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Recruiting, i consigli per il matching perfetto

I profili e le skills più richieste nel settore, ma anche le indicazioni per risultare attrattivi sul mercato nell’analisi di Lavoropiù

I profili e le skills più richieste nel settore, ma anche le indicazioni per risultare attrattivi sul mercat

Di Job in Tourism, 12 Gennaio 2023

Quali sono i profili oggi più richiesti in ambito alberghiero e nella ristorazione? E quali le skills più ambite? Su quali leve dovrebbe agire un’azienda per risultare davvero attrattiva sul mercato in un momento nel quale si fa fatica a trovare personale? E, dal punto di vista di chi cerca lavoro, invece, quali son gli errori da non fare quando ci si candida o si sostiene un colloquio? Ne parliamo in questa intervista con Samanta Rossi, National Matching Manager di Lavoropiù, agenzia che, con la sua divisione specialistica Horecapiù, accompagna aziende e candidati del settore alla ricerca del matching perfetto.

Domanda. Quali sono in questo momento le posizioni più ricercate da alberghi e ristoranti?
Risposta. In ambito alberghiero le posizioni più ricercate sono chef de rang, camerieri di sala, barman e baristi, camerieri ai piani, governanti. C’è una buona richiesta anche di figure di addetti al booking con conoscenza di più lingue straniere e portieri, soprattutto notturni. In ambito ristorativo, camerieri di sala, chef, barista, barman, cuochi nella ristorazione collettiva.

D. Il recruiting nel settore sta affrontando un momento complesso. Che tendenze vedete emergere?
R. Stiamo assistendo a una crescente carenza di personale qualificato; le aziende, anche quelle più restie, stanno tentando la strada dell’agenzia per il lavoro, da qui l’enorme quantità di ricerche che ogni giorno vengono attivate alle nostre filiali. Lavoropiù ha creato diversi anni fa una divisione specialistica, dedicata proprio alla ricerca di profili del comparto alberghiero e ristorativo. Partiamo, quindi, da una banca dati piuttosto ricca di profili qualificati, ma questo non basta a sopperire alla richiesta; per questo motivo stiamo percorrendo strade alternative, come l’orientamento nelle scuole alberghiere o la creazione di percorsi formativi professionalizzanti. Non essendo presenti sul mercato del lavoro risorse qualificate, dobbiamo agire a monte e cercare di far acquisire le abilità tecniche richieste anche ai profili più generici.

D. A proposito di skills, quali sono le più appetibili?
R. Per quanto riguarda le competenze, tutte le abilità tecniche sono gradite. Nel caso dei camerieri, ad esempio, è apprezzata la conoscenza dei diversi tipi di servizio e magari conoscenze più tecniche come l’abbinamento piatto-vino, nel caso degli chef, invece, sono apprezzate le conoscenze di tecniche di cottura, di taglio e trattamento carni. A prescindere dalle abilità tecniche, sono comunque apprezzate caratteristiche trasversali come la motivazione, la flessibilità oraria, l’interesse per la mobilità territoriale, l’approccio garbato al pubblico. In questo momento, le skills personali stanno diventando più importanti delle abilità professionali. Se il candidato ha una forte motivazione e interesse per il settore, verrà poi formato per acquisire le abilità tecniche richieste.

D. La pandemia – e le nuove dinamiche del mondo del lavoro – hanno fatto emergere la richiesta di competenze diverse rispetto al passato?
R. Nel settore alberghiero e della ristorazione non ci sono stati cambiamenti particolari nelle competenze richieste, semplicemente la carenza di personale sta portando le aziende a essere più aperte all’inserimento di personale generico.

D. Con il rischio che aumenti il mismatch di competenze tra domanda e offerta… È effettivamente così? E a cosa è dovuto questo gap?
R. Esiste un enorme mismatch in questo periodo tra domanda e offerta. Credo sia riconducibile a diversi aspetti. In primo luogo, le offerte economiche di alcune aziende del comparto ristorativo e alberghiero non sono adeguate al costo della vita e alla flessibilità, soprattutto oraria, che spesso è richiesta dal settore. Inoltre, in questo momento storico assistiamo alla riduzione del bacino di lavoratori post-pandemia. Sono tante le persone che, per forza di cose, si sono reinventate in altri settori e che ora non desiderano più rientrare nel comparto di origine.

D. Ricerche di settore evidenziano come oggi chi cerca lavoro, nel valutare un’offerta, dia molta più importanza che in passato ad aspetti quali la flessibilità organizzativa o l’impegno dell’azienda su temi come l’inclusione o la sostenibilità, anche rispetto allo stipendio. È una tendenza che riscontrate?
R. Assistiamo a questa tendenza solo per quanto riguarda le aziende più strutturate, dove è presente un HR Manager e dove il numero di dipendenti consente di fare ragionamenti in termini organizzativi. Tuttavia, anche se negli anni della pandemia il comparto della ristorazione si è ridotto come numero di piccole realtà, è ancora oggi in gran parte composto da aziende di piccole dimensioni che non sono così sensibili a tematiche di flessibilità organizzativa o impegno sull’inclusione e la sostenibilità.

D. Che consigli si sentirebbe di dare alle aziende per risultare più attrattive durante il recruiting?
R. Consiglierei di investire sulla formazione, di puntare sulle competenze trasversali per poi far acquisire le skills richieste con processi formativi. Non insisterei nel cercare il candidato perfetto, al momento il mercato ne è sprovvisto, ma cercherei il potenziale e lavorerei su questo. Un altro consiglio che mi sento di dare è quello di rendere le proposte professionali appetibili per i candidati. Cosa intendo? Occorre essere consapevoli che il mercato di settore offre oggi ai candidati tante proposte, la vostra deve essere più appetibile di quella degli altri. Potete lavorare sulla flessibilità di orario, su incentivi per gli spostamenti… usate tutte le leve che vi sembrano utili al fine di rendere la vostra azienda più appetibile delle altre e dedicate tempo all’ascolto del candidato anche in sede di colloquio.

D. Dal punto di vista di chi cerca lavoro, invece, quali strategie adottare nel valutare le offerte di lavoro per intercettare proposte davvero in linea sia con il proprio profilo che con le proprie aspettative?
R. Ai candidati mi sento di consigliare la trasparenza: non abbiate paura di esprimere le vostre esigenze e di chiarire quali sono le condizioni che per voi sono importanti. L’azienda in cui deciderete di lavorare dovrà essere un’azienda con cui condividete i valori e la visione del mondo. Affidatevi a professionisti che possono indirizzarvi sulle aziende più adatte a voi e vagliate bene quali sono le proposte che offre il mercato.

CV e colloquio, gli errori da non fare
Quando si preparare il proprio CV, ci si candida per una posizione o si affronta un colloquio è facile commettere errori che possono pregiudicare il buon esito della selezione. Alcuni, però, sono facilmente evitabili. “Nella stesura del cv – consiglia Samanta Rossi – è importante non commettere errori basilari, sembra ovvio ma un errore di grammatica vi farà apparire agli occhi del selezionatore come un candidato poco attento e disinteressato; controllate anche sempre che i vostri contatti siano corretti. Scegliete un formato cv semplice e lineare, di facile lettura e non esagerate con gli aspetti personali; indicate invece con cura e dettaglio le vostre esperienze lavorative e quello che sapete fare. Per quanto riguarda, invece il colloquio – è l’indicazione dell’esperta – siate diretti, educati ma non eccessivamente confidenziali; siate chiari nell’esporre le vostre esperienze lavorative e ciò che per voi è importante trovare in un ambiente di lavoro. Siate onesti e incisivi”.

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