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Una nicchia da 1,5 miliardi

Di Marco Bosco, 23 Aprile 2010

Un vero e proprio sistema parallelo, distinto dagli altri canali di intermediazione e di organizzazione turistica. È il cosiddetto turismo sociale e associato, ossia quella particolare categoria di viaggi facente capo alle associazioni culturali e sportive, ai Cral aziendali, alle scuole e alle organizzazioni religiose. Un mercato relativamente poco conosciuto, che tuttavia costituisce un preciso punto di riferimento, seppur di nicchia, per alcune imprese dell’industria dell’ospitalità e per quei vacanzieri che lo utilizzano per raggiungere varie destinazioni di vacanza in Italia e all’estero. E che può riservare anche qualche sorpresa, quando se ne analizzino in profondità le componenti.
È ciò che peraltro ha recentemente fatto l’Istituto nazionale ricerche turistiche (Isnart), che ha pubblicato un rapporto sull’andamento del turismo sociale nel corso del 2009. Il settore, in particolare, avrebbe coinvolto 804 mila vacanzieri (pari al 2,6% del totale dei turisti italiani) che, tramite le varie reti associative, avrebbero prenotato 1,126 milioni di vacanze principali, intendendo con ciò i soggiorni lunghi acquistati nei due semestri in cui la ricerca ha diviso il 2009. Il giro d’affari complessivo attivato da tale domanda sarebbe stato così di 727,3 milioni di euro, pari al 2,1% della spesa complessiva dei turisti italiani. Tenuto però conto che i viaggiatori di questa particolare nicchia di mercato effettuerebbero, in media, più di due soggiorni all’anno, una stima plausibile del volume di mercato complessivo generato dalla domanda afferente al turismo sociale si fermerebbe, in realtà, poco sotto 1,5 miliardi di euro.
Numeri importanti, quindi, anche se in calo rispetto al 2008, quando il giro d’affari complessivo generato dalle sole vacanze principali aveva superato il milione di euro. Capaci però, pur sempre, di coinvolgere nel 2009 quasi 6.400 strutture ricettive, ossia il 9,3% dell’offerta nazionale di ospitalità. A essere interessate dal fenomeno del turismo sociale sono state, così, soprattutto le imprese del Centro e del Sud, zone nelle quali la percentuale di imprese ricettive coinvolte è arrivata rispettivamente al 12,3% e al 14,9%. E se le case per ferie e gli ostelli per la gioventù sono sicuramente le strutture più interessate a questo settore, che nel 2009 ha coinvolto rispettivamente il 28,6% e il 22,4% della loro offerta, i villaggi turistici (15%) e gli alberghi (11,5%) non ne sottovalutano certo l’importanza. Meno diffuso, invece, il turismo sociale tra i campeggi (solo il 4,4% se ne è avvalso l’anno scorso), i bed & breakfast (5,3%), gli agriturismo (7%) e i rifugi (6,5%).
Ma la sorpresa maggiore, forse, riguarda la tipologia di hotel interessata al fenomeno. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, infatti, non sono tanto gli alberghi economici a beneficiare del flusso di tale tipologia di turisti, quanto gli hotel a 4 e 5 stelle: nel corso del 2009, in particolare, sono state coinvolte rispettivamente il 20,4% e il 17,3% delle strutture nazionali upscale, contro il 13,3% dei 3 stelle e l’8% dei 2 stelle.
Appare, infine, assai interessante il nesso diretto, evidenziato nella ricerca, tra le varie tipologie di strutture ricettive e alcuni soggetti intermediari specifici. In particolare, gli hotel e i villaggi turistici troverebbero il proprio riferimento principale nelle associazioni culturali e sportive, nonché nei Cral aziendali, che peraltro rappresentano i soggetti più importanti di questo settore. Interlocutori prioritari delle case per ferie e degli ostelli della gioventù sarebbero, invece, i circuiti legati alla chiesa (parrocchie e organizzazioni religiose) e alle scuole.

Al viaggiatore Cral non piace il last minute

I Cral sono una delle organizzazioni principali del turismo sociale e associato. Il turismo che si muove attraverso i circuiti legati alle aziende rappresenta, infatti, il 20,5%, del totale dei viaggiatori di questo settore. Come per tutto il segmento, la fascia di età più comune tra i viaggiatori Cral è quella degli over 65 che rappresenta il 34,3% del totale dei vacanzieri. Nella maggior parte dei casi (52,3%), poi, si tratta di pensionati oppure di insegnanti o impiegati (35,5%). Coerentemente con quanto avviene a livello di domanda turistica complessiva, inoltre, la regione di provenienza principale di questa categoria di viaggiatori è la Lombardia, dalla quale arriva il 37,7% dei vacanzieri. Seguono il Lazio, con il 16,4%, e la Toscana con il 12,1%. Importante, infine, segnalare come i viaggiatori Cral non amino particolarmente il last minute, ma propendano soprattutto per scelte abbastanza meditate: per i viaggi in Italia, infatti, nel 42,6% dei casi la prenotazione avviene almeno un mese prima della partenza, mentre quando la meta si trova all’estero l’anticipo è ancora maggiore e, per il 46,5% dei vacanzieri, significa organizzarsi almeno quattro mesi prima del viaggio.

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