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Affitti brevi: “Serve una legge nazionale”

Dopo che il Consiglio di Stato ha bocciato il regolamento sugli affitti brevi di Sirmione, gli albergatori tornano a chiedere "una norma nazionale che consenta ai Sindaci di intervenire laddove il territorio lo richieda, sulla base di dati concreti e verificabili"

Dopo che il Consiglio di Stato ha bocciato il regolamento sugli affitti brevi di Sirmione, gli albergatori to

Di Job in Tourism, 23 Aprile 2025

È una sentenza destinata a incidere non poco sulle dinamiche del mondo ricettivo quella con la quale, poco prima di Pasqua, il Consiglio di Stato ha stabilito che l’attività di locazione turistica, esercitata in forma non imprenditoriale, non rientra nel raggio d’azione dei poteri di inibizione dei Comuni. Ovvero, che i provvedimenti comunali non possono regolamentare il fenomeno.

La sentenza su Sirmione

Il Consiglio di Stato si è espresso su un caso che riguarda il Comune di Sirmione, nel bresciano, che tra i primi aveva  provato negli ultimi anni a regolamentare il fenomeno degli affitti brevi con un regolamento ad hoc, bocciando una sentenza del Tar della Lombardia che aveva “erroneamente riconosciuto al Comune di vietare la stipula di contratti di locazione a finalità turistica”. In più punti la sentenza specifica come le locazioni turistiche non siano equiparabili alle strutture ricettive e rimarca l’assenza di una legge nazionale in materia.

Il precedente

Anche se la sentenza fa riferimento alla legge regionale lombarda, è probabile che diventi un precedente e che possa spianare la strada a ulteriori ricorsi contro provvedimenti che molti Comuni stanno adottando anche altrove, come a Firenze, dove già è in corso una battaglia legale sul tema degli affitti brevi, sia a livello comunale che statale.

La posizione degli albergatori

Sul caso si sono espressi, attraverso le associazioni di categoria, gli albergatori tornando a chiedere “di affrontare il tema con uno sguardo d’insieme e strumenti normativi adeguati“, ha detto la Presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi, Elisabetta Fabri. “Il fenomeno delle locazioni turistiche, in costante espansione, ha un impatto diretto sul tessuto sociale delle nostre città e non può continuare a svilupparsi in modo incontrollato. L’impatto di queste attività sull’offerta turistica del nostro Paese è evidente e l’esigenza di provvedimenti specifici appare sempre di più urgente”.

“Serve una norma nazionale”

Da qui, la richiesta: “È indispensabile una norma nazionale che consenta ai Sindaci di intervenire laddove il territorio lo richieda, sulla base di dati concreti e verificabili – ha detto ancora Fabbri -. Oggi, grazie alla Banca Dati Nazionale delle Strutture Ricettive e il Codice Identificativo Nazionale, è finalmente possibile monitorare la realtà del settore”.

Il punto, sottolineano gli albergatori, è “la salvaguardia della comunità residente, che non è solo un tema sociale, ma una condizione essenziale anche per un turismo sostenibile e di qualità. Senza una regolamentazione seria – ha ribadito Fabbri –  rischiamo di trasformare le nostre città in luoghi senz’anima, perdendo l’artigianato locale e tutte quelle attività commerciali tipiche e fortemente identitarie del nostro Made in Italy, rendendole sempre meno capaci di raccontare la propria storia”.

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