Alla fine è arrivata la conferma: la cucina italiana è la prima al mondo a essere riconosciuta Patrimonio Immateriale dell’Umanità dall’Unesco. Al termine del lungo iter previsto per il riconoscimento, il Comitato intergovernativo dell’organizzazione, riunito in questi giorni a New Delhi, ha infatti approvato la candidatura dell’Italia. Per la prima volta, dunque, un’intero patrimonio culinario nazionale viene riconosciuto Patrimonio Unesco, contrariamente a quanto avvenuto finora con i riconoscimenti a singole pratiche o tecniche.
L’impatto sul turismo
La notizia è stata accolta con grande entusiasmo dal Ministero del Turismo: “La nostra offerta enogastronomica – ha commentato la Ministra Daniela Santanché – è già un pilastro imprescindibile dell’industria turistica. Il comparto ha generato un fatturato di oltre 40 miliardi di euro nel 2024, segnando una crescita del 12% rispetto all’anno precedente. Inoltre, il turismo legato a questo segmento è la motivazione principale per la scelta dell’Italia come meta di villeggiatura e la prima voce di spesa dei viaggiatori, con un valore che nei primi quattro mesi del 2025 ha già toccato i 9 miliardi di euro”.
Già lo scorso novembre, in occasione del primo parere tecnico positivo dato dall’Unesco, la Fiepet Confesercenti aveva stimato le eventuali ricadute sul turismo del riconoscimento, calcolate in circa 18 milioni di presenze turistiche in più in due anni. L’associazione di categoria, tuttavia, aveva anche sollecitato la necessità di attivare, a fronte di tali ricadute, “politiche lungimiranti: semplificazione amministrativa, sostegno agli investimenti, formazione qualificata e regole stabili per le imprese”, soprattutto rispetto al tema della difficoltà ormai strutturale per le aziende della ristorazione a reperire personale adeguatamente formato.
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