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Un business district a Roma

Di Rossella Taffa, 14 Marzo 2008

Roma, nella sua cornice magica, possiede tutte le potenzialità per configurarsi quale distretto congressuale ma anche culturale d’eccellenza. La meeting industry, infatti, non si limita all’ambiente dove si svolge un determinato evento aggregativo, ma impatta su tutta l’area circostante soprattutto nel caso di manifestazioni internazionali. Abbiamo, perciò, incontrato Massimo Melis, nel suo doppio ruolo di responsabile del progetto Distretto congressuale Roma Eur, oggi Roma business district (Rbd), e di responsabile del piano di marketing per il nuovo centro congressi (la celebre nuvola di Massimiliano Fuksas), per farci raccontare qualcosa sul futuro del mice nella capitale d’Italia.
Domanda. Com’è nata l’idea del distretto?
Risposta. Il progetto è partito da una ricerca promossa da Italcongressi ed Eur spa, società partecipata al 90% dal ministero dell’economia e al 10% dal comune di Roma, che ha individuato proprio nel quartiere Eur di Roma un’alta concentrazione d’imprese che lavorano nella meeting industry. Lo stesso studio ha poi rivelato come Roma viva un paradosso: una città meravigliosa con un territorio come l’Eur assolutamente votato al business, alla cultura e agli eventi che non compare nemmeno nei primi 20 posti della classifica europea delle città congressuali (Roma è al 21° posto: fonte International congress & convention association, 2006). La prima frontiera è così innanzi tutto il recupero di una posizione di classifica adeguata al reale valore di Roma. Per questo serviranno tra i cinque e i dieci anni. Con uno strumento di marketing territoriale come lo Rbd, la nascita del Roma convention bureau e l’arrivo del nuovo centro congressi, però, si tratta di un obiettivo assolutamente realizzabile.
D. Mi parli, allora, del nuovo centro congressi di Roma.
R. Il nuovo centro congressi dell’Eur sorgerà su un’area di 27 mila metri quadrati. Una nuvola, realizzata in gore-tex, galleggerà in una teca d’acciaio e vetro, alta 32 metri, larga 75 e lunga 198, e sarà destinata sia a copertura del forum di collegamento orizzontale dei vari spazi congressuali, sia a collegamento verticale con l’auditorium interno alla nuvola stessa. Il nuovo convention center sarà in grado di ospitare eventi tra loro molto diversi con una capienza massima complessiva di 9.500 persone. All’interno del nuovo polo congressuale sorgerà inoltre un albergo con circa 450 stanze, mentre l’intero complesso sarà servito da spazi commerciali e per la ristorazione.
D. Quali sono le problematiche e quali i futuribili sviluppi?
R. Le problematiche sono legate soprattutto al riconoscimento dello Rbd come distretto industriale: una decisione oggi di competenza delle regione Lazio. Confidiamo tuttavia che gli amministratori tengano in considerazione le necessità e il grande contributo che il comparto congressuale può fornire allo sviluppo economico delle imprese e, di conseguenza, della città e dell’intero paese. Oltre all’inevitabile aumento del numero di congressi e d’eventi per la città di Roma, gli sviluppi per il territorio sono, infatti, affascinanti. Il mio sogno è che l’Eur possa diventare un quartiere votato alla cultura e agli eventi, ricco, oltre che di musei, di laboratori culturali interdisciplinari, di accademie, di ristoranti, di locali e di luoghi polifunzionali che ospitino convegni, seminari, esposizioni, ricevimenti, rassegne, vernissage, sfilate, concerti, rappresentazioni teatrali e laboratori. Aperti anche di notte.
D. Quali saranno, infine, i prossimi interventi strutturali nel territorio dell’Eur, di Fiumicino e di Civitavecchia?
R. Il primo sarà l’hub portuale di Civitavecchia che ci permetterà di competere con gli altri porti internazionali anche per quanto riguarda le grandi navi. È in progetto pure la realizzazione di un nuovo scalo a Fiumicino destinato a diventare, in sinergia funzionale con il porto di Civitavecchia, uno spoke multipurpose di dimensioni ridotte per le tipologie crocieristiche e miste merci-passeggeri. Inoltre con i due interporti di Civitavecchia e di Fiumicino si creerà un centro di smistamento in grado di valorizzare da un lato il ruolo di Civitavecchia come importante porto commerciale e dall’altro di agevolare la distribuzione delle merci nell’area di Roma e nel suo territorio. È previsto, infine, anche lo sviluppo di una rete d’eliporti per la clientela business connessa alle principali destinazioni ad alto interesse economico e turistico di Roma e provincia.

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