può percepire un ambiente di ‘casa’ e nel quale può ammirare pezzi unici della nostra collezione di famiglia insieme ad altri preziosi oggetti firmati Molteni, Rubelli, Ethimo, solo per citarne alcuni, oltre al certosino lavoro di tanti artigiani locali e nazionali, il tutto nella magica cornice della divina costiera”.

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