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Alla scoperta degli alberghi insoliti: i floating hotel

Di Vittorio Pedrotti, 11 Febbraio 2011

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Deve essere sicuramente un’esperienza curiosa passare una notte in uno dei tanti alberghi insoliti sparsi nel mondo. In tempi recenti la creatività di alcuni proprietari si è, infatti, sbizzarrita nel ricercare soluzioni inusuali, per creare interesse attorno alla propria offerta ricettiva. Tra le strutture insolite ci sono così sicuramente i cosiddetti floating hotel, cioè gli alberghi galleggianti su specchi d’acqua, che in alcuni casi si presentano anche come strutture mobili, in grado di quindi di cambiare la propria ubicazione.
L’albergo più importante di questo tipo è forse il King Pacific Lodge, in Canada, raggiungibile solo con idrovolante da Vancouver per un soggiorno di tre, quattro o sette notti. Le sue 17 camere e la sua suite sono molto curate nell’arredamento e alcune, le più richieste, hanno vista sull’oceano, mentre le altre si affacciano sulla campagna circostante.
Divertente, e per persone che amano il completo isolamento, è invece l’Hutter Inn, in Svezia: una sola camera doppia, sotto la superficie del lago, che permette la vista del mondo subacqueo con effetto acquario; al piano superiore, cioè a livello dell’acqua, un piccolo servizio igienico, una cucina e un ripostiglio; il tutto, ovviamente, con arredamento Ikea. Ma vi è anche la possibilità di usufruire di una terrazza perimetrale per il completo relax e, per accedere all’alloggio, è a disposizione un taxi-boat.
Sicuramente, però, il più angusto e inusuale è il Capsule hotel, una struttura ricavata dalle capsule di sopravvivenza di una piattaforma petrolifera: si trovano ormeggiate a L’Aia, nei Paesi Bassi, ma la loro ubicazione può essere modificata a richiesta. Sono a forma di guscio, completamente stagne, in vetroresina, e ognuna di esse può ospitare al massimo tre persone. In tutto sono nove gusci del diametro di 4,25 metri ciascuno. Divertenti sono le opzioni per i pacchetti-soggiorno: il pacchetto base, definito di sopravvivenza, ha come dotazione sacchi a pelo e razioni di emergenza; per chi vuole esagerare vi è poi il pacchetto deluxe, a tema James Bond, con dotazione di mini bottiglie di vodka per prepararsi il proprio Martini shakerato. Unico elemento dissonante: le capsule non sono dotate di alcun tipo di servizio igienico. Ma proprio quest’ultimo esempio, il Capsule hotel, potrebbe essere una soluzione da tener presente in momenti di particolare difficoltà economica come quello attuale.

Una collaborazione italo-britannica
Da sempre specializzato nella progettazione alberghiera, l’architetto Vittorio Pedrotti, titolare dell’omonimo studio, ha recentemente dato il via a una nuova collaborazione internazionale con lo studio Epr Architects di Londra, per la progettazione architettonica e l’interior design di strutture ricettive alberghiere di particolare rilevanza, sia in Italia sia all’estero.

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