Diciamo accessibilità e inclusione sociale e pensiamo, in ambito turistico, all’abbattimento delle barriere architettoniche per favorire l’accesso ai servizi turistici o camere d’hotel pensate per accogliere tutte le tipologie di ospiti. Eppure, esiste un tipo di accessibilità in grado di incidere, a monte, sulla possibilità o meno per le persone con disabilità di poter organizzare e vivere viaggi e vacanze: è l’accessibilità digitale, che oggi rappresenta un aspetto fondamentale – e spesso poco considerato – del diritto al viaggio e che impedisce a molte persone di usufruire liberamente dei servizi turistici.
L’accessibilità, in numeri
Per la precisione, sarebbero 13 milioni i cittadini che vivono una forma di disabilità impossibilitati a godere del diritto di viaggiare a causa di barriere digitali. La stima è del report redatto da AccessiWay Italy, start up impegnata a promuovere l’accessibilità digitale che ha mappato l’accessibilità digitale nei siti web turistici gestiti dalle pubbliche amministrazioni italiane, con un focus particolare sui siti regionali, su quelli delle province autonome di Trento e Bolzano e sul portale del Ministero del turismo, con l’obiettivo di valutarne la loro accessibilità e usabilità per garantire l’inclusione di tutte le persone, indipendentemente dalle capacità fisiche o sensoriali.
I risultati
“I risultati – raccontano da AccessiWay Italy – sono purtroppo sconfortanti: le barriere digitali nei siti turistici creano disparità significative nell’accesso alle informazioni. Per esempio, la mancanza di testo alternativo per le immagini o la cattiva navigabilità dei siti web può rendere impossibile per una persona non vedente o con difficoltà motorie comprendere le offerte turistiche o navigare nelle opzioni di prenotazione“.
Un limite, anche dal punto di vista strettamente economico se si considera che l’inclusione digitale nel turismo può aprire mercati a un segmento di popolazione che altrimenti sarebbe escluso. “Secondo il Forum Economico Mondiale – evidenziano infatti dalla start up – le persone con disabilità rappresentano un mercato emergente paragonabile alla dimensione della Cina. La loro esclusione dai servizi turistici digitalizzati non solo rappresenta una perdita di potenziale economico per le industrie turistiche, ma perpetua anche cicli di disuguaglianza economica tra coloro che possono e non possono accedere a questi servizi”.
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